Non ci fidiamoโคโคโค ma Gesรน ci porta la vita.
Parole struggenti, di preghiera e di doloreโคโคโค il Signore piange sui suoi, sulle persone a cui รจ mandato, che ama piรน di se stesso e di cui sperimenta lโostile distanza, avverte la mancanza di accoglienza e di fiducia. Eppure egli รจ lรฌ solo perchรฉ possano essere salvati.
Per questo รจ, forse, frustrato? Per questo prova, a sua volta, astio per loro? Certamente no! Anzi, queste parole cosรฌ forti sono soprattutto un grido dโamore, una preghiera, appunto. ร โlโultimo tentativo dellโamanteโ perchรฉ lโamato torni a lui! Succederร ?
Da quanto tempo il Signore aspetta il nostro ritorno a Lui? Da quanto tempo noi scrutiamo le Scritture, talvolta piรน per cercare conferma al nostro perbenismo o per tacitare il nostro moralismo, che per andare a Lui e conoscere lโamore del Padre.
Presi da noi e dai bisogni immediati (cosโaltro รจ la nostra ricerca di gloria?), non ci accorgiamo quasi che cโรจ qualcuno che ci mette al centro della sua vita e non ci apriamo a chi dona la salvezza senza condizioni!
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Questa รจ lโopera del Padre, quella che Gesรน ha ricevuto e che sta compiendo anche cosรฌ. In Giovanni sappiamo che questโopera รจ progressivamente manifestata nei segni di guarigione e di vita che costellano il racconto della prima parte del Vangelo, il libro dei segni, appunto. Ma sappiamo anche che questa pluralitร di segni diventa unโunica Opera: la grande Pasqua di Gesรน. La โdefinitiva operaโ in cui il Signore ci prega โ dando la sua stessa vita โ di credere in Lui e di ricevere da Lui la salvezza!
Ci stiamo dirigendo a grandi passi verso la celebrazione di questo grande Misteroโคโคโค Saremo meno indifferenti? Piรน aperti e disponibili al Signore? Preghiamo di ascoltare almeno il suo grido dโamore per noi!
Buona giornata.
Stefano Titta SJ

Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato



