Oggi, nella solennitร dellโEsaltazione della croce, ripercorriamo gli ultimi momenti della vita di Gesรน.
La sua รจ stata una morte scandalosa, un epilogo a cui aveva cercato di preparare i discepoli che ora si trovano smarriti di fronte a un segno troppo grande per essere compreso subito. Accanto alla croce troviamo poche donne e il discepolo amato, testimoni silenziosi ora e testimoni sconcertati di fronte alla tomba vuota tre giorni dopo.
Appeso al legno un uomo che arriva a comprendere come la sua vita, il significato del suo insegnamento, proprio sulla croce e non altrimenti trova compimento. In quellโinvito che fa alla madre e al discepolo amato di custodirsi a vicenda instaurando nuovi legami allโombra della croce. Unโimmagine di quella che sarร la continuitร nella storia di una trasmissione, di generazione in generazione, degli insegnamenti ricevuti, della strada percorsa, della Via che Gesรน ha mostrato con la sua vita.
La Scrittura che aveva permeato la sua vita trova la sua definitiva interpretazione. โTutto รจ compiutoโ (v. 30), di fronte a questa consapevolezza non resta che lasciare che la vita prosegua altrimenti. Gesรน china il capo e consegna lo Spirito, il Paraclito, il Consolatore che รจ la presenza di Dio oggi nella storia, nelle nostre storie.
La croce diviene la strettoia, il passaggio obbligato attraverso cui la vita vince la morte. E la vita vince quando sembra sconfitta, solo allora, nelle tenebre di un sepolcro, si insinua una luce che non รจ piรน possibile oscurare e insieme a essa sorge la comprensione di quanto era realmente accaduto. Proprio nel dubbio, nello sperimentare lโabbandono da parte di Dio, nel disprezzo da parte dei potenti, nellโincredulitร e nella paura dei discepoli, nel fraintendimento della bellezza del messaggio per cui Gesรน ha donato la vita, la vita vince la morte.
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Gesรน accetta fino in fondo le conseguenze della sua coerenza, non cerca scorciatoie, e cosรฌ esprime con lโultimo gesto unโeloquenza che squarcia le ambiguitร . Non รจ quel Messia vittorioso a lungo atteso, non รจ un mago operatore di prodigi, ma un umiliato, โun uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non avevamo alcuna stima. Eppure egli si รจ caricato delle nostre sofferenze, si รจ addossato i nostri dolori โฆ per le sue piaghe noi siamo stati guaritiโ (Is 53,3-5).
Questo il volto dellโEmmanuele, del Dio con noi, che non ha cercato la sofferenza, ma ha saputo abitarla e insegnarci che in ogni situazione, sempre, si puรฒ tentare di amare, fino alla fine. Si trova condannato come โIl re dei Giudeiโ, una menzogna costruita per screditarlo e additarlo come pericoloso per le autoritร politiche del tempo, oppure una rivelazione di un significato che apre un universo concettuale diverso, in cui la logica del potere si trova ribaltata e sconfitta? Come la morte viene vinta dalla e grazie alla croce anche la menzogna e lโipocrisia esauriscono la loro portata di fronte a lui che รจ veritร (cf. Gv 14,6). A noi resta la via che lui ha tracciato, alle spalle la croce, davanti la resurrezione.
sorella Elisabetta
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