Vangelo del Giorno – 14 giugno 2017 – don Luigi Epicoco

“Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento”. Se Gesù sente l’esigenza di dire ad alta voce l’ovvio, significa che ovvio non è. Infatti non di rado quando pensiamo alla proposta cristiana pensiamo a una sorta di “volemose bene” con basi teologiche. Mentre Cristo ci chiede un bene esigente, una vita al massimo, un carattere profondo, una umiltà realistica. Ciò significa che senza un metodo, senza “una legge”, non andremo molto lontani.

[ads2]Ma dire che Lui è venuto a dare compimento significa dire che Lui è venuto a riconsegnarci il motivo per cui vale la pena stare dentro un sentiero, un metodo, un tentativo codificato. A noi questo delle volte manca, un “compimento”, cioè un motivo valido per cui le cose che facciamo valgano la pena. Se non ti ricordi “per chi” o “per cosa” quello che fai vale, alla fine lo vivrai solo come sforzo, ma il cristianesimo non può essere la somma dei nostri sforzi, ma la memoria di un motivo per cui accettiamo anche gli sforzi. Tu l’hai capito questo motivo? Non rispondere velocemente, portati questa domanda lungo tutta questa giornata.

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Mt 5, 17-19
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.
In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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