Monastero di Bose – Commento al Vangelo del giorno – 29 Ottobre 2021

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Lโ€™uomo malato, invisibile agli occhi di tutti finchรฉ non รจ strappato allโ€™invisibilitร  dallo sguardo attento di Gesรน: questa lโ€™unica prioritร  per Gesรน. Tutti lo stanno โ€œosservandoโ€ (cf. v. 1), sono attenti a ogni sua mossa e sembrano non accorgersi di questโ€™uomo al quale sono invece diretti lo sguardo e ogni gesto di Gesรน. Gesรน รจ lโ€™orante del salmo che prega: โ€œEssi mi osservano e mi scrutanoโ€ (Sal 22,19), controllato e indagato per coglierlo in errore. Perchรฉ โ€œessi โ€ฆ i fariseiโ€ (cf. v. 1) non si fidano di questโ€™uomo che sta capovolgendo tutti gli schemi su cui si fonda la loro societร , la loro stessa vita: gli ultimi che divengono primi (cf. Lc 13,30), lโ€™esaltato che sarร  umiliato (cf. Lc 14,11). Essi osservano ed emettono un giudizio, in cuor loro hanno giร  espresso il verdetto su Gesรน.

Lo sguardo dei farisei รจ indagatore, dubbioso, fucina di giudizi e condanne inappellabili, emessi rimanendo allโ€™interno della zona protetta del rispetto della legge, del rigore formale, di una moralitร  dallโ€™orizzonte asfittico. Gli osservatori di Gesรน sono piรน interessati al โ€œsabatoโ€ che allโ€™uomo. La legge donata da Dio che dovrebbe essere via di libertร , al servizio dellโ€™essere umano, diviene vuota. La sua pura e rigorosa osservanza ne annulla il senso piรน profondo e rende il gruppo dei farisei un gruppo chiuso: o dentro o fuori il ristretto confine determinato dalla norma che assicura purezza, salvezza. Sono ingabbiati nella legge rispetto al โ€œcompiere il beneโ€, resi incapaci di discernimento.

Gesรน non perde invece di vista la sua prioritร  e ci rivela ancora una volta la possibilitร  di uno sguardo diverso da quello di chi semplicemente lo โ€œstava osservandoโ€ (cf. v. 1), uno sguardo ampio e attento, che sa discernere ciรฒ che viene prima: al di sopra di tutto vi รจ lโ€™uomo, qualsiasi essere umano, e in modo particolare il bisognoso, il malato, il povero, โ€œlโ€™invisibileโ€. Non sappiamo nulla di questo malato ma รจ certo che la sua malattia lo esclude dalla vita sociale. Egli non chiede nulla, semplicemente รจ โ€œdavanti a luiโ€ (v. 2), davanti a colui che โ€œnonย รจย venutoย a chiamare i giusti, ma i peccatoriโ€ (cf. Lc 5,32). E Gesรน รจ a lui che rivolge il suo sguardo amante, accudente, uno sguardo che vede.

Per Gesรน non puรฒ esservi un banchetto chiuso, che esclude. Il banchetto e la tavola per lui sono spazio di incontro, di relazione, per questo prima di sedersi alla tavola della convivialitร  e della comunione egli opera affinchรฉ tutti siano guariti, salvati, per potervi partecipare. Perchรฉ per Gesรน ogni banchetto รจ figura di quel banchetto eterno cui tutti sono invitati: โ€œPreparerร  il Signore dellโ€™universo per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinatiโ€ (Is 25,6). E noi, a chi apriamo la nostra tavola? Siamo capaci di condividere anche senza parole, solo con uno sguardo โˆ’ come fa Gesรน โ€“ storie, speranze, fatiche?ย 

Gesรน non si limita a guarire il malato (cf. v. 4), egli si lascia โ€œosservareโ€ dai farisei e, anticipandoli sul giudizio, pone loro delle domande per farli uscire dalla loro zona protetta del rigore e del rispetto della legge. Gesรน interroga lโ€™agire personale: non solo โ€œรˆ lecito o no?โ€ (v. 3), in modo generico, ma anche โ€œChi di voi?โ€ (v. 5). Il suo agire costringe ciascuno di noi a un discernimento. Il โ€œcomeโ€ Gesรน opera rimanda a noi il discernimento del bene. Qual รจ il bene per quellโ€™uomo che sta โ€œdavantiโ€ a noi? Questa deve essere la nostra prioritร , questa la legge di libertร  donataci da Dio.


Fonte

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