Cโรจ un limite al perdonare? E cosa significa perdonare? A cosa serve?
Pietro domanda al Maestro Gesรน la misura del perdono allโinterno di un dialogo sulla comunitร , raccolto nel capitolo 18 del Vangelo di Matteo che stiamo leggendo in queste domeniche. Il Maestro sta insegnando che il perdono รจ uno dei pilastri che sostengono la comunitร dei discepoli, la futura comunitร cristiana e anche lโintera comunitร umana. Per Gesรน si deve perdonare โsettanta volte setteโ, cioรจ sempre e in ogni situazione.
Andiamo al sodo, diretti, senza girarci attorno. Quei giovani che hanno pestato a morte il giovane Willy, prendendolo a calci anche quando era a terra ferito, possiamo perdonarli? Per loro siamo โoltreโ le settanta volte sette che Gesรน indica come misura del perdono?
Me lo sono chiesto anche io nel pieno dello stupore e dolore per un fatto cosรฌ incredibilmente violento e disumano, che perรฒ non รจ il primo e nemmeno ultimo. E ognuno di noi potrebbe fare un elenco lunghissimo di episodi che mettono davvero a dura prova lโinsegnamento di Gesรน sul perdono.
โSe il mio fratello commette colpe contro di me, โฆโ dice Pietro. Giร con queste parole il Vangelo ci indica che stiamo parlando di una relazione di fratellanza che viene rotta da qualcosa di violento che tende a distruggere i legami. Poco sopra anche Gesรน aveva parlato di โfratelloโ da ammonire in caso di colpa e nel caso avesse ascoltato quel fratello sarebbe stato riguadagnato, altrimenti sarebbe da considerarsi come โpagano e pubblicanoโ. Ma anche i pagani e i pubblicani nel Vangelo sono amati da Dio e anche dallo stesso Gesรน nella sua vicenda umana.
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Il perdono non รจ quindi solo una โpietra messa sopraโ che dimentica il torto ricevuto e la frattura dโamore creata, ma รจ un processo, a volte lungo e faticoso, di ritorno allโarmonia, alla fratellanza perduta, alla ricostruzione della comunitร che il male tende a distruggere e disgregare.
Gesรน crede nel perdono anche impossibile, come vuole dire nella sua parabola, perchรฉ Dio perdona sempre, Dio รจ perdono. La parabola ci racconta di un perdono incredibile che un uomo riceve da un padrone misericordioso. Gli viene perdonato un debito esagerato, ma il dramma รจ che il perdonato non riesce a fare lo stesso con un suo simile, un servo come lui che gli deve una piccola cifra in confronto alla sua. ร questa ingratitudine cieca che a sua volta โbloccaโ il perdono ricevuto e cosรฌ lโuomo rimane immerso nel suo male.
Perdonare non รจ fare finta di niente e dimenticare. Perdonare รจ credere che il male non puรฒ avere lโultima parola nemmeno nella persona che commette il peccato piรน grave e orribile. Questo non significa non fare giustizia e che chi sbaglia possa pagare il suo errore, ma non posso far della vendetta lโunica risposta al male. Non posso far si che il torto ricevuto uccida la mia fede nel bene e nellโamore. Non voglio che chi commette una colpa contro di me spenga la mia speranza per il bene.
Etty Hillesum, giovane donna olandese ebrea vittima dellโOlocausto a Auschwitz, scriveva cosรฌ โOdiare non รจ nel mio carattere. Se, in questo periodo, io arrivassi veramente a odiare, sarei ferita nella mia anima e dovrei cercare di guarire il piรน presto possibileโ. Sta parlando dei Tedeschi che sotto il nazismo stavano perseguitando gli ebrei e altre minoranze. ร lโodio, che Etty chiama โmalattia dellโanimaโ il vero nemico che non possiamo far vincere. Il saper perdonare ci aiuta a cercare giustizia ma nello stesso tempo credere e costruire un mondo di relazioni dove vince lโamore.
Gesรน voleva dire questo ai suoi discepoli quando li invita a perdonare sempre: non far si che il torto ricevuto faccia morire dโodio il proprio cuore.
Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)
