Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 15 Giugno 2022

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MERCOLEDÌ 15 GIUGNO – UNDICESIMA SETTIMANA T. O . [C]

Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.

Ogni adoratore del vero Dio compie tante opere che sono comandate dalla Legge del Signore, Legge che è l’essere della natura creata ad immagine di Dio e scritta nel cuore di ogni uomo; Legge della natura che subito da Dio è trasformata in Legge annunciata, detta, fatta udire al suo orecchio affinché mai possa dire di non essere riuscito a interpretare la verità della sua natura; Legge che riguarda ogni relazione dell’uomo con Dio, con se stesso, con la donna, con ogni altro essere esistente sulla terra e nell’universo. Ecco le prime Leggi fatte udire da Dio all’uomo: “Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».

E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò.  Dio li benedisse e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra»” (Gen 1,26-28). “Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire». E il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda»” (Gen 2,16-18). “Trascorso del tempo, Caino presentò frutti del suolo come offerta al Signore, mentre Abele presentò a sua volta primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, e tu lo dominerai»” (Gen 4,3-7).

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Il Vangelo oggi prende in esame tre relazioni che ogni uomo vive nell’arco della giornata o della settimana o dell’anno: l’elemosina, la preghiera, il digiuno. Queste tre opere possono essere vissute dall’uomo a servizio della sua vanagloria oppure a servizio della gloria di Dio. Se l’uomo li vive a servizio della sua gloria, mai potrà pensare di ricevere la gloria che viene dal Signore. Se invece vuole la gloria che viene dal Signore e che è gloria eterna, divina, immortale, allora tutto deve vivere nel silenzio e nel nascondimento. L’uomo creato da Dio a sua immagine ha due scelte obbligate da compiere. La prima scelta è quella di obbedire alla Legge del Signore per rimanere in vita e non incorrere nella morte, morte nel tempo che potrebbe consumarsi in morte eterna, se non ritorna nell’obbedienza alla Legge che il Signore ha fatto risuonare per lui al suo orecchio, ma che prima ha scritto nel suo cuore e affidato alla sua razionalità perché sia essa a convincere la sua volontà perché scelga di non allontanarsi mai da quanto il Signore gli ha prescritto.

La seconda scelta è quella di fare ogni cosa per la più grande gloria di Dio così da meritare una gloria eterna da parte del suo Signore. È evidente che se l’uomo non obbedisce alla prima Legge, quella per vivere e per non morire, mai potrà osservare la seconda legge, quella che gli comanda di fare tutto per la gloria del Signore. Chi non osserva la prima Legge è nella morte e chi è nella morte nulla potrà fare per la sua gloria eterna, perché è nella morte. Prima è necessario che ritorni in vita e poi potrà lavorare per la più grande gloria del Signore.

LEGGIAMO IL TESTO DI Mt 6,1-6.16-18

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Gesù non entra nel merito delle singole pratiche religiose che si vivono. Dice invece come ogni pratica religiosa va vissuta. Quanto dice per la preghiera, l’elemosina, il digiuno, vale per ogni altra relazione che quotidianamente l’uomo vive. Gesù non dona un fine soprannaturale a tutte le opere di misericordia? Non dice che tutto viene fatto a Lui?

Ora se io l’elemosina la faccio a Cristo e il digiuno lo faccio per aiutare Cristo, cambiano necessariamente le modalità. Non posso umiliare Cristo esaltando me stesso. L’Apostolo Paolo dona questo principio: “Qualsiasi cosa fate, fatela per la gloria del Signore”. Qualsiasi cosa. La Madre di Dio venga e ci aiuti perché da noi tutto sia fatto per la gloria del Signore.

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