Vivere da vivi
Ci sono persone che credono in un Dio orribile.
Proiezione delle loro abitudini, sommo garante delle loro convinzioni, custode del loro modo di vedere le cose. Un Dio servo, non da servire senza attendersi nulla.
E a custodire la loro immagine di Dio dedicano forza ed energia.
Fintamente riflettono. Fintamente si mettono in discussione. Elaborano complessi ragionamenti per darsi ragione, per applaudirsi vicendevolmente, giudicando inopportuno il comportamento di chi non fa come loro, criticando aspramente, ridicolizzandole, le idee di chi non si appiattisce ai loro ragionamenti.
Si dicono difensori della veritร della tradizione che, incredibilmente assomiglia molto alle loro opinioni.
Cosรฌ sono i sadducei, i discendenti del primo sommo sacerdote di Salomone, Zadok, gli aristocratici di Gerusalemme, custodi delle veritร da custodire, indispettiti dagli zelanti farisei ben piรน ammirati di loro dal popolo.
Custodivano come vere solo le parole del Pentateuco, tutto il resto era inutile moda. Anzi, aveva finito col corrompere la veritร immutabile di Dio.
Come la convinzione della sopravvivenza dellโanima.
Inutile concessione alla modernitร .
- Pubblicitร -
Levirato
Se la vita oltre la morte, come professavano i farisei, consisteva nel prolungamento della vita terrena, la questione posta dagli scettici sadducei era obiettivamente complessa.
La loro domanda intende ridicolizzare la fede nella sopravvivenza dellโanima.
Tanto era importante la discendenza di una persona che una vedova era tenuta a dare un figlio al marito defunto unendosi temporaneamente al cognato.
Da questo punto di vista lโassurda situazione della vedova โammazza-maritiโ contesta contro la fede nella sopravvivenza dellโanima.
La trappola รจ tesa, sfacciata, impudica, i sadducei sanno bene che la questione รจ assurda e irreale ma tanto basta per dimostrare che loro hanno ragione e che i farisei e quel Nazareno saccente hanno clamorosamente torto: non esiste nessuna sopravvivenza dellโanima.
Una volta morto, il defunto, come anima evanescente, vaga nelloย Sheol.ย Punto.
Idioti.
Non sanno con chi hanno a che fare.
Immenso
Gesรน non li manda a stendere, come avrei fatto io.
Argomenta, citando proprio quel Pentateuco strenuamente difeso dai sadducei.
Sbagliano, e tanto.
Gesรน conosce la Parola. La medita, la scruta, la prega, illumina le sue scelte.
Quando Dio parla a Mosรจ dal roveto si riferisce ai Patriarchi come se fossero ancora vivi, presenti, quindi le anime sono eterne, afferma il Signore. Grandissimo esegeta. Fine teologo.
Gesรน, a partire da quel testo, invita gli uditori ad alzare lo sguardo da una visione che proietta nellโoltre morte, di fatto, le ansie e le attese della vita terrena.
ร una nuova dimensione quella che Gesรน propone: la resurrezione, in cui Gesรน crede, non รจ la continuazione dei rapporti terreni, ma una nuova dimensione, una pienezza iniziata e mai conclusa, che non annienta gli affetti (Nel regno ci riconosceremo, ma saremo tutti nel Tutto!), che valorizza la singolaritร di ognuno di noi (siamo unici davanti a Dio, non riciclabili, e la vita non รจ una punizione da cui fuggire, ma unโopportunitร in cui riconoscerci!), e ci spinge ad avere fiducia in un Dio dinamico e vivo, non imbalsamato!
Di piรน
Ma cโรจ un dettaglio straordinario.
Gesรน parla di Dio, del Dio che sta imparando a conoscere, che lo abita, che vuole testimoniare.
Non รจ il Dio delle teorie teologiche, dei ragionamenti, delle convinzioni da reiterare stancamente.
ร il Dioย diย Abramo,ย diย Isacco,ย diย Giacobbe.
Cosรฌ si presenta a Mosรจ, e a noi.
Sarร anche il Dioย diย Mosรจ. Eย diย Gesรน.
ร il Dioย diย qualcuno, un Dio personale che possiamo incontrare, conoscere, che ci rivela a noi stessi. Il Dioย di.
ร il Dio di chi vive da vivo, non di chi vive da morto. Non di chi costruisce morte intorno a sรฉ. Il Dio della compassione e della tenerezza, della festa e della danza, della pienezza e della consolazione.
ร ilย mioย Dio, ilย tuoย Dio.
Fino a quando Dio non diventa il Dioย di, non raggiunge i cuori, rimane teoria, opinione, discussione, opinione. Solo quando incrocia la nostra vita diventa ilย mioย Dio.
Non nel senso che ognuno si costruisce un Dio a propria immagine e somiglianza, ma nel senso che ognuno รจ chiamato a farne esperienza nella propria unicitร .
E quanto ci accomuna la nostra unicitร ย (The Sun).
Allora
Allora vedendoci vivere da vivi, vedendoci vivere da salvati, vedendoci cercatori e mendicanti felici e liberi, qualcuno ci potrร chiede lโorigine della nostra tenace felicitร , incarnata e sanguinante, non sciocca e superficiale.
E allora anche noi potremo dire: ho conosciuto il Dioย diย Gesรน.
Ora รจ diventato ilย mioย Dio.
Se vuoi te lo racconto.
***
Io ci sono e sono con voi. Ogni giorno alle 20 (Alle 21 la domenica) sui miei canali Facebook e Youtube non mancate la piccola lectio #FTC per far crescere la fede e la speranza in questo tempo di Coronavirus
Lโevangelizzazione continua con i webinar ogni alle 21: In principio, Commento a Gn 1 e 2 (3 incontri in diretta o differita). A seguire 5 incontri sul Credo. Li puoi acquistare su passaparola.org.



