Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 24 Novembre 2020

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Medita

Questi capitoli finali del vangelo di Luca prima della passione ci permettono di meditare gli insegnamenti di Gesรน prima della fine. Siamo di fronte al tempio, che appare, allo sguardo ammirato degli apostoli, indistruttibile segno di bellezza e di potenza di Dio. Gesรน ancora una volta corregge il nostro sguardo con un’affermazione forte, che risuona come una bestemmia, tanto che sarร  uno dei capi di accusa contro di Lui al processo davanti al Sinedrio (Mt 26, 61).

Egli non nega la bellezza del tempio nรฉ la sua grandiositร , ma vuole aiutarci a discernere l’essenziale del suo messaggio. Nonostante il tempio sia la casa di Dio, esso non deve essere oggetto di fede nรฉ di garanzia. Al tempo di Gesรน, infatti, il tempio di Gerusalemme era diventato destinatario di fede da parte di molti Giudei. Gesรน, rifacendosi alle ammonizioni dei Profeti, punta il dito sul rischio di trasformare uno strumento per la comunione con Dio in un inciampo, un luogo idolatrico, una falsa garanzia di salvezza.

Cosรฌ annuncia la distruzione del tempio, per indicare ai discepoli la via del discernimento del suo messaggio essenziale. I discepoli reagiscono con sorpresa, lo coprono di domande: ancora non sono entrati nella pienezza del messaggio, ma si stanno incamminando nella via della veritร . Gesรน li accompagna per questa via; non risponde alle loro domande direttamente, ma li porta su un altro piano: รจ necessario prepararsi per quel giorno, per non rimanere disorientati dagli eventi, dobbiamo imparare a leggere in profonditร  la realtร , a riconoscere il segno dei tempi perseguendo la strada mostrata dal Vangelo.

โ€œGli ultimi tempi sono i tempi dell’allenamento al discernimento, a quell’esercizio attraverso il quale si puรฒ giungere a vedere con chiarezza, distinguere ciรฒ che รจ bene da ciรฒ che รจ male, e si possono trovare le ragioni per la decisione, per la scelta della vita e il rigetto della morteโ€ (Enzo Bianchi). Gesรน ci mette in guarda innanzitutto da coloro che si arrogano il diritto di affermare โ€œIo sonoโ€, diritto di centralitร  che appartiene a Dio solo; si pongono sul piedistallo come idoli e le loro azioni non rimandano a Dio ma a loro stessi.

L’uomo per sua natura cerca spesso un idolo in cui mettere fede, idolatrando persone e istituzioni umane di varia natura, trasformandole cosรฌ da strumenti in scandalo, ovvero pietre d’inciampo. Ci mette inoltre in guardia dagli avvenimenti catastrofici, sempre presenti nella storia dei popoli e nella nostra vita, affinchรฉ non rimaniamo travolti da essi.

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Preghiera finale

ignore, nostro Padre,
senza il tuo ascolto non possiamo amarti,
dalla preghiera impariamo l’amore perfetto.
Signore, nostro Creatore,
se giungiamo ad amarti con tutto il cuore,
ameremo anche tutte le creature.
Signore, nostro Signore,
senza la preghiera, nostra linfa vitale,
siamo come alberi privi di terra.
Signore, nostro Salvatore,
dobbiamo morire ogni giorno per te e i fratelli:
questa morte รจ vita per chi crede in te.
Signore nostro, Dio uno e unico,
senza la preghiera non troviamo unitร :
grazie a essa si abbracciano il cielo e la terra.


AUTORE: Consiglio Diocesano di Azione Cattolica di Pisa, Cristina Martinelli, Chiara Martinelli
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per lโ€™Evangelizzazione e la Catechesi

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