Commento al Vangelo di domenica 13 Ottobre 2019 – mons. Giuseppe Mani

Gesù va verso Gerusalemme dove avverrà l’affronto inevitabile con l’avversario che sottintende sempre all’annuncio della Buona Novella. L’insegnamento di Gesù non è irenico come quello dei maestri di sapienza. Lui è venuto per salvare, per guarire una umanità in pericolo secondo i sinottici e per restaurare la prima creazione per Giovanni. La lebbra è l’immagine della nostra precarietà perché non soltanto distrugge il corpo ma anche isola l’uomo, lo allontana dai fratelli.

La tradizione popolare vedeva nella malattia una maledizione per i peccati del malato o dei suoi antenati, cosa contro cui reagirà spesso Gesù. Incontrare un lebbroso era la prova più grande contro l’orrore e la paura. L’invito alla pietà che si eleva da questi poveretti all’ingresso del villaggio in cui non possono entrare è il grido della sofferenza degli uomini verso colui che può guarire e salvare. Le guarigioni sono un segno per educare i discepoli. La narrazione della guarigione di Naam il Siro completa il testo e presenta la guarigione della lebbra nell’Antico Testamento, testo che vuol indicarci il messaggio biblico a riguardo dello straniero e del suo ringraziamento al Dio di Israele.

Il testo è breve e va subito al ringraziamento del dono ricevuto. Soltanto uno su dieci torna a ringraziare e per di più era un samaritano. Luca si serve del carattere differente, direi ostile di questo popolo vicino ma eretico per mandare un messaggio , al di la di tutte le divisioni tra gli uomini. Ciò che Paolo ha già scritto nelle prime lettere in cui Luca è ricordato come “il caro medico”. “Non c’è più né schiavo ne libero, né Giudeo ne Greco”. La traversata della Samaria per raggiungere la Giudea è un’occasione per Gesù per distruggere i pregiudizi nei confronti dello straniero. Noi non possiamo essere meno sensibili in un epoca di confronto permanente tra popoli nell’elaborazione indispensabile verso il “Villaggio planetario”.

Saranno i cristiani i primi operatori di questa pace universale. Gesù senza fare un trattato di dialogo interculturale si comporta come un uomo aperto a tutti gli uomini qualunque sia la loro origine. Non c’è da stupirsi per i suoi incontri anche se è cosciente delle tappe da percorrere. Loderà la qualità della fede del Siro –Fenicio (Mt 15, 21-28) Gesù offre la piena comprensione di questo fatto. Il samaritano lebbroso guarito si trova elogiato per la sua fede: “Va la tua fede ti ha salvato”. Essa non era sicuramente più grande di un granello di senape ma l’effetto fu più grande che spostare una montagna: la guarigione dalla lebra. “Purificato torna indietro e loda Dio ad alta voce”. La fede proviene dall’esperienza sperimentata di essere guarito e questa lode sale dal cuore verso Dio.

Il ringraziamento trasforma la fiducia fatta alla parola del profeta di andare dai sacerdoti a verificare la guarigione, in una vera fede in Gesù. Soffermiamoci sulla fede che cresce con lo stupore del dono ricevuto. “Ah se tu sapessi il dono di Dio!” disse Gesù alla Samaritana. Presso i Cristiani l’importanza del ringraziamento è manifestato dall’uso della parola Eucarestia, Grazie. E’ bellissimo , in Grecia sentire questa parola continuamente sulle labbra della gente. Il forte sentimento di Gesù che sale verso il Padre quando lo ringrazia “d’aver rivelato questo ai piccoli” è un invito ai credenti di ringraziare infinitamente il Padre per averci dato il Figlio. La fede non può non diventare gratitudine.

Per noi, per tutti gli uomini, fino al più sfigurato e reietto come questo Samaritano lebbroso, il dono di Cristo che distrugge il niente della morte e la fatalità del male provoca un tale “Grazie Signore!” che aumenta sempre più in noi la nostra fede.

Fonte – il sito di mons. Giuseppe Mani

Letture della
XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

Prima Lettura

Tornato Naamàn dall’uomo di Dio, confessò il Signore.

Dal secondo libro dei Re
2 Re 5,14-17

 
In quei giorni, Naamàn [, il comandante dell’esercito del re di Aram,] scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola di Elisèo, uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato [dalla sua lebbra].
 
Tornò con tutto il seguito  da [Elisèo,] l’uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servo». Quello disse: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». L’altro insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò.
 
Allora Naamàn disse: «Se è no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 97 (98)
R. Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.
 
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.
 
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.

Seconda Lettura

Se perseveriamo, con lui anche regneremo.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 2,8-13

 
Figlio mio, ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come io annuncio nel mio vangelo, per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.
 
Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.

Parola di Dio

Vangelo

Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 11-19

 
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea.
 
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Parola del Signore

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