Neanche Dio si salva da solo

Che cosa hanno visto di cosรฌ grande? E come mai non tornano delusi ma al contrario glorificano Dio e annunciano a tutti la loro esperienza? Che cosa hanno imparato da questa esperienza cosรฌ piccola e se ci pensiamo bene anche per noi tutto sommato banale?
Nella sua lettera per la 56esima Giornata Mondiale per la Pace, che si celebra il primo giorno del nuovo anno, Papa Francesco, facendo un breve bilancio del 2022 che si chiude con lโesperienza dolorosa della Pandemia e del riesplodere di nuove guerre tra le quali quella terribile in Ucraina, si chiede: โQuali segni di vita e di speranza possiamo cogliere per andare avanti e cercare di rendere migliore il nostro mondo?โ.
Cosa abbiamo imparato da questo anno che si chiude con ancora tante ferite aperte e che non si rimarginano, anzi sembrano aggravarsi? Abbiamo anche noi, come per i pastori del Vangelo, motivi per dare gloria a Dio oppure ne abbiamo di piรน per โmaledirloโ o rimanerne indifferenti, chiudendoci ancora di piรน nel piccolo personale spazio del โsi salvi chi puรฒโ?
Forse i pastori essendo ignoranti e semplici non hanno capito nulla della storia e danno gloria a Dio perchรฉ non hanno le capacitร di capire la realtร della storia, e sono come quei bambini a cui basta poco per ridere e o piangere.
Oppure proprio per la loro semplicitร e povertร hanno meno durezza di cuore e colgono che proprio in quel piccolo segno del bambino cโรจ la grandezza di Dio, hanno imparato che Dio รจ grande con i piccoli, che cambia la grande storia con le piccole storie, che mostra la sua potenza proprio dentro la debolezza umana dellโamore.
Nessuno si salva da solo, nemmeno Dio! Gesรน sarebbe morto senza la cura di due genitori, senza il calore della stalla, senza la comunitร dei poveri che accorrono a luiโฆ Nessuno di noi si salva da solo dal covid cosรฌ come dalla guerra e da ogni forma di violenza e sofferenza. Ed รจ solo lโamore che ci riconnette e ci salva dentro i mille pericoli e debolezze che caratterizzano la vita umana.
In una bella scena del film โForrest Gumpโ del 1993, il protagonista, caratterizzato da una totale semplicitร e bontร dโanimo, nel mezzo di una terribile battaglia in Vietnam, spinto solo dal voler salvare piรน compagni possibili, senza alcun altro pensiero, corre da una parte allโaltra della foresta per sottrarre i soldati feriti dalla morte certa, compreso il tenente Dan. Questโultimo lo maledirร a lungo per non averlo lasciato morire perchรฉ vivo ma ferito, ha perso entrambe le gambe e ora si sente inutile nella societร e abbandonato da Dio. Ci vorrร del tempo e soprattutto lโamicizia del semplice Forrest, ma anche il tenente Dan supererร la tristezza e il senso di fallimento per non avere le gambe, arrivando ad amare la vita e anche a fare pace con Dio, che rivela la sua salvezza per strade che non tutti riescono a comprendere se non proprio a chi รจ semplice, aperto alla vita e soprattutto spinto solo dellโamore.
Ecco cosa hanno visto i pastori quella notte nella mangiatoia di Betlemme, un segno che offre riconciliazione con la vita, che per quanto sia difficile e piena di durezze, violenze e sofferenze, rimane pur sempre vita e carica di amore. Dio salva la storia umana con noi e non senza di noi. Lui ha bisogno di quella parte di amore semplice e totale che abbiamo dentro tutti con la quale possiamo salvare la Storia, il pianeta e tutti gli esseri umani.
Gesรน, figlio di Maria, madre di Dio, bambino debole e forte, pieno della nostra stessa povertร e voglia di vivere, ci porta a fare pace con noi stessi, con la storia che abbiamo dietro e davanti a noi, ci porta a fare pace con Dio e con Dio costruire la pace.
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)



