Fidiamoci di Dio e cantiamo anche noi il nostro Magnificat
Nella visita di Maria a Elisabetta possiamo contemplare il gioioso dinamismo che scaturisce dalla fede nascente dalla Parola di Dio accolta. Il testo va collegato allโannunciazione letta nella festa dellโImmacolata Concezione. ยซQuei giorniยป (Lc 1,39), infatti, sono quelli successivi allโincontro con lโarcangelo Gabriele, che metterร Maria in movimento.
ยซMaria si alzรฒยป: dopo aver accolto lโannuncio dellโangelo pronunciando il suo ยซeccomiยป, Maria si mette subito in viaggio ยซverso la regione montuosaยป. Oltre allโindicazione geografica, questo dettaglio indica il movimento verso ciรฒ che sta in alto: verso il cielo. La fede mette le ali.
Quellโโalzarsiโ in greco รจ espresso con il medesimo verbo usato per la risurrezione, sorgere, indicando che lโadesione a Dio porta azione pronta e conseguente alla vita nuova ricevuta. ร indicato anche il modo: ยซAndรฒ in frettaยป. In greco il termine indica zelo, qualcosa che si fa con cura, con attenzione, con voglia particolare. Non รจ una fretta mossa dallโansia, piuttosto รจ la cura particolare di unโazione che Maria vuole fare bene e tutto il suo essere emana qualcosa di importante. La Madonna accoglie la veritร di una promessa fatta da Dio. Chi accoglie questa promessa si alza e parte, con un dinamismo gioioso.
A volte la vita cristiana รจ vissuta in modo estremamente riduttivo come il non far nulla di male: รจ ben altro! Maria ha invece la caratteristica del mettersi in moto con la gioia nel cuore.
Perchรฉ cโรจ molta gioia e allegria in questo testo che descrive lโincontro tra due donne felici, ricolme di vita, una molto giovane, lโaltra ormai anziana. Una donna incinta che accoglie la gravidanza รจ rivestita di gioia soprannaturale, al di lร di ciรฒ che la cultura di oggi voglia negare, ossia di vedere in una gravidanza un problema e in un bambino che nasce un nemico. Invece, quanta gioia quando la vita di Dio entra in noi!
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Maria saluta Elisabetta: รจ la rottura della estraneitร , lโinizio della relazione. Dal saluto dellโarcangelo Gabriele a Maria nellโannunciazione al saluto di Maria a Elisabetta: รจ il saluto di Dio che si propaga; lโamore di Dio si diffonde per estendersi fino a far sussultare il bimbo di Elisabetta, la quale anchโessa, solo a questo punto, diviene colma di Spirito.
Non esiste fede senza condivisione: abbiamo creduto perchรฉ qualcuno ha creduto prima di noi; qualcuno ha creduto e ci ha salutato, ci ha annunciato il vangelo e il nostro cuore รจ esultato. La gioia e lo Spirito Santo che lโha appena colmata, porta Elisabetta ad esclamare ยซBenedetta tu e il tuo gremboยป (Lc 1,42), cosรฌ come preghiamo nellโAve Maria. ร lo Spirito che fa sorgere la preghiera dal profondo dellโessere: รจ lโadorazione ยซin Spirito e veritร ยป narrata da Gesรน alla samaritana.
Maria ha ricevuto dallโangelo delle istruzioni e sente la necessitร di condividerle con lโunica donna che la puรฒ capire: quando viviamo qualcosa di bello abbiamo bisogno di condividerlo, non possiamo tenerlo solo per noi.
Il cuore della visita di Maria a Elisabetta sarร il canto del Magnificat, che proseguirร nel primo capitolo del vangelo di Luca, in cui lโanima e lo spirito di Maria contempleranno le grandi cose che ha fatto in lei il Signore.
Natale รจ alle porte: cantiamo anche noi il nostro Magnificat, ricordiamo le grandi cose che il Signore ha fatto e crediamo a quelle che farร in noi, se gliene daremo la possibilitร . Questa fede รจ la prerogativa della gioia, quella autentica che nessuno potrร mai toglierci.
Commento di don Luciano Condina
Fonte – Arcidiocesi di Vercelli



