Padre Fernando Armellini, biblista Dehoniano, commenta il Vangelo di domenica 30 Ottobreย 2022.
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Scrutati dagli uomini, contemplati da Dio
Su una tela bianca il nostro sguardo nota subito il puntino nero o lo spruzzo di fango. Per uno strano automatismo i nostri occhi sono immediatamente richiamati dal particolare che deturpa.
Accade: un difetto, una manchevolezza, una menomazione divengono spunti per soprannomi, allusioni e battute, a volte innocenti, altre sarcastiche.
Lo sguardo dellโuomoย รจ crudele: si sofferma soprattutto sulle macchie, sui limiti, sugli aspetti deteriori.
ร cosรฌ ancheย lo sguardo di Dio? Se sรฌ, sono guai per tutti perchรฉ โi cieli non sono puri ai suoi occhi; quanto meno un essere abominevole e corrotto, lโuomo che beve lโiniquitร come acquaโ (Gb 15,15-16).
Dobbiamo avere paura dello sguardo di Dio?
Dio ti vede!ย Ricordiamo questo richiamo usato spesso dagli educatori e dai catechisti del passato come deterrente per prevenire comportamenti errati.
Quel triangoloย con al centroย lโocchio di Dioย che ci scrutava incuteva riverenza e timore.
Il pensiero che forse ci ha sfiorato piรน volte รจ che avremmo fatto volentieri a meno di questo Dio โpoliziottoโ.
ร corretto โ anche se per ottenere comportamenti buoni โ presentare Dio cosรฌ?
Il suo sguardo รจ quello dellโinvestigatore che cerca i motivi per condannare o รจ lโabbraccio tenero del Padre che comprende, scusa, coglie sempre e solo ciรฒ che รจ bello e amabile nei suoi figli?
La risposta a queste domande ci riguarda.
Per interiorizzare il messaggio, ripeteremo:
โQuando venivo formato nel grembo di mia madre, i tuoi occhi mi hanno contemplato, o Signoreโ.
Prima Lettura (Sap 11,22-12,2)
Signore,ย 22ย tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
23ย Hai compassione di tutti, perchรฉ tutto tu puoi,
non guardi ai peccati degli uomini,
in vista del pentimento.
24ย Poichรฉ tu ami tutte le cose esistenti
e nulla disprezzi di quanto hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non lโavresti neppure creata.
25ย Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?
O conservarsi se tu non lโavessi chiamata allโesistenza?
26ย Tu risparmi tutte le cose,
perchรฉ tutte son tue, Signore, amante della vita,
1ย poichรฉ il tuo spirito incorruttibile รจ in tutte le cose.
12,2ย Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli
e li ammonisci ricordando loro i propri peccati,
perchรฉ, rinnegata la malvagitร , credano in te, Signore.
La preghiera del mattino dโogni pio israelita comincia con le parole: โRicorda Israele!โฆโ.
Israele รจ un popolo che non dimentica. Ricorda ciรฒ che i suoi padri hanno sofferto in Egitto: sono stati percossi, umiliati, sottoposti a duri lavori; poi il Signore li ha liberati colpendo i loro oppressori con duri castighi.
Questโarticolo fondamentale del Credo israelita sembrerebbe un invito a detestare per sempre gli Egiziani.
Invece, sia nella Bibbia sia nella tradizione giudaica gli egiziani non sono mai esecrati e maledetti.
Non tutti hanno sempre condiviso questi sentimenti nobili. Molti si sono chiesti invece per quale ragione il Signore non li abbia annientati. Perchรฉ non li ha colpiti con piaghe ancora piรน dure? Perchรฉ tanta moderazione nei loro confronti?
La lettura riferisce la risposta che un pio israelita, vissuto ad Alessandria dโEgitto pochi anni prima di Cristo, dร a questo interrogativo. A coloro che considerano eccessiva, ingiustificata la pazienza del Signore egli cerca di far capire le ragioni del suo comportamento.
Ricorda anzitutto cheย egli ha occhi diversi dai nostri.
Contemplando il cielo stellato e gli astri del firmamento, lโuomo rimane stupito di fronte allโimmensitร del creato. Dio invece vede โtutto il mondo come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terraโ (Sap 11,21-22).
Egliย รจ paziente perchรฉ รจ forte, perchรฉ รจ grande eย puรฒ tuttoย (v.23a).
I deboli aggrediscono con violenza i loro avversari perchรฉ hanno paura. Chi รจ forte non si preoccupa, tollera tutto, non si sente minacciato.
Dio ha uno sguardo indulgente e misericordioso perchรฉ nulla lo spaventa.
Lascia che gli uomini agiscano con libertร , mantiene sempre la calma, non si spaventa se li vede commettere errori perchรฉ รจ certo che il gioco non gli sfuggirร di mano.
Lโintolleranza nei confronti di chi commette peccati, lโaggressione contro chi pensa o si comporta in modo diverso, nascono dallโinsicurezza, dalla paura, dalla sensazione che le forze del male possano divenire incontrollabili.
La seconda ragione della moderazione di Dio nei confronti degli Egiziani: egli non considera,ย non vede i peccati degli uomini, in vista del pentimentoย (v.23b).
Se castiga non lo fa per distruggere il peccatore, ma per ricuperarlo, per condurlo al pentimento.
Egli non conosce la vendetta, la rappresaglia, la punizione, ma solo lโamore e la salvezza.
Non desidera la morte del peccatore, ma che desista dalla sua cattiva condotta e viva (Ez 18,23).
Un profeta anonimo, vissuto un centinaio dโanni prima, ha annunciato un evento inaudito: la conversione degli assiri e degli egiziani destinati a formare, insieme con Israele, un unico popolo. Il Signore degli eserciti โ dice โ li benedirร cosรฌ: โBenedetto siaย lโegiziano mio popolo, lโassiro opera delle mie mani e Israele mia ereditร โ (Is 19,25).
Lโautore del libro della Sapienza ha assimilato questa mentalitร universalistica che il Signore cercava pazientemente di inculcare nel suo popolo Israele.
La terza ragione:ย Il Signore osserva con amore tutto il creatoย perchรฉ tutto ciรฒ che esiste รจ opera sua.
Egli non disprezza nulla di quanto ha fatto. Non odia nessuno, ama tutti: buoni e cattivi, perchรฉ tutti sono sue creature e tutti, per il fatto stesso di esistere, portano in sรฉ qualcosa di buono.
Egli รจ il Signore โamante della vitaโ (vv.24-26). I suoi occhi non sono mai accecati dal desiderio di vendetta, come avviene spesso per quelli dellโuomo.
Raccontavano i rabbini che, dopo il passaggio del Mar Rosso, gli angeli avrebbero voluto unire le loro voci a quelle degli israeliti che inneggiavano perchรฉ il faraone e la sua armata erano stati sommersi dalle acque. Ma il Signore intervenne e disse: โCome potete cantare mentre i miei figli stanno morendo? I flutti stanno inghiottendo le mie creature e voi volete intonare un cantico?โ.
La lettura si chiude con lโinterpretazione teologica deiย castighiย che Dio ha inflitto agli Egiziani: non si tratta di castighi, ma diย medicineย (12,1โ2). Come si fa con le medicine, ha impiegatoย le piagheย in piccole dosi. Non voleva distruggere, ma ammonire i colpevoli, farli rinsavire, far loro comprendere che erano usciti dal retto cammino, spingerli a rinnegare le loro malvagitร e condurli alla fede.
Seconda Lettura (2 Ts 1,11-2,2)
Fratelli,ย 11ย preghiamo di continuo per voi, perchรฉ il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontร di bene e lโopera della vostra fede;ย 12ย perchรฉ sia glorificato il nome del Signore nostro Gesรน in voi e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesรน Cristo.
2,1ย Ora vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesรน Cristo e alla nostra riunione con lui,ย 2ย di non lasciarvi cosรฌ facilmente confondere e turbare, nรฉ da pretese ispirazioni, nรฉ da parole, nรฉ da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente.
I cristiani di Tessalonica stanno attraversando un momento piuttosto difficile: nella loro comunitร si sono infiltrati alcuni visionari che annunciano come imminente la fine del mondo.
Per diffondere piรน facilmente le loro insane farneticazioni, questi predicatori affermano di riferire il pensiero di Paolo e, come prova, mostrano alcune lettere che giurano di avere ricevuto da lui (2,2).
LโApostolo raccomanda ai cristiani di Tessalonica di stare attenti, di non farsi influenzare da questi fanatici che, invece di annunciare il Vangelo, diffondono โvisioniโ e โispirazioni personaliโ.
I momenti difficili costituiscono il terreno ideale in cui trovano credito gli allucinati che predicano le loro fantasticherie. Si tratta di gente che vuole sfuggire alle difficoltร della vita.
Paolo prega Dio affinchรฉ i tessalonicesi giungano a capire dove sta la veritร e chiede che il Signore sia glorificato non mediante chiacchiere di gente illusa, ma dalla testimonianza dโamore concreto di cui danno prova i membri della comunitร .
Vangelo (Lc 19,1-10)
1ย Entrato in Gerico, attraversava la cittร .ย 2ย Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco,ย 3ย cercava di vedere quale fosse Gesรน, ma non gli riusciva a causa della folla, poichรฉ era piccolo di statura.ย 4ย Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salรฌ su un sicomoro, poichรฉ doveva passare di lร .ย 5ย Quando giunse sul luogo, Gesรน alzรฒ lo sguardo e gli disse: โZaccheo, scendi subito, perchรฉ oggi devo fermarmi a casa tuaโ.ย 6ย In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.ย 7ย Vedendo ciรฒ, tutti mormoravano: โร andato ad alloggiare da un peccatore!โ.ย 8ย Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: โEcco, Signore, io do la metร dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tantoโ.ย 9ย Gesรน gli rispose: โOggi la salvezza รจ entrata in questa casa, perchรฉ anchโegli รจ figlio di Abramo;ย 10ย il Figlio dellโuomo, infatti, รจ venuto a cercare e a salvare ciรฒ che era perdutoโ.
Al tempo di Gesรน, la gente del popolo prendeva un solo pasto al giorno, la sera: รจ comprensibile che gli israeliti abbiano immaginato il regno di Dio come una cena eterna dove tutti finalmente avrebbero mangiato a sazietร . La profezia cui facevano riferimento era stata proferita da Isaia: โIl Signore preparerร un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinatiโ (Is 25,6).
Siccome poi i banchetti di questo mondo erano unโimmagine del mondo futuro, riunire attorno alla stessa mensa giusti e peccatori era ritenuta una bestemmia contro la santitร di Dio che li voleva separati. Lโesclusione doveva costituire per i malvagi un perentorio richiamo alla conversione.
Questa convinzione era condivisa da tutti in Israele, ciรฒ spiega la sorpresa suscitata dal comportamento di Gesรน.
Il brano inizia presentando il Maestro che entra in Gerico e attraversa la cittร accompagnato dalla folla e dai discepoli (v.1).
Allโentrata della cittร ha appena curato un mendicante cieco che lo supplicava: โSignore, che io riabbia la vistaโ (Lc 18,35-43). Lโaccostamento di questi due fatti non รจ casuale. La guarigione del cieco e il โrecuperoโ di Zaccheo si richiamano e si illuminano a vicenda.
Sia il cieco che Zaccheoย desiderano vedereย e Gesรน che compie per loro un prodigio, capovolge la loro condizione ritenuta irrecuperabile.
In ambedue i racconti si parla diย una follaย che segue il Maestro, ma che non lo comprende, lo critica, si oppone alle sue scelte e alla sua opera salvifica.
Ambedue i racconti infine si chiudono ricordando gli effetti sconvolgenti โย la visione nuovaย del mondo e della vita โ prodotti dallโincontro con la luce donata da Gesรน.
Nel brano di oggi chi cerca diย vedereย รจ un pubblicano ricco che si chiama Zaccheo.
Per una strana beffa del destino il nome che porta significaย il puro,ย il giusto. I pubblicani sono considerati da tutti โ e con ragione โ dei ladri e Zaccheo non solo รจ un pubblicano, ma รจย un capo dei pubblicani. Luca inventa addirittura un vocabolo per definirlo meglio: lo chiamaย arcipubblicanoย โ un termine che in greco non esiste โ come direย arciladro. Altro che puro!
Oltre al nome, lโevangelista nota un altro particolare:ย era piccolo di statura. Non si tratta di una banale informazione sul fisico di Zaccheo. ร lโimmagine di come egli appareย agli occhi di tutti: uno sgorbio insignificante, un fastidioso puntino nero in una societร immacolata, uno degli esclusi dal banchetto del regno di Dio.
Zaccheo รจ ben cosciente della sua condizione, ma lโesclusione dal consesso dei giusti non lo amareggia piรน di tanto.
ร convinto che lโessere accomunato a persone che osservano scrupolosamente la legge, ma che sono ipocrite, supponenti, compiaciute della loro giustizia, non lo avvantaggerebbe di molto.
Da un lato vorrebbe, sรฌ, prendere le distanze dal gruppo dei peccatori fra i quali sa di essere giustamente catalogato, ma quale sarebbe lโalternativa? Lโadesione alla setta dei farisei? Non troverebbe la risposta ai suoi tormenti, alle sue inquietudini.
Ha avuto tutto dalla vita, eppure รจ profondamente insoddisfatto.
Ha partecipato a tanti banchetti, ma รจ ancora alla ricerca del cibo che sazia. Il bisogno che prova รจ cosรฌ impellente, cosรฌ incoercibile che per soddisfarlo รจ disposto a sfidare i lazzi divertiti di una folla che non lโha in simpatia.
Vuole vedere Gesรนย perchรฉ โ pensa โ รจ forse lui lโunico in grado di capire le sue angosce e il suo dramma interiore e,ย per poterlo vedereย sale su un sicomoro (v.3).
Stupisce il fatto che si sia arrampicato su un sicomoro. Perchรฉ non รจ salito sul terrazzo di una delle tante case che si affacciano sulla via principale? Forse perchรฉ nessuno ha accettato di ospitarlo; non solo non gli รจ stata aperta alcuna porta, ma non gli รจ stato nemmeno permesso di calpestare i gradini della scala che, dallโesterno, sale fin sul terrazzo.
Eccolo Zaccheo: lโimmondo, il peccatore che tutti rifiutano.
Cerca disperatamente Gesรน perchรฉ ha sentito parlare di lui. Conosce i giudizi pesanti che ha pronunciato sulla ricchezza, ma sa anche che รจ โlโamico dei pubblicani e dei peccatoriโ (Lc 7,34). Gli รจ stato riferito che egli โnon รจ venuto a chiamare giusti, ma peccatori a convertirsiโ (Lc 5,32), per questo vuole sapere โchi รจโ.ย Anche Erodeย si รจ chiesto: โchi รจ costui?โ eย voleva vederloย (Lc 9,9), ma con una disposizione dโanimo completamente diversa: lo cercava in modo distaccato, solo per avere un chiarimento riguardo alla sua identitร . Zaccheo invece รจ pronto a lasciarsi coinvolgere, aspira a un cambiamento radicale della sua esistenza.
In questa ricerca affannosa intervieneย la folla di coloro che accompagnano Gesรน. Come รจ accaduto con il cieco di Gerico (Lc 18,39), invece di favorire lโincontro con il Maestro si frappone, diviene un impedimento. Non capisce che sono proprio โi piccoliโ, โgli impuriโ, gli emarginati che Gesรน sta cercando.
La ragione di questo atteggiamento รจย un difetto di vista.
In Zaccheo anche coloro che seguono Gesรน non scorgono che il pubblicano, il peccatore, lo strozzino, nullโaltro; non riescono a scoprire in lui nulla di buono e di positivo. Lo rifiutano, ma, non potendolo eliminare fisicamente, lo isolano, lo disprezzano, non gli rivolgono nemmeno la parola e questo รจ il loro modo di ucciderlo. Il loro atteggiamento รจ discriminatorio come quello dei farisei.
La vista di queste personeย โpureโ รจ tanto difettosa che vede il male ovunque, anche dove non cโรจ: in Gesรน.
Criticano e condannano anche lui perchรฉ โ pensano โ andando โad alloggiare da un peccatoreโ, รจ divenuto impuro (v.7).
Osserviamo ora come sono invece limpidi e puriย gli occhi di Gesรน.
Quando giunge sul luogo,ย egli alza lo sguardoย e dice: โZaccheo scendi subito, perchรฉ oggi devo fermarmi a casa tuaโ (v.5). Nessuno della folla ha pronunciato questo nome perchรฉ Zaccheo รจ โlโimpuroโ. Solo Gesรน lo chiama: โZaccheo-puro!โ. Per lui egli รจ โpuroโ, รจ anchโegli un figlio di Abramo! (v.9).
Dallโaltoย egli cercava di vedere Gesรน, ma ora รจ Gesรน che,ย dal basso, lo vede per primo. Di fronte al peccatoreย Gesรน alza sempre lo sguardo, perchรฉ la sua posizione รจ quella del servo che ha umiliato se stesso โfacendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croceโ (Fil 2,7-8). Anche quando rimane solo con lโadulteraย Gesรน alza il capoย verso di lei (Gv 8,10), la guarda dal basso perchรฉ chi ama non si atteggia mai a giudice, si abbassa, sceglie lโultimo posto, si inchina davanti alla persona amata per lavarle i piedi.
A Gerico Gesรน si trova in mezzo ai โgiustiโ che lo seguono, che ascoltano la sua parola, che lo applaudono. Eppure, per istinto, non appena egli scorge un โpiccoloโ, distoglie immediatamente lo sguardo dal gruppo dei โfedeliโ e dirige la sua attenzione al peccatore.
Non si preoccupa delle โconvenienze socialiโ nรฉ delle โsante disposizioniโ impartite dai capi religiosi. Sente un bisogno incoercibile di stare con colui che รจ isolato e disprezzato. โIo devo โ dice โ fermarmi a casa tuaโ.ย Devo, รจ per me una necessitร interiore: se questa sera non sto con te, non riuscirรฒ a prendere sonno.
Cosโhanno ottenuto coloro che guardavano Zaccheo dallโalto in basso? Nulla. Con le loro condanne senza appello non hanno fatto altro che incattivirlo.
Gli sguardi severi e truci dei censori, dei giudici, degli accusatori impediscono soltanto di incontrare lโunico sguardo che salva, quello tenero di Cristo!
Il racconto si conclude con una cena.
La corsa in avanti di Zaccheo (v.4) e i verbi di movimento (entrare, attraversare, correre, salire, scendere in fretta) che caratterizzano la prima parte del racconto (vv.1-7) hanno come meta la casa del peccatore dove Gesรน รจ diretto e โprende dimoraโ (v.7).
Con la sua venuta ha inizio la festa e il banchetto del regno di Dio annunciato da Isaia.
Osserviamoย chi รจ dentro e chi รจ fuori, chi fa festa e chi รจ triste.
Dentro dovrebbero esserci i โgiustiโ, invece essi sono tutti fuori a mormorare, a rodersi dalla rabbia perchรฉ non concordano con il tipo di invitati con cui Gesรน ha voluto che fosse riempita la sala.
Dentro ci sono gli โimpuriโ per i quali Gesรน รจ venuto. Cโรจ Zaccheo, il capo dei peccatori, colui per il quale con cโera speranza di salvezza perchรฉ pubblicano e ricco (v.2). Gesรน stesso ha appena detto che โรจ piรน facile che un cammello passi per la cruna di un ago, piuttosto che un ricco entri nel regno dei cieliโ (Lc 18,25). Eppure, ciรฒ che รจ impossibile per gli uomini รจ divenuto possibile per lโintervento di Dio (Lc 18,27).
La salvezza non รจ avvenuta in modo automatico: รจ stata offerta, sรฌ, gratuitamente, ma Zaccheo ha dovutoย accoglierlaย nella sua casa. Solo cosรฌ ha finalmente scoperto quella gioia vera che andava disperatamente cercando.
A questo punto ecco che lโamore genera altro amore: Zaccheo, amato gratuitamente, si rende conto che esistono altre persone che hanno bisogno di amore. Si ricorda dei poveri. โSignore, โ dice a Gesรน โ io dรฒ la metร dei miei beni ai poveri e, se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tantoโ (v.8).
A differenza di quello che ha fatto con il notabile ricco (Lc 18,18-23), a Zaccheo Gesรน non ha chiesto di โvendere tutto e di distribuire i suoi beni ai poveriโ. Non gli ha rivolto alcun rimprovero, non ha posto alcuna condizione. Gli ha chiesto solo di essere accolto.
Zaccheo non รจ stato ammesso al banchetto del Regno perchรฉ era buono, รจ diventato buono dopo, quando si รจ trovato coinvolto nella festa.
Si รจ convertito quando ha scoperto che Dio gli voleva bene malgrado fosse un impuro, un povero, un piccolo, anzi, proprio perchรฉ era piccolo.
La scoperta di questo amore gratuito รจ stata la luce che ha dissipato le tenebre che avvolgevano la sua vita e che gli ha fatto capire che solo lโamore e il dono sono fonte di gioia.
AUTORE: p. Fernando Armellini
FONTE: per gentile concessione di Settimana News



