Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 17 Luglio 2021 – Mt 12, 14-21

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I farisei, irritati per l’atteggiamento di Gesù, santamente furiosi per la sua libertà interiore, feroci verso chi evidenzia la loro incoerenza e ipocrisia, decidono di uccidere Gesù. Santamente, certo.

Per un bene maggiore. Per estirpare la mala pianta. Per fermare il contagio. Perché non c’è nulla di peggio della violenza operata per conto di Dio. Nulla di più tragico di chi pensa di esercitare un’opera santa arrogandosi il diritto di essere l’avvocato difensore di Dio, ieri come oggi.

Gesù si allontana, non cerca lo scontro, e molti lo seguono, fuggendo anch’essi lo scontro. Non raduna un esercito di rivoluzionari, il Signore, ma un gruppo di discepoli e discepole che, accogliendo il vero volto di Dio, guariscono da tutti i mali, da tutte le fatiche, da tutte le storture della mente e dello spirito. Si realizzano le profezie: davvero Gesù è il servo di Dio mite, compassionevole, misericordioso.

E che, diversamente dai farisei di tutti i tempi, non usa mai la violenza.