La gloria di Dio nella carne di Gesรน
Ricorre in questa domenica la festa della Trasfigurazione del Signore, particolarmente cara alla tradizione monastica, celebrata in oriente a partire dal IV secolo e in occidente dallโXI. La via per accogliere questo grande mistero e cosรฌ conoscere meglio lโidentitร del Signore Gesรน, consiste come sempre nel fare obbedienza al vangelo, contemplando per quanto ci รจ possibile questa pagina luminosa: questโanno secondo la versione di Matteo, che leggeremo perรฒ anche alla luce di Marco e Luca.
Lโevento della trasfigurazione รจ profetizzato da Gesรน, che dopo il primo annuncio della sua passione-morte-resurrezione dice ai discepoli: โVi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dellโuomo con il suo Regnoโ (Mt 16,28). Gesรน รจ il regno di Dio in persona, come ha ben compreso Origene; Gesรน, che ha annunciato la venuta del regno di Dio, ora รจ rivelato dal Padre come Regno veniente con potenza, e di ciรฒ lโevento della trasfigurazione appare come unโanticipazione. Sei giorni dopo queste parole, โGesรน prese con sรฉ Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monteโ. Egli compie unโelezione, e dei dodici prende con sรฉ solo tre, tra i primi chiamati alla sequela (cf. Mt 4,18-22). Sono i tre discepoli piรน vicini a Gesรน, giร scelti come testimoni della resurrezione della figlia di Giairo (cf. Mc 5,37-43), quelli che saranno poi anche i testimoni della sua de-figurazione nellโorto del Getsemani, alla vigilia della passione (cf. Mt 26,36-46). Sono scelti non per particolari meriti ma, nellโimperscrutabile volontร di Dio, perchรฉ possano diventare testimoni di Gesรน
Presi con sรฉ da Gesรน, essi salgono con lui sullโalta montagna, la montagna della rivelazione di Dio che a partire dal II secolo รจ identificata col Tabor. Cโรจ in questa salita sul monte lโeco di tutti i racconti di teofania, di rivelazione di Dio dellโAntico Testamento: rivelazione sui monti del Sinai e dellโOreb, che sono unโunica montagna (cf. Es 3,1) salita e discesa da Mosรจ (cf. Es 19-34) e da Elia (cf. 1Re 19,1-18); rivelazione sulla โmontagna della dimora del Signore elevata al di sopra dei montiโ (Is 2,2; Mi 4,1)โฆ Dunque questa salita รจ finalizzata a un evento decisivo, in cui i discepoli beneficeranno di una rivelazione fatta da Dio, di unโepifania che riguarda il loro maestro, confessato poco prima da Pietro come Messia (cf. Mt 16,16). Ed ecco che, mentre Gesรน era in preghiera, โfu trasfiguratoโ (passivo divino), subรฌ un mutamento di forma nei vestiti e nel corpo. Luca, temendo che i lettori comprendano questo evento come un mito, preferisce usare unโespressione piรน neutra: โLโaspetto del suo volto divenne altroโ (Lc 9,29). Qui riscontriamo come lโevento sia in realtร inesprimibile e come il linguaggio degli evangelisti sia inadeguato: Matteo parla di โvesti bianche come la luceโ, Marco le descrive โsplendenti, bianchissime, quali non le potrebbe rendere nessun lavandaioโ, Luca le definisce โsfolgorantiโโฆ
Invece del corpo e del volto umano, quotidiano di Gesรน come lo conoscevano i discepoli, il mutamento fornisce la visione di un volto altro, luminoso, trasfigurato da unโazione che poteva solo essere divina. Se Paolo nellโinno della Lettera ai Filippesi confessava: โColui che era nella forma di Dio โฆ prese la forma di schiavoโ (cf. Fil 2,6-7), nella trasfigurazione colui che aveva la forma di schiavo riprende la sua forma di Dio e risplende di luce divina. Qualcosa della gloria, della luce di Dio risplende in Gesรน, per quanto รจ possibile vedere ai discepoli: Gesรน appare nella forma di uno dei โgiusti splendenti come il sole nel Regno del Padre loroโ (cf. Mt 13,43), come lui stesso aveva rivelato; appare come uno dei santi sapienti โsplendenti nel firmamento come stelle per sempreโ (Dn 12,3). Ciรฒ che accade รจ dunque una vera โCristofaniaโ, una rivelazione di chi รจ il Cristo, il Messia.
In quel momento โsi aprono i cieliโ (cf. Mt 3,16) e appaiono Mosรจ ed Elia in dialogo con Gesรน. Mosรจ ed Elia, la Legge e i Profeti che sintetizzano tutte le Scritture di Israele, lโAntico Testamento, sono accanto a Gesรน come testimoni e interpreti. Anzi, in quel loro โparlare insiemeโ a Gesรน mostrano unโautentica interpretazione spirituale in atto: Gesรน รจ lโermeneuta della Legge e dei Profeti che sempre, โcominciando da Mosรจ e da tutti i Profeti, spiega in tutte le Scritture ciรฒ che si riferisce a luiโ (cf. Lc 24,27); e Mosรจ ed Elia, definiti da Luca โdue uominiโ, sono coloro che, presenti accanto alla tomba vuota, interpreteranno le parole dette da Gesรน nella sua vita e lo proclameranno Crocifisso-Risorto (cf. Lc 24,4-7). Proprio in questโottica, Luca specifica che Mosรจ ed Elia โparlavano con Gesรน del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemmeโ (Lc 9,31). Dunque la Legge e i Profeti testificano la necessitas passionis di Gesรน, lo indicano come il Servo del Signore che deve passare attraverso lโabbassamento e lโinnalzamento, e cosรฌ mostrano la continuitร della fede tra Antica e Nuova Alleanza. Le attese messianiche di Israele sono veramente compiute, e Gesรน il Messia appare come lโesegesi vivente e il compimento autentico delle Scritture.
Nella straordinarietร del momento, Pietro dice a Gesรน: โSignore (Kรฝrios), รจ bello per noi essere qui! Se vuoi, farรฒ qui tre capanne, una per te, una per Mosรจ e una per Eliaโ. Crede forse che sia giunta la fine dei tempi? Pensa alle tende della festa delle Capanne, carica di senso escatologico? Pensa di erigere per Gesรน, Mosรจ ed Elia la tenda dellโincontro fatta da Mosรจ per incontrare Dio (cf. Es 33,7-11)? In ogni caso, i tre discepoli non sanno rispondere a quellโevento, come nellโora del Getsemani, e sono presi da spavento per la rivelazione di cui sono destinatari, lo stesso spavento provato dalle donne nellโalba di Pasquaโฆ
Mentre Pietro sta parlando, ecco arrivare โuna nube luminosa che li copre con la sua ombraโ. Sullo sfondo vi รจ sempre il racconto della teofania rivolta sul Sinai a Mosรจ: sullโalta montagna cโera una nube che la copriva (cf. Es 19,16; 20,21; 24,15; ecc.), simbolo della Presenza di Dio, segno del Dio che รจ sceso, e tuttavia resta nascosto, Santo, separato dal mondo. Questa nube che sul monte indicava la Dimora di Dio passรฒ sul tabernacolo costruito da Mosรจ nel deserto (cf. Es 40,34-35) e, nellโora della dedicazione del tempio, riempรฌ il Santo (cf. 1Re 8,10-12). Questa nube รจ dunque la Shekinah, la Presenza di Dio, letta dalla tradizione rabbinica come Presenza attraverso lo Spirito santo. Lโintroito della messa latina giustamente dice: โLo Spirito santo apparve nella nube luminosa e la voce del Padre risuonรฒโโฆ Questa รจ dunque la risposta alle parole di Pietro: non tre tende fatte da mano dโuomo, ma una nube, la Shekinah di Dio. Ecco la realtร ultima e definitiva: non piรน una tenda, non piรน un tempio, non piรน un Santo dei santi, ma la Dimora-Presenza di Dio รจ in Gesรน Cristo, lui che รจ Dimora, Tempio e Presenza!
E dalla nube della Presenza di Dio ecco venire la voce del Padre, la parola di Dio: โQuesti รจ il Figlio mio, lโamato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo!โ. Gesรน aveva giร ascoltato questa parola nel battesimo, nellโimmersione ricevuta da Giovanni il Battista; allora i cieli si erano aperti e la voce aveva dichiarato a Gesรน solo: โTu sei il Figlio mio, lโamato, in te mi sono compiaciutoโ (Mt 3,17). Di fatto la voce del Padre allora aveva ripetuto le parole dette sul Servo: โEcco il mio Servo che io sostengo, in cui si compiace la mia animaโ (Is 42,1), attestando che il Figlio di Dio รจ il Servo del Signore. Ora questo viene annunciato ai tre discepoli: colui che i discepoli avevano seguito, coinvolti nella sua vita, colui che avevano ascoltato e visto agire come Maestro, Profeta, Messia, รจ rivelato dal Padre come โFiglio amatoโ e โServo del Signoreโ. Sรฌ, attraverso la rivelazione del Padre Gesรน appare insieme come il Messia intronizzato del Salmo 2 (โTu sei mio Figlio, io oggi ti ho generatoโ: Sal 2,7) e come il Servo che Dio stesso presenta a Israele tramite il profeta Isaia (cf. Is 42,1-9).
Vi รจ qui lโincrociarsi delle diverse attese messianiche di Israele: quella di un Messia regale, di un Messia profetico e di un Messia escatologico. Per questo ormai puรฒ risuonare lโinvito: โAscoltatelo!โ, che รจ lโeco della parola di Dio sual profeta escatologico (cf. Dt 18,15) ed รจ anche lโeco dello Shemaโ: โAscolta, Israeleโฆโ (Dt 6,4). Ormai lโascolto di Dio stesso รจ ascolto di Gesรน, del Figlio, Parola vivente di Dio! Mosรจ ed Elia, la Legge e i Profeti, cedono il posto a Gesรน dopo avergli reso testimonianza, perchรฉ ormai รจ lui lโesegesi del Padre (cf. Gv 1,18); รจ lui, Gesรน, che puรฒ dire in veritร chi รจ Dio ed evangelizzarlo, renderlo cioรจ buona notizia per tutti gli esseri umani; รจ lui il Lรณgos, la Parola definitivaโฆ
Ma la visione svanisce, e Gesรน รจ di nuovo contemplato โsoloโ nella quotidianitร umile della natura umana. Poi, mentre scendono dallโalta montagna, Gesรน ordina ai discepoli: โNon parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dellโuomo non sia risorto dai mortiโ. La rivelazione รจ stata straordinaria, ma deve restare sotto silenzio, perchรฉ non sia svelato il segreto messianico prima dellโora della resurrezione.
Al termine di questa lettura puntuale, vorrei evidenziare solo alcuni significati della trasfigurazione per la nostra fede cristiana. Innanzitutto contemplare la trasfigurazione significa comprendere in profonditร lโevento del battesimo di Gesรน. La parola di Dio rivela lโidentitร di Gesรน: egli รจ il Figlio di Dio che deve fare esodo, cioรจ patire-morire-risorgere. Nello stesso tempo lโevento della trasfigurazione annuncia ciรฒ che accadrร a Gerusalemme, quando nellโora della croce il centurione confesserร : โVeramente questโuomo era Figlio di Dio!โ (Mt 27,54). Sรฌ, lโevento della trasfigurazione รจ memoriale del battesimo e oracolo della croce, e la posizione centrale assegnatogli dagli evangelisti vuole indicare questa sua qualitร di memoriale e di profezia.
- Pubblicitร -
La trasfigurazione รจ anche mistero di luce, che illumina tutto il corpo (Israele e la chiesa; Mosรจ, Elia e i discepoli) insieme al Capo. Non cโรจ immagine biblica piรน efficace per narrare lโunitร della fede nei due Testamenti, la centralitร di Gesรน il Messia, la pienezza della rivelazione in lui, lโessere un solo corpo da parte dei credenti che nellโAntico Testamento attendevano il Messia e nel Nuovo lo confessano e lo annunciano.
E infineย la trasfigurazione รจ mistero di trasformazione: il nostro corpo e questa creazione sono chiamati alla trasfigurazione, a diventare โaltroโ; il nostro corpo di miseria diventerร un corpo di gloria (cf. Fil 3,21), e โla creazione che geme e soffre nelle doglie del partoโ (cf. Rm 8,22) conoscerร il mutamento in โcielo nuovo e terra nuovaโ (Ap 21,1). Ciรฒ che รจ avvenuto sul monte Tabor in Gesรน avverrร per tutti i credenti e per il cosmo intero alla fine della storiaโฆ Nellโattesa di quel giorno a noi non resta che contemplare, per quanto ne siamo capaci, โil volto di Cristo su cui risplende la gloria di Dioโ (cf. 2Cor 4,6): cosรฌ, โriflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasfigurati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, attraverso lโazione dello Spirito santoโ (cf. 2Cor 3,18). Cosรฌ nella tua luce vedremo la luce, Signore (cf. Sal 36,10)!
Per gentile concessione dal blog di Enzo Bianchi



