Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 14 Ottobre 2022

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Il timore che scaccia il timore

โ€œGuardatevi bene dal lievito dei farisei, che รจ lโ€™ipocrisiaโ€.

Lโ€™ipocrisia รจ la maschera che la paura ci porge per difenderci dagli altri, per farci sembrare altro da ciรฒ che siamo. In questo senso, non stupisce che essa possa assumere segni diametralmente opposti a seconda del contesto: per i farisei si trattava di dissimulare la loro realtร  di peccatori per presentarsi come dei modelli, dei super credenti; ai primi discepoli del Risorto, al contrario, la paura suggeriva di fingersi non credenti per evitare la persecuzione. I primi temono di mostrare la loro debolezza, i secondi la loro forza. In entrambi i casi,ย ciรฒ che genera lโ€™ipocrisia รจ la paura di mostrarsi per quel che si รจ.

Cosรฌ, a noi, suoi amici, a cui la paura allunga ora lโ€™una ora lโ€™altra maschera, Gesรน dice: โ€œNon cโ€™รจ nulla di nascosto che non sarร  svelatoโ€. In quanto persone in relazione, siamo fatti per svelarci, per donarci allโ€™altro, senza illuderci di poter coprire la nostra nuditร  sotto una foglia di fico (cf. Gen 3,7).ย La tenebra che ci abita non svanisce coprendola con un velo dโ€™impeccabilitร , ma illuminandola.ย Ciรฒ significa prima di tutto evitare per quanto possibile di dire e fare ciรฒ che riusciremmo ad articolare e realizzare solo sotto il mantello complice del segreto; e in secondo luogo esporre le nostre opacitร  alla luce del volto di Dio (cf. Sal 90,8), fiduciosi che agli occhi della sua misericordia le tenebre siano come luce (cf. Sal 139,12).

Se le nostre tenebre non possono restare celate, a maggior ragione la fiamma di bene che arde in noi non รจ fatta per essere nascosta sotto il moggio della tiepidezza (cf. Lc 11,33). Non cโ€™รจ nessun buon proposito che non sia fatto per manifestarsi in azione. Non temete dunque, non lasciatevi inibire dal pensiero di ciรฒ che gli altri diranno o faranno di voi! Non temete, scacciate il timore con il timore.ย Nellโ€™attesa che sia lโ€™amore a dissolvere ogni timoreย (cf. 1Gv 4,18), la paura degli uomini sia vinta dal timore di Dio.

A prima vista, le parole di Gesรน sono sconcertanti: โ€œNon abbiate paura di quelli che uccidono il corpo โ€ฆ temete colui che dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geennaโ€. Suonano come una spinta dal timore al terrore. Se non che il timore di Dio รจ di tuttโ€™altro segno. Il timore degli uomini รจ soggezione di fronte a chi conta; il timore di Dio รจ inquietudine davanti a chi non conta nulla, agli scarti della societร  che ci domanderanno conto: perchรฉ quando vi chiedevamo aiuto dal nostro cantuccio maleodorante, dal fondo di un barcone o dalle rovine di una terra in guerra siete rimasti semplicemente a guardare e a commentare allโ€™orecchio, come le folle che si calpestano a vicenda?

Il timore degli uomini รจ un castrante conformismo;ย il timore di Dio un invito ad osare sรฉ stessi, nella lucida consapevolezza che di noi non resterร  nulla se non ciรฒ che abbiamo donato.

Il timore degli uomini ti suggerisce che vali per quel che fai; il timore di Dio ti invita a esprimere quel che sei. โ€œNon abbiate paura dunque: valete piรน di molti passeriโ€; non temere, perchรฉ tu sei prezioso ai miei occhi e io ti amo (cf. Is 43,4).

fratel GianMarco

Per gentile concessione del Monastero di Bose

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