Perduti e salvati
Abbiamo bisogno di salvezza. Ho bisogno di salvezza, urgentemente.
Di una soluzione, di qualcuno che mi aiuti a mettere ordine nel mio caos interiore, qualcuno che intervenga nella Storia, che faccia giustizia, che convinca alla pace.
Abbiamo bisogno di un salvatore. Urgentemente.
E lo cerchiamo con affanno, siamo disposti ad ascoltare le sirene di quanti propongono soluzioni definitive. Lo attendiamo sperando ci sia un politico, un imprenditore, un uomo di spettacolo, un guru, qualcuno, chiunque!, capace di toglierci dal buio. Siamo disposti a tutto, purchรฉ facciano loro, purchรฉ faccia lui.
Solo che, spesso, cerchiamo salvatori senza ammettere di esserci perduti.
Salvatori a buon mercato, diciamo, loro a salvare, a salvarci, noi seduti a guardare (disposti perรฒ a ringraziare, nel caso). No, non ci sentiamo davvero persi, non scherziamo. Confusi sรฌ, ma non persi.ย
Temiamo la disperazione, ci inorridisce lโassurdo.
Senza ammettere di esserci persi, spaventati dalla serietร della vita, dallโineluttabilitร dellโesistere, senza ammettere, semplicemente, che non abbiano in noi tutte le risposte, che da soli non ce la possiamo fare, che la risposta di senso e di felicitร , pur avendo bisogno di noi, di trova fuori da noi, non sappiamo piรน cosa sia la salvezza.
E nellโultima domenica dellโanno liturgico la Parola ha ancora qualcosa da dire, unโindicazione forte, destabilizzante, inattesa, rivolta ai cercatori di salvezza, nella Solennitร di Gesรน Cristo re dellโUniverso. Una titolazione un poโ aulica, forse desueta, ma che proclama con forza quanto i discepoli hanno sperimentato: Gesรน รจ la risposta di ogni ricerca, e il mondo non sta precipitando nel caos, ma nelle sue braccia.
Gesรน รจ la salvezza, lโunica salvezza, la mia salvezza.
La tua, se vuoi.
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Tu sei re?
Tu sei re? (Gv 18,34), chiede uno stranito procuratore a quello scappato di casa che gli hanno portato per essere giudicato e crocefisso. Non crede ai suoi occhi il disincantato e spregiudicato Pilato: quale pericolo puรฒ rappresentare quello svaporato che gli sta dinnanzi? Eppure, se il Sinedrio si รจ umiliato chiedendogli un favore, deve esserci qualcosa di nascostoโฆ
Tu sei re? Ci chiediamo davanti alla croce: davanti al piรน sconfitto fra gli sconfitti, al piรน fragile tra i fragili. Un re senza trono e senza scettro, appeso nudo ad una croce, un re che necessita di un cartello per essere identificato. Non un re trionfante, non un Dio onnipotente, ma un uomo nudo, mostrato, sfigurato, piagato, arreso, sconfitto.ย
Una sconfitta che, per Lui, per Dio, รจ il definitivo e inequivocabile segno del dono di sรฉ.
Un Dio sconfitto per amore, un Dio che โ inaspettatamente โ manifesta la sua grandezza nellโamore e nel perdono. Dio โ lui sรฌ โ si mette in gioco, si scopre, si svela, si consegna.ย
Ecco Dio, รจ qui, appeso. Ecco il salvatore. Nudo.
Salva te stesso
Mette i brividi il vangelo di oggi, che dice in che senso Cristo รจ re.
Gesรน รจ appeso, agonizzante. Intorno a lui la folla, che poche ore prima ne chiedeva con forza la morte, tace, sgomenta.ย
In pochi parlano, i sacerdoti, i soldati romani pagani e uno dei ladri, e ripetono lo stesso mantra: Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso.ย
Vuoi che ti crediamo? (Dopo averlo appeso), dimostra che sei ciรฒ che dici scendendo dalla croce e salvandoti. Salva te stesso e ti crederemo.
Giusto. ร esattamente ciรฒ che pensiamo di Dio.
Dio รจ Dio perchรฉ pensa solo a se stesso. Perchรฉ non si occupa degli altri, perchรฉ non he remore morali o densi di colpa. ร un segno di debolezza il dover dipendere dagli altri.ย
Il potente, cosรฌ come ce lo immaginiamo (Dio, il miliardario, lo sfrontato, fate voi), รจ colui che salva se stesso, che puรฒ permettersi di pensare solo a sรฉ, ha i mezzi per essere soddisfatto, senza avere bisogno degli altri.ย
Dio รจ ciรฒ che non possiamo permetterci di essere, il piรน potente dei potenti, che puรฒ tutto, che non ha bisogno di niente e di nessuno, beato lui!ย
Per dimostrare di essere veramente Dio, Gesรน deve salvare se stesso, perchรฉ per molti, ancora, Dio รจ il Sommo egoista bastante a se stesso, beato nella sua perfetta, asettica, immarcescibile solitudine.ย
Non รจ cosรฌ.
Il nostro Dio non salva se stesso, salva noi, salva me.ย
Dio si auto-realizza donandosi, relazionandosi, aprendosi a me, a noi.
Questa รจ la sua regalitร . Dio รจ re perchรฉ salva gli altri, noi, non se stesso.ย
Ladri e ladroni
I due ladri sono come noi; il primo sfida Dio, lo mette alla prova: se esisti, toglimi dalla croce, liberami da questa sofferenza, salva te stesso (di nuovo!) e noi, e me. Concepisce Dio come un re di cui essere suddito, ma lo riconosce re solo se Dio si fa suo suddito. Non ammette le sue responsabilitร , non รจ adulto per rileggere la sua vita, tenta il colpo. Non รจ amorevole la sua richiesta: trasuda piccineria ed egoismo, servilismo e sfida. Come – spesso โ รจ la nostra fede e la nostra preghiera. Cosa ci guadagno se credo?
Lโaltro ladro, invece, รจ solo stupito.ย
Non sa capacitarsi di ciรฒ che accade: Dio รจ lรฌ che condivide con lui la sofferenza. Una sofferenza conseguenza delle sue scelte, la sua. Innocente e pura, quella di Dio.ย
Ammette di essersi perso, perciรฒ viene salvato.
Un ladro buono, dice la tradizione, nel senso di abile, aggiungo io: ha fatto il colpo piรน spettacolare della sua vita, ha rubato il paradiso.
Ecco lโicona del discepolo: colui che si accorge che il vero volto di Dio รจ la compassione e che il vero volto dellโuomo รจ la tenerezza e il perdono. Nella sofferenza possiamo cadere nella disperazione o ai piedi della croce e confessare: davvero questโuomo รจ il Figlio di Dio.
Ecco il tuo re, Israele.
Ecco il tuo re, discepoli del Signore, chiamati a costruire la profezia di un mondo nuovo e riconciliato che รจ la Chiesa. Un re umile, donato, pacificato, versato.
Tremo, stordito.
Lo voglio davvero un Dio cosรฌ? Un Dio debole che sta dalla parte dei deboli? ร questo, davvero, il Dio che voglio? No, io preferisco un Dio potente che mi risolve i problemi e sono disposto a sfinirmi di preghiere per convincerlo!ย
Ecco lโultima provocazione che la Liturgia ci offre a conclusione del nostro cammino: di quale Dio vogliamo essere discepoli? Di quale re vogliamo essere sudditi?
Non date risposte affrettate, per favore, altrimenti ci tocca convertirci.
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Io ci sono e sono con voi. Ogni giorno alle 20 (Alle 21 la domenica) sui miei canali Facebook e Youtube non mancate la piccola lectio #FTC per far crescere la fede e la speranza in questo tempo di Coronavirus
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