Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 18 Gennaio 2023

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Ci sono momenti in cui dobbiamo imparare molte cose da capo: un inserimento in una nuova scuola, un trasloco, un cambio di lavoro, o, in modo piรน radicale, il matrimonio, la nascita di un figlio, lโ€™ingresso in noviziatoโ€ฆ Tali momenti speciali, pietre miliari nel cammino della nostra vita, Gesรน li vive ogni giorno, si lascia interrogare da ogni persona che incontra: Gesรน fa propria la sofferenza di un uomo che non puรฒ lavorare, che si sente diverso dagli altri, e proprio a partire da questa sofferenza si chiede che cosa significhi il comandamento del riposo sabbatico.

โ€œCi sono sei giorni in cui lavorare, il sabato appartiene a Dioโ€. Chi studiava la Torah, lโ€™Istruzione di Dio, si era interrogato su che cosa significasse lavorare, e aveva diviso le azioni umane tra quello che era lavoro e quello che lavoro non era. Soccorrere una persona in pericolo di morte non era lavoro.

Ma Gesรน sa di essere di fronte a una persona che non รจ in pericolo di vita. Sa che, secondo la legge, dovrebbe aspettare lโ€™indomani per curarla. Sa, ma questo sapere non gli basta: riconosce che lasciare lโ€™uomo cosรฌ, non fare il bene oggi, significa fare il male, e non soccorrere quella vita รจ ucciderla.

Dopo aver messo lโ€™uomo dalla mano inaridita al centro di tutti, agisce. Si attira cosรฌ lโ€™odio di quanti non sono disposti a cambiare il proprio sapere per una persona che semplicemente si trova lรฌ, nella sinagoga. La rigiditร  uccide. Lasciarsi ferire, mettere in discussione e cambiare, salva una vita, ma non la propria. Alla fine, queste sono le alternative. A noi la scelta.

Stefano Corticelli SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato