IL CIECO DI GERICO
Brano del Vangelo Mc 10,46-52
Il miracolo della guarigione del cieco di Gerico รจ carico di valenze simboliche. Innanzitutto lโepisodio si svolge nella cittร dove si concluse il cammino di liberazione dalla schiavitรน dโEgitto alla terra promessa, fortezza inespugnabile che solo un prodigio di Dio (Gs 6) riuscรฌ a fare cadere nelle mani degli israeliti. E la cecitร , che fa vivere lโuomo nelle tenebre, รจ unโinfermitร reale e allegorica.
Gesรน luce del mondo
Nella Bibbia Dio รจ luce. Il salmista prega: โRisplenda su di noi, Signore, la luce del tuo voltoโ (Sl 4,7). Isaia dice che Dio โfarร camminare i ciechi per vie che non conosconoโฆ, trasformerร davanti a loro le tenebre in luceโ (Is 42,16); โColui che cammina nelle tenebre, senza avere luce, speri nel nome del Signore, si appoggi al suo Dioโ (Is 50,10). La grande promessa dei profeti era lโarrivo del Messia che avrebbe illuminato le tenebre: โAlzati, rivestiti di luce, perchรฉ viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di teโ (Is 60,1); allโarrivo del Cristo โil sole non sarร piรน la tua luce di giorno, nรฉ ti illuminerร piรน chiarore della luna. Ma il Signore sarร per te luce eterna, il tuo Dio sarร il tuo splendoreโ (Is 60,19).
Gesรน รจ annunciato da Simeone nel tempio come โluce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israeleโ (Lc 2,32). Giovanni afferma di lui: โVeniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomoโ (Gv 1,9). E Gesรน dice di sรฉ: โIo sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerร nelle tenebre, ma avrร la luce della vitaโ (Gv 8,12; cfr 12,46). Presentandosi nella sinagoga di Nazaret, Gesรน afferma di essere venuto โper annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertร gli oppressiโ (Lc 4,18). Al Battista che gli chiede se sia lui il Messia, Gesรน fa rispondere: โAndate e riferite a Giovanni ciรฒ che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vistaโ (Lc 7,22). E alla fine dei tempi โNon vi sarร piรน notte e non avranno piรน bisogno di luce di lampada, nรฉ di luce di sole, perchรฉ il Signore Dio li illuminerร โ (Ap 22,5).
La Fede รจ illuminazione
Paolo, nelle tenebre della cecitร , ritroverร la luce solo dopo che Anania gli avrร imposto le mani, conferendogli lo Spirito santo (At 9,1-19). La prima Chiesa chiamerร spesso il battesimo โilluminazioneโ.
Nella guarigione del cieco di Gerico รจ simboleggiato il cammino di fede di ogni uomo: senza la luce di Dio, ciascuno di noi si trova in situazione disperata, โcieco, seduto presso la via, mendicandoโ (Mc 10,46). Il cieco รจ seduto: non ha la capacitร di stare in piedi. Non รจ nemmeno sulla strada, ma fuori della via: non รจ coinvolto nel movimento che porta a Gerusalemme, la cittร santa. Non รจ autosufficiente: sta mendicando. ร la situazione del nostro mondo, inchiodato dai suoi problemi, incapace di trovare un senso alla vita, attanagliato dal buio dell’angoscia e della paura, oppresso dalla miseria e dalla morte; e tutti mendichiamo alla vita una qualche sopravvivenza, stordendoci nel divertimento, nella corsa al denaro, al piacere, al potere, alienandoci in mille frivolezze: ma alla fine ci ritroviamo soli, al margine della strada, nelle tenebre…
Il cammino della Fede
Per fortuna โGesรน passa di lร โ (Lc 18,37): รจ Dio che prende l’iniziativa, che viene incontro alla nostra miseria, che scende dai suoi cieli a soccorrerci. Dio ode il disperato grido di aiuto dell’uomo e interviene a liberarlo, anche se questi ne intuisce soltanto la presenza.
Notiamo che le folle cercano di dissuadere il cieco dal ricorrere a lui, anzi โlo rimproveravano perchรฉ tacesseโ (Mc 10,48): Dio non c’รจ, e se c’รจ non puรฒ sentirti, รจ inutile ricorrere a lui… Sono folle che stanno attorno a Gesรน, ma che forse non lo seguono: solo il cieco guarito si metterร alla sequela. Sono i tanti cristiani che vogliono seguire il Signore a modo loro, senza essere disturbati dai poveri, dagli emarginati, dagli oppressi di tutto il mondo che gridano il proprio dolore e la propria rabbia. Sono il prototipo di una Chiesa che รจ spessoโฆ atea, che non crede alla potenza di Dio, alla sua possibilitร di fare miracoli.
A questa folla il cieco dร un grande esempio di vera fede. Innanzitutto si mette in ascolto della Parola: โAvendo uditoโ (Mc 10,47). Il primo passo della Fede รจ lโascolto. Paolo parlerร dellโโupakoรจ pรฌsteosโ (Rm 1,5), dellโโobbedienza della fedeโ, cioรจ quella fede che si identifica con l’obbedienza. Il greco โupakoรจโ (da โupโ, โsottoโ e โakoรนoโ, โascoltoโ), cosรฌ come il latino โob-audireโ (โobโ, โversoโ; โaudireโ, โsentireโ) e lโitaliano โudire-obbedireโ, richiama l’ascolto. Ascoltare รจ lโatteggiamento attivo della persona (Es 33,11; 1 Sam 3,9; Is 8,9) e del popolo (โShemร โ: Dt 5,1; 6,4; 9,1) dinanzi a Dio che si rivela. โLa fede dipende dall’ascolto (ยซakoรจยป)โ (Rm 10,17).
ย Lโannuncio che il cieco riceve รจ che โGesรน, il Nazareno, cโera (โรฉstinโ)โ (v. 47). Solo il Gesรน storico, il povero falegname che veniva dallโinfima Nazaret (Gv 1,46), colui che morirร crocifisso come un malfattore, รจ la salvezza unica dellโuomo, la risposta definitiva di Dio, la luce che squarcia le nostre tenebre.
Ma รจ poi necessaria la perseveranza, lโinsistenza nella ricerca del Signore, senza lasciarci scoraggiare (โMa egli gridava piรน forteโ: Mc 10,48). E occorre cercare un rapporto personale, diretto, fiduciario con Dio: il cieco chiama Gesรน (Mc 10,47) per nome: e โchiunque invocherร il nome del Signore sarร salvatoโฆ In nessun altro c’รจ salvezza; non vi รจ infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale รจ stabilito che possiamo essere salvatiโ (At 2,21-4,12).
Il cieco chiede a Gesรน il suo amore: โGesรน, figlio di Davide, abbi pietร di me!โ. ร la stupenda โpreghiera del cuoreโ che nellโortodossia diventerร il dolce mantra che, ripetuto ritmato al respiro, diventerร la โpreghiera del cuoreโ di tanti Santi.
โFiglio di Davideโ รจ un titolo messianico che compare 19 volte nei sinottici, mai in Giovanni, e che connota un messianismo glorioso regale. ร lโunica volta che tale titolo compare nel Vangelo di Marco. Ma ormai i tempi sono compiuti: il Figlio dellโuomo sta per soffrire, sarร consegnato, ma รจ il Figlio di Davide, il Messia glorioso, che verrร a giudicare tutte le nazioni. Per capire questo mistero del figlio di Davide che sta per essere consegnato e che sta per morire in croce, bisogna che Dio faccia per noi discepoli alcune cose.
Primo: che ci apra gli occhi.
Secondo: che noi ci alziamo, cioรจ che risorgiamo interiormente: il verbo in ebraico indica la risurrezione. Dobbiamo passare da una realtร di morte ad una realtร di vita.
Terzo: bisogna gettare via il mantello. Cโรจ nella Bibbia tutta una โteologia del vestitoโ: quando si parla di abiti, cโรจ sempre dietro un simbolismo molto importante. Il mantello รจ segno della dignitร dellโuomo, รจ segno della potenza dellโuomo: ecco perchรฉ il massimo sfregio di Gesรน sarร la spogliazione delle sue vesti che verranno tratte a sorte: รจ Dio che ha rinunciato ad ogni potenza, ad ogni dignitร . Lโuomo che vuol capire il mistero di Cristo non deve solo aprire gli occhi, non deve solo alzarsi in piedi, ma deve buttare via i suoi simboli di potenza, di dignitร , riconoscersi nudo di fronte Signore, e avere fede in lui solo.
E Gesรน โsi fermaโ (Mc 10,49) accanto all’uomo; non lo chiama perรฒ direttamente, ma per il tramite della Chiesa (โDisse: ยซChiamatelo!ยปโ: Mc 10,49): la Chiesa ha il compito di portare un annuncio di salvezza che non รจ suo, ma che le รจ stato affidato. La Chiesa non dovrebbe mai allontanare gli uomini da Dio, ma sempre portare a lui tutti i malati, i sofferenti, i peccatori, quanti sono โnelle tenebre e nellโombra della morteโ (Lc 1,79). La Chiesa deve essere speranza e liberazione per tutti gli uomini, nessuno escluso.
Gesรน chiede al cieco: โChe vuoi che io ti faccia?โ (Mc 10,51). ร la stessa domanda che aveva fatto a Giacomo e Giovanni: lร gli Apostoli gli chiedono il potere e la gloria, e Gesรน risponde loro: โVoi non sapete ciรฒ che domandateโ (Mc 10,36-40). Qui il cieco chiede lโilluminazione, e viene esaudito: โAna-blรจphoโ, che traduciamo in genere: โChe io vedaโ, significa letteralmente: โChe io guardi in altoโ, e ha probabilmente anche valenze teologiche, esprime una ricerca che va al di lร della semplice vista fisica.
Il salvato alla sequela del Signore
Gesรน proclama: โLa tua fede ti ha salvatoโ (Mc 10,52). ย Notiamo che Gesรน non ha mai detto a nessuno: โIo ti ho salvatoโ, bensรฌ: โLa tua fede ti ha salvatoโ (cfr Lc 7,50; 17,19; Mc 5,34; 10,52โฆ); โVaโ, e sia fatto secondo la tua fedeโ (Mt 8,13); โDavvero grande รจ la tua fede! Ti sia fatto come desideriโ (Mt 15,28). Gesรน รจ il vero Educatoreโ: โe-ducareโ vuol dire infatti tirare fuoriโ, โfar affiorareโ dallโaltro. โNel rispondere a chi incontrava, Gesรน cercava la fede presente nellโaltro, come se volesse risvegliare e far emergere la sua fede. Egli sapeva infatti che la fede รจ un atto personale, che ciascuno deve compiere in libertร : nessuno puรฒ credere al posto di un altro! Gesรน sapeva che a volte negli uomini cโรจ lโassenza di fede, atteggiamento che lo stupiva e lo rendeva impotente a operare in loro favore (cfr Mc 6,6); era anche consapevole che ci puรฒ essere una fede non affidabile nel suo Nome, suscitata dal suo compiere segni, miracoli, come annota il quarto vangelo: ยซMolti, vedendo i segni che faceva, mettevano fede nel suo Nome; ma Gesรน non metteva fede in loroยป (Gv 2,23-24), perchรฉ lโuomo diventa rapidamente religioso, ma รจ lento a credereโฆ Gesรน cercava invece in chi incontrava la fede autentica, e quando essa era presente poteva dire: ยซLa tua fede ti ha salvatoยปโ (E. Bianchi).
Il cieco guarito โlo seguiva lungo la stradaโ (Mc 10,52): lโuomo che sperimenta la salvezza e la liberazione, lโuomo che trova in Gesรน il senso del suo vivere e anche del suo morire, diventa il seguace, il discepolo, che fa della sua vita una lode al Signore e alla sua bontร . Solo chi ha gustato la dolcezza del Signore puรฒ diventare suo apostolo e testimone. Tante volte il nostro slancio missionario รจ scarso perchรฉ abbiamo fatto poca esperienza della sua salvezza, non ci siamo lasciati entusiasmare da Dio, non fremiamo di gioia per lui.
Noi ciechi siamo quindi chiamati prima a sperimentare che solo Gesรน รจ la luce che vince la tenebra. Che anche noi poi sappiamo seguirlo โsubitoโ (โeuthรนsโ: Mc 10,52), con prontezza ed entusiasmo come il miracolato di Gerico, per non meritare la condanna di quanti โhanno preferito le tenebre alla luceโ (Gv 3,18-21)!
Carlo Miglietta
Il commento alle letture di domenica 24 ottobre 2021 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โBuona Bibbia a tuttiโ.



