p. Alessandro Cortesi opSono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
Tre pagine segnano la seconda tappa del cammino di quaresima: una pagina di fede e di alleanza (la legatura di Isacco), una pagina di invito a vivere non per se stessi ma nello Spirito (Paolo ai Romani), una pagina di luce che illumina il cammino di Gesรน e indica la Pasqua come dono di luce.
Nel cammino di Gesรน che sarร la via della croce, la trasfigurazione รจ segno carico di annuncio e di speranza: prepara i discepoli allo scandalo della passione e morte di Gesรน ed offre loro una luce per comprendere che proprio la via della croce รจ la via della risurrezione e della gloria. โfu trasfiguratoโ, dice Marco: Dio รจ il soggetto di questo evento di un volto luminoso. Non la metamorfosi di un dio che prende forme umane come nei racconti pagani, ma la lucentezza del volto umano di Gesรน in cui traspare la presenza di Dio stesso.
Le vesti splendenti e bianche, come nessun lavandaio potrebbe renderle, sono il segno di una condizione celeste, di vicinanza unica a Dio. Accanto a Gesรน sono i tre discepoli. Sta qui un indizio che rinvia alla passione e morte di Gesรน perchรฉ i medesimi tre, i suoi piรน vicini, saranno con lui nellโorto del Getsemani (Mc 14,33) e si lasceranno prendere dal sonno nel momento della prova.
Mosรจ e di Elia invece sono personaggi del passato: di essi si attendeva il ritorno (cfr. Mal 3,22-24). Mosรจ, la grande guida dellโesodo ed Elia, profeta della fede, racchiudono nella loro presenza il riferimento allโintero cammino dโIsraele alla storia di unโalleanza che non viene meno, allโunica storia della salvezza. Gesรน va compreso allโinterno di una storia in cui Dio si china e si fa vicino al suo popolo.
Di fronte allo splendore ed alla luce i discepoli sono presi dallo spavento. Pietro aveva riconosciuto in lui il Cristo ed era stato invitato a seguirlo. Ora propone di fare tre tende, con allusione alla festa ebraica delle capanne, che anticipa il riposo della fine dei tempi. Ma non รจ questo il momento della gioia e del riposo, รจ invece questo il tempo dellโascolto. Inoltre la tenda rinvia al luogo della dimora: ora la dimora รจ la stessa umanitร di Gesรน, รจ lui nuova casa e luogo verso cui andare.
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La nube che avvolge nellโombra richiama la presenza di Dio nel deserto (Es 16,10; 24,18) e la voce dallโalto invita allโascolto: โQuesti รจ il Figlio mio prediletto: ascoltateloโ. Come al momento del battesimo al Giordano la voce indica lโidentitร di Gesรน il Figlio, lโamatissimo. Ora essa รจ rivolta ai discepoli e richiama allโascolto (cfr. Dt 18,15). SullโOreb Dio si era comunicato a Mosรจ indicandogli le sue vie, ora su un monte alto โ con allusione al monte del sacrificio dโIsacco โ Gesรน รจ manifestato come โil Figlioโ. La voce richiama i discepoli a rivolgersi a lui e ad ascoltarlo lasciandosi coinvolgere.
Sul volto del servo sofferente che percorre la via della croce sono invitati a scorgere i tratti del Figlio amatissimo, lo svelamento del volto di Dio come amore. La trasfigurazione รจ dono di luce che fa scorgere il volto di Dio amore e rivela anche come la nostra esistenza puรฒ essere trasfigurata nellโascolto di lui e della sua parola.
