Un mondo sempre piรน violento
La violenza sembra diventata la cifra del nostro mondo: la violenza che scoppia come guerra o come rivolta รจ lโespressione e il sintomo di un malessere piรน profondo. Sono le stesse relazioni umane che appaiono sempre piรน conflittuali, come se vivessimo una regressione primitiva che ci induce a risolvere le questioni provando a eliminare lโaltro. Siamo violenti infatti non solo con le armi, ma siamo aggressivi e assassini anche in modi piรน subdoli: uccidiamo lโaltro anche con una campagna mediatica e denigratoria, uccidiamo lโaltro abusando del nostro potere per evitare che abbia giustizia, uccidiamo lโaltro anche con il silenzio, con lโintenzione di manifestare tutto il nostro disprezzo, negando allโaltro persino il diritto di esistere.
Un Dio mite
Davanti a questo atteggiamento, che molte volte pervade anche il mondo ecclesiale, dove la violenza viene travestita sotto la veste socialmente accettabile della rivendicazione ideologica dei propri diritti o dietro la farisaica pretesa di difendere la norma, le letture di questa domenica ci mettono davanti lโimmagine di un Dio mite che si rivela nellโumiltร di Gesรน.
Sul piede di guerra
Noi, invece, stiamo ancora aspettando il tempo in cui poter spezzare e mettere via lโarco di guerra, anche qualora fosse quello delle amazzoni, stiamo ancora aspettando di mandare in pensione i cavalli da guerra, anche qualora fossero i teologi di punta o i decreti dei tribunali. Al contrario siamo sempre piรน faziosi e si moltiplicano le falangi che affilano le loro armi, trasformando spesso persino il vangelo in testa di ponte per sfondare le opinioni e la vita dei nostri avversari.
Tutto occupato
I violenti sono molto spesso quelli che si ritengono sapienti e dotti, anzi si vantano della loro competenza non compresa, e fanno di questa incomprensione un motivo per giustificare il loro attacco sferrato, come bande armate, contro coloro che hanno lโardire di intralciare il loro cammino.
Paradossalmente, per quanto sapienti e dotti, esperti della legge, cioรจ della parola di Dio, essi non sono coloro a cui il Padre rivela le sue cose. Il motivo รจ molto semplice: coloro che si ritengono sapienti e dotti hanno un cuore tutto occupato dal loro io, dalle loro ragioni e dalle loro convinzioni. Per Dio non cโรจ posto! Il Signore con loro non ha nulla da fare. Sono convinti di sapere giร tutto. La vita di coloro che si ritengono sapienti e dotti รจ una vita pesante, perchรฉ sono sempre intenti a dover dimostrare che sanno piรน degli altri. Sono sempre in gara con la vita.
Uno spazio per Dio
Al contrario il Padre rivela le sue cose ai piccoli, a coloro che sanno di non valere niente. Proprio perchรฉ sono piccoli hanno bisogno che qualcuno si prenda cura di loro, sanno che da soli non potrebbero sopravvivere. Proprio per questo cโรจ nella loro vita uno spazio per Dio. I piccoli non sono violenti, perchรฉ sono ben consapevoli della pochezza delle loro armi: preferiscono usare la zappa per coltivare la terra piuttosto che spaccarla brandendola sulla testa dei loro avversari.
Il peso della competizione
Coloro che si ritengono sapienti e dotti passano la vita a dimostrare quanto sono bravi. Vogliono far vedere a tutti che il solco che hanno tracciato nel campo della loro vita รจ migliore di quello degli altri. Non si rendono conto che sono comunque buoi come tutti gli altri.
Quel giogo, che permette loro di tracciare un solco ineccepibile, diventa inevitabilmente pesante, perchรฉ procedono nella paura di sbagliare e nel timore di essere meno bravi degli altri. Nella tradizione rabbinica il giogo รจ lโimmagine della legge, del precetto, della norma, la cui osservanza scrupolosa permette di rigare dritto.
La relazione
Senza togliere lโimportanza della legge e del comando, Gesรน propone perรฒ un altro giogo, un diverso legame che permette di tracciare solchi, magari meno precisi, ma piรน belli e vitali. Quel giogo รจ la relazione con lui, che rende la vita piรน leggera e aiuta a portare i pesi con piรน dolcezza, liberandosi dalla frustrazione della competizione, del giustizialismo e dellโarroganza.
Norma o relazione
Forse provando a chiedersi come sto vivendo la mia vita, osservando se cammino con pesantezza o con leggerezza nel tentativo di tracciare il solco nel campo della mia vita, posso anche rendermi conto se il giogo a cui mi sono legato รจ la norma o la relazione con Gesรน. Anche la legge infatti puรฒ diventare uno strumento di violenza quando รจ utilizzata per condannare lโavversario o quando viene strumentalizzata per vincere sul nemico che non sono riuscito a battere in un confronto leale.
Scelte difficili
Abbiamo ancora molta strada da fare per rendere il nostro mondo uno spazio di pace, ma non sono neanche cosรฌ sicuro che siamo davvero convinti di volerlo. Forse quel giogo, che รจ il legame con Gesรน, ci spaventa, perchรฉ le relazioni sono comunque sempre esigenti e a noi invece piace fare di testa nostra: la legge possiamo strumentalizzarla in nostro favore, la relazione con Gesรน ci costringe a vivere nella veritร .
Leggersi dentro
- Sei una persona violenta o cerchi di portare pace?
- La tua vita di fede รจ basata su unโosservanza esteriore o sulla relazione con Gesรน?

per gentile concessione di P. Gaetano Piccolo S.I.
Fonte



