Cosa ci puรฒ dire una fredda stella riguardo agli eventi umani e alla loro storia? Una stella puรฒ essere bella da vedere, ma cosa mi puรฒ dire? Lasciamo perdere cosa dice ai tanti appassionati di astrologia e giungiamo alla concretezza della vita e della fede: cosa mi puรฒ dire una stella? Cosa ha detto, questa stella, ai Magi dellโoriente?
Cosa mi puรฒ dire una stella, cosa mi puรฒ dire un sasso, cosa mi puรฒ dire un cielo terso e azzurro dopo giorni di pioggia e di nuvole nere, cosa mi puรฒ dire la cima di una montagna e il panorama che da essa posso contemplare, cosa mi puรฒ dire unโalba o un tramonto di rara bellezza? Mi possono parlare della bellezza!
Ma cosa mi puรฒ dire un evento felice o un evento drammatico della vita; cosa mi puรฒ dire un bambino che nasce o un potente che si arroga il diritto di vita e di morte; cosa mi puรฒ dire una fatica di relazione o un dolore di malattia; cosa mi puรฒ dire? Mi puรฒ parlare della vita.
Ogni cosa mi parla della vita, ogni cosa mi parla di Dio, ogni cosa mi parla dellโaltro. Ma che cosa hanno visto questi Magi dโoriente in una stella? Di fronte ad ogni cosa noi possiamo mettere in campo la nostra esperienza e il nostro buon senso, oppure la nostra parola, oppure la nostra riflessione filosofica o teologica che sia. Di fronte agli eventi possiamo sfoggiare tutta la nostra conoscenza della parola di Dio, possiamo recitare a memoria la Bibbia e interpretarla come hanno fatto per Erode i capi dei sacerdoti e gli scribi, ma senza capirne nulla, senza accorgersi che il Salvatore era giร nato ed era in mezzo a loro. Sapevano tutto ma non capivano nulla di quanto accadeva. Come noi: sappiamo tutto e di tutto, siamo connessi con il mondo intero, ma siamo disconnessi dentro e non capiamo piรน nulla di quanto avviene.
Cosa poteva dunque dire loro la stella? Non lo so. Questo solo so che ogni cosa, se contemplata, parla e mi racconta la vita. Il problema รจ dato dal fatto che siamo pieni di parole e di Parola e non sappiamo piรน contemplare, non sappiamo piรน vedere oltre la cortina di rumori e di parole e di pregiudizi di cui ci riempiamo la vita pensando di darle senso, mentre invece la insteriliamo e ci riduciamo a non comprendere piรน nulla di quanto avviene, a non sapere piรน leggere la storia.
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Se facessimo silenzio โฆ se avessimo ancora il coraggio di rimanere a bocca a aperta di fronte ad un cielo stellato. Magari sdraiati sullโerba contemplando la bellezza del creato.
I Magi videro la stella e partirono. Chissร quanti li avranno dissuasi dallโintraprendere quel viaggio pericoloso che non sapevano neppure loro dove li avrebbero condotti. Contemplando nel silenzio la stella, misero da parte ogni calcolo e si misero in cammino. Se facessimo silenzio โฆ rimarremmo a bocca aperta dallo stupore di contemplare il fatto che la natura dellโuomo รจ partire per ricercare fino a giungere ad un luogo dove lโocchio diventa limpido e libero. Se facessimo silenzio โฆ a quel punto scopriremmo il tutto nellโumile esistenza di un bambino che fa tremare il trono di Erode. Partire contro ogni umana sensatezza, per riscoprire nella contemplazione che nellโumiltร del nostro quotidiano, della vita, senza abbellimenti, vi รจ la realtร , che รจ poi la fede, incarnata in un Dio bambino!
Tutto narra la veritร se lโocchio รจ limpido e se il cuore รจ libero da rancori e da pretese rivalse e da pretese precomprensioni della vita. Se facessimo silenzio, se avessimo il coraggio di rimanere a bocca aperta di fronte agli occhi persi di una vecchietta e alle rughe delle mani di vecchio uomo; se avessimo il coraggio di ascoltare il cuore di un malato terminale o di un malato di Covid; se avessimo il coraggio di tacerci di fronte allโaltro che mi passa accanto con tutte le sue fatiche e le sue passioni; se avessimo il coraggio di ritornare a contemplare la vita mettendoci ancora una volta per via, guidati da una fredda stella che, ad occhi limpidi, parla; se avessimo questo coraggio abbandoneremmo finalmente il palazzo del potere, di ogni potere, dove si conosce tutto ma dove, in realtร , non si sa nulla della vita, quella vera, quella semplice e umile, quella quotidiana, quella di un bimbo Dio appena nato: allora ritorneremmo alla vita a bocca aperta nella contemplazione.
E la smetteremmo di volere cambiare il mondo, di volere cambiare lโaltro, semplicemente ci interesserebbe amarlo, non cambiarlo. E quando noi amiamo senza la pretesa di cambiare, noi semplicemente siamo liberi di goderci la vita nel vero senso della parola, nel senso genuino della fede.
Cosรฌ cercheremo solo la veritร e la adoreremo, seguendo il silenzio di una stella, il vagito di un bambino, il lamento di un anziano, il dolore di un malato, la tenerezza di due innamorati, la preoccupazione di una madre per il proprio figlio.
Allora, dal silenzio della natura e della storia del nostro quotidiano comprenderemo e ci metteremo in viaggio. Cosa comprenderemo non lo so, a ognuno di noi la risposta, ma a quel punto ci metteremo in viaggio con cuore nuovo e con entusiasmo contemplante il marginale. Vedremo il Figlio di Dio nato in una notte scura, in una stalla della Palestina.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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