Il tuo segno
Abbiamo abbandonato in fretta il sepolcro, smettendo di cercare fra i morti uno che รจ vivo.
O, almeno, cosรฌ dovrebbe essere.
Cosรฌ vorrei che fosse. Per me. Per voi. Per le nostre comunitร cosรฌ tanto devote al crocefisso e cosรฌ poco disposte ad incontrare il risorto.
Cosรฌ vorrei in questo tempo in cui prevale la tenebra e lo sconforto. E la paura.
Perchรฉ sรฌ, avete ragione, non รจ facile convertirsi alla gioia. Abbandonare il dolore. Non amarlo.
Credere, fidarsi, poter dire anche noi, che i discepoli gioirono nel vedere il Signore.
Questa gioia cristiana che รจ una tristezza superata richiede una conversione ancora piรน radicale del pur impegnativo cammino di quaresima, giusto.
Non fare le vittime, non sentirci al centro di una congiura, smettere di elemosinare giudizi positivi dagli altri, pensare che il mondo (e Dio) ce lโabbia con noi, cercare in tutti i modi di evitare le sofferenze che, inevitabilmente e necessariamente la vita ci pone davanti per crescere.
Tutti pronti a credere in Dio, certo purchรฉ ci garantisca una vita senza dolore.ย
O senza troppo dolore. Molti pronti a farlo salire sul banco degli imputati: perchรฉ Dio non ferma le guerre, dopo che siamo stati noi o la nostra indifferenza o la nostra ignavia a provocarle.
Cโรจ tanto cammino da fare.
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Il Golgota e il sepolcro sono distanti pochi metri. Ma che diventano un abisso invalicabile se non la smettiamo di piangere su noi stessi, come la Maddalena, di lamentarci, come fanno i discepoli di Emmaus.ย
Il tempo pasquale รจ un percorso dalla disperazione alla gioia.
Dalla paura alla fiducia. Dalla guerra alla pace del cuore.
Gesรน รจ risorto, certo. Ora sta a noi resuscitare.
Hanno faticato i discepoli e le discepole.
Hanno faticato gli apostoli.ย
Ha faticato Tommaso.
Il gemello
Tommaso รจ soprannominato didimo, cioรจ gemello.
Tommaso ci รจ simile, ci รจ identico, noi siamo Tommaso. Io sono Tommaso.
Ci รจ uguale nella sua fede sofferta, dubbiosa, claudicante.
Come vorremmo vivere la beatitudine che pronuncia Gesรน!ย
Come vorremmo, sul serio, essere felici anche se non abbiamo visto!ย
Per noi, invece, la fede piรน che beatitudine รจ sofferenza, inquietudine. Crediamo, sรฌ, certo, siamo andati e abbiamo visto. Il Vangelo si รจ svelato agli occhi della nostra anima come la risposta piรน semplice e credibile, coerente ed armoniosa alle grandi domande della vita.
Se Dio รจ buono, perchรฉ sperimentiamo la violenza e lโodio? Perchรฉ in questo odio รจ sempre il debole e lโinnocente a soccombere? Se Dio รจ luce, perchรฉ la tenebra occupa cosรฌ tanto spazio nei miei pensieri?
Crediamo, sรฌ, ma questo dolore รจ sempre presente.
Tommaso ci รจ gemello in questa nostra fede claudicante.
Ma ci assomiglia anche nel sentimento di profonda delusione nei confronti di fratelli e sorelle credenti, di uomini di Chiesa.
Di questa Chiesa che descrivono smarrita, che si mostra (spesso) in affanno, che pare travolta dagli scandali.
Gli altri
Abbiamo visto il Signore! Gli dicono, entusiasti, i suoi amici.
Puรฒ darsi, รจ ammissibile, ma come fa a credere a loro? Come possono essere Pietro o Andrea a dirglielo, colmi di gioia?ย
Nessuno di loro era presente sotto la croce. Nessuno ha testimoniato. Nessuno รจ morto per lui. Sono tutti fuggiti, tutta la loro fede si รจ sbriciolata al primo scintillio di spada. Una fede finta. Piรน ipocrita degli ipocriti farisei.
ร deluso e amareggiato verso se stesso, Tommaso.
E non crede alla testimonianza di chi, proprio come lui, ha manifestato tutta la propria dirompente fragilitร .
Ci รจ gemello, Tommaso.
Quando uomini e donne di Chiesa ci fanno soffrire, quando rinnegano le parole che professano, quando dicono e non fanno. Tommaso รจ il patrono deluso delle tante persone che non riescono a vedere la presenza del risorto in questo insieme raccogliticcio che siamo.
Ma, diversamente da noi, Tommaso resta. Non se ne va sbattendo la porta.
Non si sente migliore.
Resta, in questa Chiesa incoerente. E fa benissimo. Perchรฉ Gesรน viene apposta per lui.
Otto giorni dopo.
Non era presente, la prima volta. Forse non aveva ritenuto opportuno stare con i suoi amici. Forse era travolto dal pianto per stare in compagnia. Forse viveva con disagio il senso di colpa che aveva attanagliato il cuore di tutti. E, cosรฌ, si era perso lโincontro.ย
Pazienza. Dio aspetta anche i ritardatari come lui. Come noi.
Leggerezza
Eccolo, il Risorto. Leggero, splendido, sereno. Sorride, emana una forza travolgente.
Gli altri lo riconoscono e vibrano. Tommaso, ancora ferito, lo guarda senza capacitarsi.ย
Viene verso di lui ora, il Signore, gli mostra le palme delle mani, trafitte.
ยซTommaso, so che hai molto sofferto. Anchโio ho molto sofferto: guarda quiยป
E Tommaso cede. La rabbia, il dolore, la paura, lo smarrimento si sciolgono come neve al sole.
Si butta in ginocchio ora e bacia quelle ferite e piange e ride.
ยซMio Signore! Mio Dio!ยป.
Pronuncia la prima professione di fede di un credente. La piรน impegnativa.
La piรน grande.ย
Altro che incredulo. Ma de che?
Credere senza vedere non significa credere senza alcuna prova.
Ma la prova che Gesรน da a Tommaso รจ inattesa: il dolore condiviso.
La fede sofferta che portiamo nel cuore, le domande che a volte diventando insopportabili dubbi, ma solo chi dubita crede, sono condivise dal Signore. ร un sano dolore, una sana inquietudine che ci portano a scavare nella vita, a non viverla da rassegnati, a guardare oltre.
La prova piรน spettacolare della resurrezione di Cristo: le sue mani trafitte, come trafitti sono i nostri occhi e i nostri pensieri.
Fino a questo punto giunge la misericordia di Dio.
Questo รจ il segno che ha cambiato Tommaso. E tantissimi altri non sono stati raccontati, scrive Giovanni.
Raccontami il tuo segno.
Raccontami come hai scoperto di essere amato.
- Io ci sono e sono con voi. Ogni giorno alle 20 (Alle 21 la domenica) sui miei canali Facebook e Youtube non mancate la piccola lectio #FTC per far crescere la fede e la speranza in questo tempo di Coronavirus
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