Alberto Maggi – Commento al Vangelo di domenica 28 Marzo 2021

Commento video al Vangelo di domenica 28 Marzo 20121 a cura di p. Alberto Maggi OSM

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Per la domenica delle Palme la liturgia ci presenta la passione secondo l’evangelista Marco ed è questa l’occasione per conoscere l’unico episodio che Gesù ha chiesto fosse fatto conoscere al mondo intero. Eppure questo episodio non viene mai letto nella liturgia domenicale, è molto strano questo; è l’unzione di Betania. Leggiamo allora il vangelo di Marco il capitolo 14, l’inizio.

C’è l’annunzio che le autorità hanno deciso di assassinare Gesù per la Pasqua. Quando il popolo festeggia l’antica liberazione, le autorità decidono di eliminare il nuovo liberatore. Ebbene, l’evangelista ora ci presenta qual è la reazione della comunità di fronte all’annunzio della morte di Gesù e scrive Marco che “Gesù si trovava a Betania”, Bet-ania significa “la casa del povero”, “nella casa di Simone il lebbroso”. Il povero, il lebbroso [ci fanno comprendere che è] una comunità di emarginati e “mentre stava a mensa”, questa citazione importante perché è presa dal primo capitolo del Cantico dei Cantici dove il re sta a mensa e la sposa del re gli spande il suo profumo che, come in questo caso, è di nardo. Infatti scrive Marco “Giunse una donna”, la donna è anonima, la donna rappresenta la parte della comunità che dà adesione a Gesù, a un Gesù crocifisso, “con un vasetto di alabastro pieno di olio profumato di nardo genuino”. Il nardo, questo profumo prezioso, per di più è genuino e l’evangelista adopera il termine greco che indica fede, esprime la fede della donna, la donna che dà adesione completa a Gesù.

La donna rompe il vaso, significa che il dono è completo, non trattiene nulla e qui c’è la sorpresa perché “Versò l’unguento sul suo capo”. Nei vangeli si leggono altre due unzioni di Gesù, ma tutte e due nei piedi: è stata quella nel vangelo di Luca della peccatrice in riconoscenza Gesù per il perdono dei suoi peccati, nel vangelo di Giovanni è Maria, la sorella di Lazzaro, in gratitudine per la resurrezione del fratello, ma sia la peccatrice che Maria ungono i piedi; qui invece il gesto della donna è sorprendente e anche sconcertante, unge sul capo. Perché sul capo? Ungere il capo era un’azione riservata ai sacerdoti e ai profeti con la quale si consacrava il re, si consacrava il Messia. Allora l’evangelista sta dicendo che il ruolo di questa donna della comunità di Gesù è quello di svolgere una funzione sacerdotale e profetica: lei riconosce in Gesù il re Messia, il re crocefisso e gli dona tutta se stesso, tutto il suo amore.

Ed ecco la reazione della comunità, “Ci furono alcuni”, sappiamo che sono i discepoli, ma l’evangelista evita di definirli discepoli, loro non seguono Gesù, lo accompagnano, non danno adesione, si sdegnano nei suoi confronti e parlano di spreco. Per loro il dare la vita è uno spreco, non comprendono il valore e prendono la scusa del valore di questo profumo, dice “trecento denari”, pensiamo che la paga giornaliera di un operaio era un denaro al giorno, quindi quasi un anno di paga, “e darlo ai poveri ed erano infuriati contro di lei”. Ma non è soltanto per il motivo, il pretesto che trovano dei poveri: loro comprendono che questa donna ha compiuto un’azione che è esclusa alle donne, è riservata non solo ai maschi, ma ai sacerdoti e ai profeti, quella di ungere il capo di Gesù, l’azione sacerdotale profetica.

Ebbene, Gesù prende le difese della donna, dice che lei ha compiuto un’opera buona, il termine è preso dal libro della Genesi nella creazione dove Dio crea e le sue sono opere buone, la donna completa in Gesù l’azione creatrice e dice che i discepoli non hanno compreso nulla dei poveri. I poveri non sono elementi esterni alla comunità che vanno beneficati, insomma fanno parte della comunità. L’elemosina presuppone un benefattore e un beneficato ed è sempre umiliante, ma Gesù ha invitato alla condivisione e la condivisione genera dei fratelli ed elimina le distanze. La comunità cristiana primitiva questo lo ha talmente compreso che ha parlato del povero come vicario di Cristo: la presenza del povero rappresenta la figura del Cristo nella comunità.

Gesù continua, parlando che questa donna ha fatto ciò che era in suo potere ungendo in anticipo il corpo per la sua sepoltura. Qual è il significato? L’effetto della morte, lo sappiamo, è la puzza, il profumo è l’effetto della vita. L’evangelista fa comprendere che la sua sarà la vittoria della vita, la vittoria del profumo sulla vita. E poi le parole di Gesù che però purtroppo sembrano alquanto inascoltate, è l’unico episodio della sua esistenza per il quale Gesù dice “In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il vangelo per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto” perché Gesù propone una donna come il modello del seguitore, ma questo brano del vangelo, come abbiamo detto all’inizio, non si legge mai nella liturgia.

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