Nico Guerini – Commento al Vangelo di domenica 19 Luglio 2020

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Perchรฉ cโ€™รจ il male nel mondo, da dove viene, perchรฉ Dio non interviene a sistemare le cose una volta per tutte, perchรฉ dopo duemila anni che รจ venuto Gesรน pare che nel mondo non sia cambiato niente? Quante volte ci siamo sentiti fare o ci siamo fatte domande del genere?

Il vangelo di oggi ci offre tre parabole, una piuttosto sviluppata, un mini racconto seguito poi da una spiegazione, e altre due molto brevi che sono semplicemente un paragone. Sembrano invitarci a collegare due visioni della realtร : una โ€œpasticciataโ€ e vistosa, in cui tutto ciรฒ che accade risulta da una inspiegabile confusione tra grano buono e zizzania, lโ€™altra fatta di due immagini, che invitano a guardare bene e a scrutare a fondo, perchรฉ si tratta di due cose che rischiano di essere trascurate: una รจ minuscola, ยซil piรน piccolo di tutti i semiยป, lโ€™altra neppure si vede se non per lโ€™effetto che produce, il ยซlievitoยป, cose che perรฒ, nonostante appaiano due minuzie trascurabili, crescono e operano in modo prodigioso.

Sono un poโ€™ la sintesi del bello e del brutto che fanno il contesto normale e quotidiano della nostra vita, o forse รจ meglio dire del modo in cui il โ€œregno dei cieliโ€ appare e agisce nel nostro โ€œregno della terraโ€. Penso che la liturgia odierna, con le letture che propone, intenda aiutarci a trovare in questo โ€œcompostoโ€ qualche utile indicazione per come muoversi in questo apparente pasticcio.

Il Forte che governa con mitezza

La prima lettura (Sap 12.13.16-19) ha certamente lโ€™effetto di rassicurarci alla partenza: ยซNon cโ€™รจ Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perchรฉ tu debba difenderti dallโ€™accusa di giudice ingiustoยป. รˆ la risposta alla serie di domande che abbiamo posto in testa a questa riflessione. Non le spazza via, ma almeno ci chiede di riflettere e cercare di capire prima di accusare, o di arrivare troppo in fretta a quella risposta spiccia che qualcuno si dร , per cui, quando le cose vanno bene, Dio scompare dallโ€™orizzonte, mentre, quando vanno male, la colpa รจ tutta sua. Per questo la frase che segue รจ ancora piรน importante: ยซLa tua forza infatti รจ il principio della giustizia, e il fatto che sei padrone di tutti ti rende indulgente con tuttiยป.

Questo รจ un passaggio chiave, chiara eco di un mirabile versetto che lo precede di poco: ยซTu ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; se avessi odiato qualcosa, non lโ€™avresti neppure formataยป (Sap 11,24). Sono affermazioni che danno un grande respiro, che non so se siano correnti in altre esperienze e dottrine religiose.

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Lโ€™idea di un Dio che, proprio perchรฉ non ha bisogno di niente, usa la sua forza, la sua onnipotenza, solo per spargere misericordia e avere un occhio per ciascuna delle sue creature, รจ grandiosa e commovente, e per converso rivela quanto fosse stolta lโ€™idea che Satana instillรฒ nei nostri progenitori, e che continua a instillare in noi, loro discendenti, per cui Dio sarebbe cosรฌ geloso del suo potere da impedirci, con i suoi divieti (ยซdellโ€™albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiareยป: Gen 2,17), di appropriarcene per condividerlo!

Lโ€™immagine di un Dio tirchio e sulla difensiva dovrebbe semplicemente farci sorridere. Per questo il testo fa un altro passo: ยซPadrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza. Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini, e hai dato ai tuoi figli la buona speranza che, dopo i peccati, tu concedi il pentimentoยป.

รˆ dallโ€™immagine che ci facciamo di Dio che dipende il nostro comportamento. Chiediamocelo qualche volta, a cominciare da quando e come preghiamo: qual รจ il volto del Dio al quale ci rivolgiamo? Un grande teologo francese, Maurice Bellet, che amo ogni tanto citare, ha scritto un gran bel volume, molto illuminante, e lโ€™ha intitolato Il Dio Perverso! Anche su questo โ€œimmaginarioโ€, in cui concentriamo la nostra visione di Dio, andrebbe fatta ogni tanto una sana opera di purificazione.

La preghiera come affidamento

Viene a proposito quanto scrive Paolo nel breve testo proposto come seconda lettura (Rm 8,26-27): ยซnon sappiamo come pregare in modo convenienteยป! Conosciamo tutti quella preghiera che si riduce spesso solo a chiedere cose, dove Dio appare come il distributore automatico che deve darci il dolce che desideriamo inserendo qualche cosiddetta โ€œpreghieraโ€ come la monetina nella macchinetta.

Carlo de Foucauld, che tra non molto sarร  proclamato santo, ha scritto una splendida orazione che si chiama Preghiera dellโ€™abbandono, dove basta citare lโ€™inizio e la conclusione per vedere come da essa emerga tutta unโ€™altra visione di Dio: ยซPadre mio, io mi abbandono a te, fa di me ciรฒ che ti piace! Qualunque cosa tu faccia per me, ti ringrazioโ€ฆ รˆ per me una esigenza dโ€™amore il donarmi, il rimettermi nelle tue mani senza misura, con una fiducia infinita, perchรฉ tu sei il Padre mioยป.

Siamo perfettamente in linea con quello che ci ha insegnato Gesรน stesso nel Padre nostro, la preghiera โ€“ ricordiamolo qualche volta โ€“ che ci รจ stata consegnata nel nostro battesimo e che dovrebbe formare la base della nostra contemplazione quotidiana. Per il resto, lo Spirito (nominato tre volte in due versetti) viene in aiuto della nostra debolezza (non si chiama peraltro il ยซParaclitoยป, cioรจ colui che assiste e sta accanto?), intercede con gemiti inesprimibili, cosa che fa ยซsecondo i disegni di Dioยป.

Se ci affidiamo con semplicitร  alla sua azione, non dobbiamo preoccuparci di andare davanti a Dio con elaborate orazioni come se dovessimo esibire davanti a lui la nostra bravura: facciamo le nostre richieste con semplicitร , ma teniamo a mente che la preghiera รจ prima di tutto โ€œcontemplazioneโ€ della bellezza e della bontร  di Dio, e insieme โ€œascoltoโ€ di quanto la sua Parola continua a dirci. Dopo queste due premesse, ci puรฒ stare anche la domanda.

Grano, zizzania, senape, lievito

La parabola della zizzania seminata in mezzo al grano รจ ben nota, e per giunta รจ spiegata nello stesso brano di vangelo (Mt 13,23-43). I momenti del racconto sono tre: la seminagione notturna della zizzania ad opera del ยซnemicoยป, la reazione impaziente dei servi che, vedendola apparire, vorrebbero subito estirparla, e lโ€™invito del padrone alla pazienza ยซfino al momento della mietituraยป.

Ma,visto che si รจ giร  parlato di โ€œseminaโ€ in unโ€™altra parabola, mi sono chiesto: che ci stanno a fare due parabole simili, per giunta raccontate con tale abbondanza di particolari? Ci vedo due visioni complementari del โ€œregno dei cieliโ€, facilmente proiettabili sulla realtร  di Chiesa come immagine e segno di quel regno.

La prima รจ un capolavoro di ordine: unico รจ il seme, ma capita che cada in quattro terreni ben distinti, dei quali solo lโ€™ultimo รจ buono.

La seconda รจ un capolavoro di confusione, dove grano e zizzania sono cosรฌ simili che si rischia di prendere lโ€™uno per lโ€™altra.

Lโ€™immagine di ordine nasconde un pericolo: che uno si collochi nella zona che gli viene piรน naturale, quella del terreno buono, per esempio, che ingenera di riflesso lโ€™idea di una โ€œChiesa di puriโ€ che tanti danni ha fatto, fa e continuerร  a fare grazie ai conseguenti meccanismi di esclusione che ben conosciamo. Perchรฉ poi, a pensarci bene, forse sarebbe meglio dirsi che in ciascuno convivono tutti e quattro i โ€œterreniโ€ della parabola.

La cosa viene piรน facile se si guarda alla parabola di oggi, che รจ un invito a non precipitare il giudizio, nรฉ sugli altri nรฉ su noi stessi, dove perfino non รจ sempre facile discernere tra ciรฒ che รจ grano e ciรฒ che รจ zizzania (Satana puรฒ anche mascherarsi da angelo di luce! 2Cor 11,14).

Proprio un invito a fare bene attenzione, quando si guarda alla Chiesa alla luce di questa parabola, arriva dalle due piccole parabole che seguono, che fissano lo sguardo sul โ€œbuonoโ€ che cโ€™รจ nel popolo di Dio e oltre i suoi stessi confini.

Il granello di senape ci avverte che da un piccolissimo seme spunta un albero talmente grande ยซche gli uccelli del cielo vengono a fare il nido tra i suoi ramiยป, immagine che, come si sa, si riferisce a tutti i popoli della terra.

Il lievito, per parte sua, รจ nascosto nella pasta dalla quale neanche alla fine si distingue, ma la sua presenza รจ ben visibile nellโ€™effetto che produce sulla pasta stessa. Cโ€™รจ tutta una spiritualitร  che รจ cresciuta su queste due immagini, di cui Carlo de Foucauld รจ stato un esempio preclaro, prendendo a modello la vita di Gesรน negli anni di Nazaret.

Si sa, รจ una spiritualitร  che non piace a certi settori della Chiesa, che rivendicano una โ€œtestimonianzaโ€ fortemente identitaria, per la quale contano in primo piano i โ€œnumeriโ€ e lโ€™occupazione di varie strutture di potere. Pazienza. Per la pace di tutti, forse รจ il caso di fare appello alla varietร  dei carismi e alla loro legittimitร , senza facili scomuniche, magari, se si riesce, ยซgareggiando nello stimarci a vicendaยป (Rm 12,10).

E, per finire con un tocco di umorismo che fa sempre bene, vorrei citare una โ€œfaceziaโ€ di Maurice Bellet ยซUn onesto prelato si lamenta con lo Spirito Santo: โ€œAvevamo bisogno, o Santo Spirito, di una vita di Gesรน (una sola!), una dogmatica, una morale, un rituale, un diritto canonico e un catechismo per il buon popolo. E tu hai ispirato la Bibbia: che confusione, che caos!โ€.Tema per una tesi da affidare a studenti di teologia: Redigere la risposta dello Spirito Santoยป (Minuscule traitรฉ acide de spiritualitรฉ, Bayard, Montrouge 2010, p. 94).

FonteSettimana News

Commento a cura di Nico Guerini


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