Don Joseph Ndoum – Commento al Vangelo del 27 Marzo 2022

1227

Un Padre che corre incontro ai suoi figli

La quarta domenica di quaresima ci mette davanti ad una di quelle pagine piรน belle del Vangelo, che proprio esigono silenzio e meditazione interiore, piรน che di commento. Si tratta della pagina della parabola detta del figlio prodigo, o meglio, del padre misericordioso. Infatti, la figura principale o il protagonista indiscusso risulta il padre, che nella sua misericordia riconcilia i suoi figli a se. D’altra parte, si rimane affascinati dall’avventura di questo figlio che รจ preso da gran voglia di ยซvivereยป e sperpera tutta la sua parte di ereditร , e poi, attanagliato dalla miseria, torna a casa e trova la magnanimitร  di un padre, che cancella il passato ed organizza per lui una festa.

Questa parabola ci svela anzitutto il grande cuore di Dio, il suo amore e la sua misericordia. Essa ci svela pure il dramma dal peccato e il suo modo di toccare l’uomo. In effetti, il peccato appare qui come illusione di libertร  e di felicitร , sperpero dei doni di Dio e lontananza dalla sua sovranitร , rifiuto di vivere in comunione con Lui, miseria, degradazione e tristezza a non finire. La stessa parabola traccia anche la via della conversione: riconoscimento della propria arroganza o superbia e delle sue funeste conseguenze, ricordo dalla benevolenza del Padre e nostalgia della casa paterna, pentimento e ritorno, nell’unitร  e nella fiducia, tra le mani di chi non l’ha mai dimenticato e che รจ pronto a l’accogliere con gioia e frenesia.

Di questo padre stupisce anche molto il silenzio, quando il figlio minore esige di ottenere la sua parte di patrimonio. E’ un silenzio di amore rispettoso della libertร  altrui, un silenzio, segno o caratteristico della pazienza di Dio che sa dare al peccatore il tempo, la possibilitร  di conversione. E a sua volta, l’uomo (a chi รจ sempre offerta questa pazienza) deve mostrarsi paziente verso il prossimo. Colpisce ugualmente l’atteggiamento del figlio maggiore, che non gradisce la festa, non sopporta la gioia del padre, considera la casa paterna come un luogo di fatica senza gratitudine (neanche un capretto per far festa con i suoi amici), non riconosce il fratello (lo chiama ยซquesto tuo figlioยป, e il padre di precisare: ยซquesto tuo fratelloยป).

Evidentemente, egli stima che il padre che aveva giร  sbagliato prima, lasciando partire quel fratello, sbaglia ancora piรน adesso, accogliendolo cosรฌ facilmente, invece di fargli pagare i suoi errori del passato. Siamo davvero di fronte a due figli che devono convertirsi ed entrare in un’altra mentalitร . Questo cambiamento radicale risulta come un amore da scoprire, cioรจ l’amore di Dio. Chi scopre questo amore che accoglie con affetto, che รจ tenera inclinazione alla misericordia, si inserisce in questa relazione di amore. E’ questo amore che fonda l’amore fraterno.

Il figlio maggiore, che pretende di essere fedele, rifiuta di entrare nella logica del padre perchรฉ รจ convinto di essere giร  dentro. Credersi a posto, avere la spavalda sicurezza di trovarsi sulla strada buona รจ qualcosa da evitare. Non c’รจ niente di piรน grave di questo mostruoso ยซavente dirittoยป quale appare il figlio maggiore. C’รจ proprio come un abisso tra la sua mentalitร  e quella del suo fratello o del suo papร . In realtร , la conversione piรน difficile รจ la sua. Il posto, nella casa del Padre, non lo si puรฒ ‘conservare’, ma soltanto ‘ritrovare’ giorno per giorno; e la fedeltร  non รจ semplicemente un ‘rimanere’, ma un ‘accettare’ nell’ubbidienza fiduciosa, quotidianamente, la logica sconvolgente del Padre.

Nella parabola di questa quarta domenica di quaresima manca il lieto (o la lieta) fine: ci sarร  soltanto quando si verificherร  l’avvenimento della conversione del figlio maggiore, che si ritiene a posto. Sia che ci riconosciamo nel figliolo prodigo o nel figlio maggiore, siamo tutti interpellati, in questo tempo quaresimale, dall’esigenza della conversione; conversione, soprattutto, come capacitร  di misurare i nostri passi o progetti su quelli del Padre, e capacitร  di condividere la sua voglia di far festa con tutti i suoi figli.

Don Joseph Ndoum