don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 22 Giugno 2023

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Pregare con il cuore

Giovedรฌ della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corรฌnziย (2Cor 11,1-11)

Vi ho annunciato gratuitamente il vangelo di Dio.

Fratelli, se soltanto poteste sopportare un poโ€™ di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi sopportate. Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina: vi ho promessi infatti a un unico sposo, per presentarvi a Cristo come vergine casta. Temo perรฒ che, come il serpente con la sua malizia sedusse Eva, cosรฌ i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicitร  e purezza nei riguardi di Cristo.

Infatti, se il primo venuto vi predica un Gesรน diverso da quello che vi abbiamo predicato noi, o se ricevete uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un altro vangelo che non avete ancora sentito, voi siete ben disposti ad accettarlo. Ora, io ritengo di non essere in nulla inferiore a questi โ€œsuper apostoliโ€! E se anche sono un profano nellโ€™arte del parlare, non lo sono perรฒ nella dottrina, come abbiamo dimostrato in tutto e per tutto davanti a voi.

O forse commisi una colpa abbassando me stesso per esaltare voi, quando vi ho annunciato gratuitamente il vangelo di Dio? Ho impoverito altre Chiese accettando il necessario per vivere, allo scopo di servire voi. E, trovandomi presso di voi e pur essendo nel bisogno, non sono stato di peso ad alcuno, perchรฉ alle mie necessitร  hanno provveduto i fratelli giunti dalla Macedonia. In ogni circostanza ho fatto il possibile per non esservi di aggravio e cosรฌ farรฒ in avvenire. Cristo mi รจ testimone: nessuno mi toglierร  questo vanto in terra di Acร ia! Perchรฉ? Forse perchรฉ non vi amo? Lo sa Dio!

La follia della croce

La missione di Paolo non รจ mossa da calcoli umani ma dalla passione del cuore. Questo lo fa apparire un folle davanti a chi annuncia un vangelo troppo conforme ai criteri comunemente usati. Ci sono infatti i cosiddetti ยซsuperapostoliยป che si presentano denigrando Paolo e il suo modo di portare avanti lโ€™evangelizzazione. Paolo sente di aver assimilato i sentimenti di Cristo al punto che, pur non essendo lo sposo, eppure ama la Chiesa con lo stesso cuore di Dio.

Lโ€™apostolo parla di ยซgelosia divinaยป che pervade il suo cuore e che lo spinge a comportarsi come Gesรน stesso, il quale solo per amore si รจ fatto povero fino alla morte di croce per far ricchi tutti gli uomini, senza distinzione. Agli occhi di chi persegue sogni di gloria, quella che splende sul volto del Crocifisso non viene riconosciuta, anzi, รจ disprezzata. Gli empi, descritti nel Libro della Sapienza, non sono quelli che ingiuriano Cristo sulla croce ma sono anche coloro che si attribuiscono unโ€™autoritร  che non viene da Dio ma dal demonio.

Paolo evangelizza con il suo stile di vita perchรฉ appaia chiaramente in lui lโ€™amore di Dio misericordioso e gratuito. Lโ€™apostolo esorta i Corinti a riconoscere i tentativi del demonio di distrarli da Gesรน per distinguere il falso apostolo da quello vero. Il criterio del discernimento รจ la povertร  grazie alla quale cโ€™รจ veramente compassione e caritร . Senza la povertร  vissuta, piรน che proclamata a parole, si fa spazio lโ€™ipocrisia e con essa la divisione nella comunitร  condannata allโ€™estinzione.

+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 6,7-15

Voi dunque pregate cosรฌ.

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:

ยซPregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perchรฉ il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.

Voi dunque pregate cosรฌ:

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Padre nostro che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontร ,

come in cielo cosรฌ in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

e rimetti a noi i nostri debiti

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male.

Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che รจ nei cieli perdonerร  anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerร  le vostre colpeยป.

Pregare con il cuore

Lโ€™insegnamento di Gesรน sulla preghiera costituisce il cuore del discorso delle beatitudini perchรฉ essa rappresenta il muro portante che regge lโ€™edificio della nostra vita spirituale. Il Maestro mette in guardia da due atteggiamenti che fanno crescere storto questo muro e che lo rendono pericolante e precario. Si tratta dellโ€™ipocrisia di chi, sebbene si mostri devoto, รจ vuoto di Spirito ma pieno di sรฉ; gli interessa accreditarsi agli occhi degli altri piuttosto che entrare in intimitร  con Dio. Lโ€™altro pericolo รจ quello di imitare i pagani nella verbositร  della loro preghiera e nella pompositร  dei loro sacrifici. Tutto ciรฒ che รจ ยซbaroccoยป, ridondante, ampolloso, eccentrico, risulta pesante e incapace di raggiungere il cielo. La preghiera rischia di essere unโ€™autocelebrazione e la liturgia una realtร  staccata dalla vita. Non sono le chiacchiere che aprono il Cielo, ma la preghiera del povero.

La preghiera per esprimersi, piรน che di un luogo o linguaggi specifici, ha bisogno dello spazio interiore nel quale lโ€™uomo si pone alla presenza del Padre per ascoltarlo e farsi ascoltare da Lui. Gesรน ci insegna a pregare non tanto suggerendoci delle parole da dire, ma indicandoci una postura spirituale da tenere. Con il suo esempio ci aiuta a metterci alla presenza di Dio in un modo tale da permettere a Lui di incontrarci tra le pieghe e le piaghe della nostra vita.

Non diciamo cose nuove o sveliamo segreti; infatti nรฉ io, confessando i miei peccati o le mie angosce, rivelo qualcosa che Dio non sappia, nรฉ il Signore mi fa conoscere ciรฒ che io non conosca.

Pregare significa tornare dal Padre, cioรจ volgere il nostro viso verso il Cielo consegnandoci a Lui nudi, come siamo, cioรจ privi di meriti ma animati solamente dalla speranza e dalla fiducia nel suo amore. Elevare il cuore a Dio nella preghiera ci offre la possibilitร  di essere davanti a Lui non come un giudice dalla cui sentenza dipende la nostra sorte, ma significa affidarci alle mani di una madre che con amorevolezza cura le ferite e con premura riveste e ridona dignitร  ai figli che lโ€™hanno perduta.

Pregando ci specchiamo negli occhi di Dio che non sono iniettati di risentimento, ma brillano per la gioia perchรฉ contemplano il volto del figlio amato che ritorna a Lui. In quegli occhi non vediamo solo noi, ma anche gli altri, i nostri fratelli per i quali รจ riservata la stessa ricompensa.

Pregando contempliamo il volto del Padre, ma anche il nostro come Dio ci sogna. I suoi occhi sono come una finestra spalancata sul nostro futuro, la pienezza di vita nella comunione dei santi. Il perdono ai nostri fratelli, superando le resistenze che il Maligno ci mette nel cuore, altro anticipa nel presente la gioia della comunione fraterna nellโ€™eternitร .

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร  biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna