Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 9 Agosto 2020

Il commento alle letture del 9 agosto 2020 a cura di  Mons. Costantino Di Bruno, Sacerdote Diocesano dell’Arcidiocesi di Catanzaro–Squillace (CZ).

Costrinse i discepoli a salire sulla barca

DOMENICA 9 AGOSTO (Mt 14,22-33)

Quando un uomo impone la sua volontà ad un altro uomo, questa imposizione è detta costrizione. Vi è una costrizione che è frutto del male e del peccato che è nell’uomo. Ma vi è anche una costrizione che è frutto del grade amore, della verità, della sapienza che è nel cuore. Il cristiano, essendo chiamato a rimanere sempre nel bene e a vincere con il bene il male, si consegna ad ogni costrizione, pur di rimanere nel più grande bene. Questa la regola di Gesù: “Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle” (Mt 5,38-42). San Paolo ci mostra come ci si consegna alla costrizione per il bene: “Il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera e, dopo aver preso posto, rivolgevamo la parola alle donne là riunite. Ad ascoltare c’era anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo. Dopo essere stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò dicendo: «Se mi avete giudicata fedele al Signore, venite e rimanete nella mia casa». E ci costrinse ad accettare” (At 16,13-15).

San Giacomo vuole i discepoli di Gesù sempre di sapienza arrendevole: “Invece la sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera. Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia” (Gc 3,17-18). Gesù è mosso e condotto dallo Spirito Santo. Perché costringe i discepoli a salire sulla barca e a precederlo all’altra riva? Perché deve aggiungere alle tante verità sulla sua persona un’altra verità che rivelerà loro la sua superiorità nei confronti di ogni altro uomo di Dio venuto prima di Lui. Gesù è Dio, agisce come Dio. Dio cammina sulle nubi del cielo. Lui cammina sulle acque. Pietro dovrà sperimentare l’infinita distanza che lo separa da Cristo Signore. Pur avendo ricevuto da Gesù il comando di camminare anche lui sulle acque, la sua fede ancora è così piccola, così debole, da non sostenerlo. Non appena poggia i piedi sulle acque, viene colto dalla paura e sta per affondare. Grida al Signore e il Signore lo salva. Nessuno è simile a Gesù. Non vi sono persone prima di Lui. Non vi sono persone accanto a Lui. Neanche vi saranno persone dopo di Lui. Solo Lui è Dio nella sua natura e Persona divina. Solo Lui, come vero uomo, è tutto e sempre dal Padre. Pietro e gli altri ancora dovranno percorrere una lunga strada per essere da Cristo, nello Spirito Santo. La perfezione di Cristo è irraggiungibile. È oltre ogni oltre.

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

Chi deve educare alla vera fede, vera carità, vera speranza, deve anche servirsi dello strumento della costrizione nel bene. Obbligare, costringere, imporre sono vie sempre da percorrere. Senza queste vie, mai si potrà progredire nella verità di Dio, di Cristo, dello Spirito Santo, della Chiesa. Chi agisce sempre dalla sua volontà, mai progredirà.

Madre di Dio, Angeli, Santi, costringete la nostra volontà ad una obbedienza perfetta.

Fonte@MonsDiBruno

Nota: Questo commento al Vangelo è gratuito pertanto l’autore non autorizza un fine diverso dalla gratuità.

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