Istruzioni per sradicare un gelso.
Nel vangelo di Luca di oggi ci sono due detti importanti di Gesรน. Il primo โ sulla fede โ รจ la risposta ad un intervento degli apostoli (ยซAccresci in noi la fedeยป, nella nuova traduzione; ยซAumenta la nostra fedeยป, nella precedente; Lc 17,6). Il secondo, piรน esteso e quasi in forma di piccola parabola, รจ centrato sul servizio che devono dare i โservi inutiliโ (Lc 17,7-10).
Il contesto in cui sono collocate le parole di Gesรน รจ ancora quella lunga parte del vangelo di Luca, che va dal cap. 9,51 fino allโarrivo a Gerusalemme, in 19,45. Piรน precisamente, la sezione che contiene i versetti che stiamo per spiegare prende lโavvio dalย riassuntoย al cap. 13, v. 22: ยซGesรน passava per cittร e villaggi insegnando, mentre percorreva il cammino verso Gerusalemmeยป.
Con la pagina di oggi si chiude cosรฌ proprio questa seconda sezione del โgrande viaggioโ o pellegrinaggio di Gesรน, che รจ un invito ad entrare nel Regno, seguendoย alcune condizioniย che egli pone.
Lโultima condizioneย di cui parla Gesรน, forse la piรน importante, riguarda laย fede. Dopo aver trattato dellโuso dei beni, delle relazioni con gli altri (il banchetto dove si invitava il discepolo a scegliere lโultimo postoโฆ) e della chiesa (con le relative istruzioni sulla vita comunitaria) ecco ora per la prima volta questo tema nel vangelo secondo Luca, che si presenta nella forma di un detto sapienziale come risposta ad un intervento degli apostoli: ยซAccresci in noi la fedeยป (Lc 17,6).
โAccresci in noi la fedeโ.ย La domanda dei Dodici ci porta alla mente una situazione simile, che troviamo nel vangelo piรน antico, quello di Marco. In questo, subito dopo il racconto della trasfigurazione, il padre di un ragazzo posseduto si rivolge a Gesรน chiedendogli la liberazione del figlio, dicendogli: ยซCredo; aiuta la mia incredulitร ยป (Mc 9,24; alla lettera: ยซCredo, vieni in soccorso alla mia incredulitร ยป). Il Signore gli risponde non con parole, ma con il miracolo, esorcizzando lo spirito impuro. Il vangelo di Matteo racconta lo stesso episodio ma lo amplifica, aggiungendo la reazione dei discepoli (che Marco non ci tramanda), e registrando le stesse parole di Gesรน che ascoltiamo oggi: ยซAllora i discepoli si avvicinarono a Gesรน, in disparte, e gli chiesero: โPerchรฉ noi non siamo riusciti a scacciarlo?โ.ย Ed egli rispose loro: โPer la vostra poca fede. In veritร io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: โSpรฒstati da qui a lร โ, ed esso si sposterร , e nulla vi sarร impossibileโยป. (Mt 17,19-20).
Anche Marco conserva comunque lo stessoย logionย di Luca. Il contesto lรฌ perรฒ รจ diverso, e riguarda lโepisodio del fico infruttuoso: ยซRispose loro Gesรน: โAbbiate fede in Dio!ย In veritร io vi dico: se uno dicesse a questo monte: โLรจvati e gรจttati nel mareโ, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciรฒ gli avverrร โยป.ย (Mc 11,22-23).
Fede e miracoli.ย Insomma: che si debba spostare un gelso (Luca) o un monte (Marco e Matteo), il messaggio sembra chiaro, e riguarda ciรฒ che โ proprio come unaย levaย โ permette che lo โspostamentoโ avvenga: laย fede, grande anche solo quanto un granello di senapa. Ciรฒ che conta infatti non ne รจ laย quantitร , ma le sueย qualitร . Ogni miracolo, come lo spostare le montagne,ย presupponeย la fede, cosรฌ come quelli compiuti da Gesรน la presupponevano nel bisognoso che gli si trovava dinanzi. Puรฒ sembrare strano, ma ยซil miracolo รจ di per sรฉ un segno ambiguo, nel senso che puรฒ sviare da una religiositร pura e disinteressata e portare verso atteggiamenti di calcolo egoistico o di spettacolarizzazione e in definitiva verso forme di idolatria. Lโambiguitร risulta anche dal fatto che, storicamente, i miracoli non sono serviti a convincere i capi del popolo ebraico, ma addirittura risultarono praticamente inutili anche per i discepoli piรน intimi come i Dodici, visto che alla fine tutti lo abbandonarono vigliaccamente. Ciรฒ spiega perchรฉ Gesรน di norma chieda la fede prima del suo intervento, poichรฉ dopo essa non รจ piรน garantita (cfr.ย Lucaย 17,11-19: su dieci lebbrosi guariti, solo uno tornรฒ per ringraziareยป (R. Penna,ย Il DNA del cristianesimo, San Paolo). Ma dei dieci lebbrosi ascolteremo e parleremo la prossima domenicaโฆ
Servi inutili.ย Passiamo alla seconda parte del nostro vangelo, e vi troviamo ancora una breve parabola, o similitudine. Anche qui facciamo fatica con il linguaggio biblico, che ci presenta una realtร che noi consideriamo negativa (essere servi o schiavi) ma che in senso esclusivamente religioso โ in rapporto a Dio โ รจ invece positiva (Maria stessa, nel vangelo di Luca, si proclama laย schiavaย del Signore, cfr. Lc 1,38; cf. poi ilย Servo del Signore).
Un problema puรฒ derivare dallโinterpretazione dellโaggettivoย achreiosย (achreioi). Come uno dei suoi primi significati i dizionari danno โsenza valoreโ. Nel greco classico era usato per designare gli schiavi; altre traduzioni possibili sono: โservi qualunqueโ (Dupont); โa cui non รจ dovuto nullaโ (Crimella).
Commenta G. Rossรฉ: ยซLโaggettivo non sembra corrispondere bene alla parabola, poichรฉ lo schiavo, avendo compiuto il suo dovere,ย non รจ stato affatto inutile al suo padroneยป: รจ quindi unโaffermazioneย paradossaleย tipica di Gesรน. Secondo J. Fitzmyer: ยซIl discepolo di Cristo, che รจ un servo o unoย schiavo, e che ha portato a buon fine il suo compito, puรฒ considerarsi solo come un servo inutile. Anzitutto, perchรฉ la condotta di tale discepolo nellโadempiere il suo ufficioย non gli garantisce necessariamenteย la salvezza; dopo aver fatto tutto ciรฒ che gli competeva, il discepolo deve ancora riconoscere che il destino che lo aspetta รจ unaย grazia. E poi perchรฉ non cโรจ alcun spazio per potersi vantare di qualcosaยป. Luca, continua Fitzmyer, formula con una parabola quello che lโApostolo scrive in Rm 3,27-28 (ยซDove dunque sta il vanto? ร stato escluso! Da quale legge? Da quella delle opere? No, ma dalla legge della fede.ย Noi riteniamo infatti che lโuomo รจ giustificato per la fede, indipendentemente dalle opere della Leggeยป) e Ef 2,8-9 (ยซPer grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciรฒ non viene da voi, ma รจ dono di Dio;ย 9ย nรฉ viene dalle opere, perchรฉ nessuno possa vantarseneยป).
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La fede per servire.ย Ci resta da vedere se esiste un collegamento tra il detto precedente di Gesรน, su cui ci siamo soffermati allโinizio, e questa parabola. Gesรน sta istruendo coloro che lo seguono. Al discepolo รจ richiesta una fede grande, che non puรฒ altro che essere domandata di continuo a Dio. Quanta fatica e quanto impegno devono avere i cristiani per fare ciรฒ che fanno, spesso a rischio della propria vita, e poi, tornando a casa dopo essere stati tutto il giorno nel campo, dover riconoscere che si รจ salvatiย non perchรฉ si รจ stati braviย oย si sono ottenuti dei risultati, ma perchรฉ รจ Dio che salva. Tutti i meriti โ anche quelli legittimamente ottenuti โ devono essere ricondotti a Dio misericordioso e salvatore.



