<<Quale segno dunque tu fai perchรฉ vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo>>.
La faccenda delle prove รจ in voga fin dalla fondazione del mondo. Abbiamo sempre bisogno di qualcosa che attesti che quello che stiamo facendo, o quello in cui crediamo sia vero. Che prova porta Gesรน di questa veritร che รจ venuto a portarci?
<<Rispose loro Gesรน: “In veritร , in veritร vi dico: non Mosรจ vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dร il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio รจ colui che discende dal cielo e dร la vita al mondo”>>.
La prova piรน profonda della veritร delle parole di Gesรน consiste nel dono della sua vita che egli ha fatto per tutti noi. Credere in Gesรน, infatti, significa credere che ha dato la vita per ognuno di noi. Eppure ci capita di avere una fede che suona piรน o meno cosรฌ: credo che Gesรน รจ il Figlio di Dio, credo che sia venuto nel mondo, credo che sia morto, credo che sia Risorto, ma ho difficoltร a credere che lo abbia fatto proprio per meยป. Sono le ferite del peccato originale che non ci fanno credere che siamo amati in questo modo. Eppure solo quando crediamo a un amore che si fa dettaglio fino a darci del tu, solo allora la fede ci cambia la vita.
ยซAllora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”. Gesรน rispose: Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrร piรน fame e chi crede in me non avrร piรน seteยป.
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Tutte le volte che ci accostiamo all’Eucaristia ci accostiamo a un amore che ci dร del tu. A un amore che ci dice che tutta la storia della redenzione รจ storia per me, che guarda me, che considera me, che mi prende sul serio non come la massa di “tutti” , ma come Punicitร di “ognuno”.
Se tu credi in questo e costruisci con Gesรน una relazione cosรฌ intima, allora non vai alla ricerca di nessun’altra cosa che ti sfami o ti disseti. Il peccato รจ cercare il cibo giusto in posti sbagliati. ร giusto desiderare di essere felici, ma non tutto rende felici.
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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