Nella dimensione dellโamore trova spazio anche lโammonimento, la messa in guardia. Il mettere in guardia mostra infatti sollecitudine per lโaltro, dice che la sua vita ci sta a cuore. Lo sanno bene i genitori, che devono spesso richiamare i figli; ma lo sa bene anche chi, come noi monaci, fa vita comunitaria: lโammonirci รจ parte essenziale della vita fraterna.ย
Nessuna meraviglia che anche la Bibbia, proprio perchรฉ ha a cuore la vita dellโuomo, sia attraversata da questo genere di linguaggio, che puรฒ andare dallโesortazione fino alla minaccia. Un linguaggio che ritroviamo pure nel vangelo: si pensi ai vari โguai!โ pronunciati da Gesรน, richiami forti, accorati, da parte di chi mette in guardia da reali pericoli.
Lโammonimento assume un rilievo particolare nel cosiddetto โdiscorso escatologicoโ, in cui Gesรน parla della fine dei tempi e della venuta del Figlio dellโuomo, e in cui trovano spazio reiterati richiami alla vigilanza, a tenersi pronti, a non lasciarsi trarre in inganno.
Nel nostro testo il discorso sulle realtร ultime parte dalla constatazione della maestร del tempiodi Gerusalemme, che nella sua imponenza si presenta come lโimmagine della soliditร , della stabilitร . โNon resterร pietra su pietraโ (cf. v. 6), sentenzia Gesรน. Ma poichรฉ sul tempio si struttura di fatto tutta la vita, non solo religiosa ma anche sociale, del popolo, ecco che se viene meno il tempio, crolla tutto. ร comprensibile, allora, che la fine del tempio sia associata alla fine del mondo. Da qui le domande dei discepoli: โquando?โ, โquale il segno?โ.ย
Gesรน non soddisfa la loro curiositร , ma li rinvia altrove: essi devono sapere cosa li attende e come devono comportarsi. Certo, saranno scossi da eventi piรน grandi di loro (guerre, epidemie, cataclismi, persecuzioniโฆ), ma queste non sono altro che situazioni ricorrenti nella storia, e il discepolo deve essere pronto ad affrontarle. I pretesi segni della fine sono tutte cose che avvengono โprimaโ, sono gli ingredienti normali della nostra esistenza. La fine sarร determinata dalla venuta del Figlio dellโuomo โcon potenza e gloria grandeโ (Lc 21,27).
โBadate di non lasciarvi ingannareโ (v. 8): รจ il primo monito di Gesรน. Non lasciarsi ingannare dalla bellezza e soliditร delle pietre del tempio e dalle illusorie sicurezze che esse offrono (quando Luca scrive il vangelo, le parole di Gesรน si sono giร avverate); ma non lasciarsi ingannare neppure dai discorsi seducenti di chi in nome di Cristo promette facili salvezze. ร facile infatti lasciarci ingannare da chi ci prospetta la soluzione dei nostri problemi, ci promette la liberazione dai nostri mali. โNon liseguiteโ, non andate dietro a loro (cf. v. 9)! Il vero discepolo segue solo il suo Signore, resta ancorato alle sue parole. Qualunque cosa succeda, per orientarsi gli bastano le parole di Gesรน che non passano.
โNon vi terrorizzateโ (v. 9), dunque, per gli eventi, anche sconvolgenti, che segnano la storia umana. Nonostante le sciagure e le situazioni tragiche che turbano il mondo, il disegno di salvezza di Dio si compirร ! Il male non รจ lโultima parola, perchรฉ lโultima parolasarร il Figlio dellโuomo che viene a salvare. Sรฌ, nonostante tutti gli eventi dolorosi, prevarrร il disegno di Dio, il Signore del tempo e della storia, che in Gesรน ha promesso di instaurare cieli nuovi e terra nuova. Nessuna evasione dalla storia per il discepolo, nessun atteggiamento rassegnato, ma hypomonรฉ, ossia โpazienza, perseveranzaโ nelle prove. โCon la vostra perseveranza guadagnerete le vostre viteโ (Lc 21,19).
fratel Valerio
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