Il Vangelo del giorno, 30 Dicembre 2019 – Lc 2, 36-40

Santo Stefano

  • Periodo: Lunedì
  • Il Santo di oggi:S. Felice I; S. Giocondo; B. Eugenia Ravasco
  • Ritornello al Salmo Responsoriale: Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito.
  • Letture del giorno: 1 Gv 2, 12-17; Sal 95; Lc 2, 36-40
  • Calendario Liturgico di Dicembre

Leggi il brano del Vangelo odierno

Lc 2, 36-40
Dal Vangelo secondo Luca

[Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Le letture del giorno (prima e Vangelo) e le parole di Papa Francesco da VaticanNews.

Commento al Vangelo a cura dei
Monaci Benedettini

La grazia raccontata e testimoniata.

Le parole con cui la profetessa Anna loda Dio e parla del Bambino Gesù, portato al tempio da Maria e Giuseppe, non ci vengono riportate letteralmente dagli evangelisti, come fanno invece per il cantico di Maria, di Zaccaria e di Simeone. Si parla di lei, della sua vedovanza, della sua veneranda età, della sua piena fedeltà a Dio con digiuni e preghiere in un assidua presenza nel tempio. Poi l’incontro con Gesù e la sua esplosione di gioia, la sua testimonianza, la sua fede semplice e schietta che le consente di riconoscere nel bambino colui che realizzerà tutte le attese d’Israele. Quello di Anna evidentemente è un inno non fatto prevalentemente di parole, ma di una intera vita dèdita completamente a Dio.

La sua spirituale ascesi raggiunge il culmine proprio nell’incontro personale con Cristo in un momento di particolare illuminazione dello Spirito. Questa santa donna assurge così a simbolo e modello di tante e tante donne che nel corso della storia, hanno offerto e consacrato la propria vita, in modo esclusivo al Signore. Vediamo in lei particolarmente le così dette “recluse”, quelle monache cioè che vivono tutta la propria esistenza nel silenzio e nella preghiera, nei loro monasteri o conventi, completamente segregate dal mondo, ma in continua offerta di sé per il mondo. Una categoria di persone, non molto numerosa e non sempre adeguatamente apprezzata nel mondo di oggi, ma che la Chiesa invece guarda con particolare simpatia per l’eroicità della loro donazione a Cristo e ai fratelli.

Non vivono più per se stesse, ma solo per Cristo a cui consacrano tutta la propria persona, tutta la vita, tutto il tempo. Imparano a riconoscere il valore sacro del silenzio cercato e voluto come strumento che consente l’unione con Dio, l’intensità della preghiera, l’affermazione vissuta del primato di Cristo nella loro esistenza. Per chi vive abitualmente nel chiasso, quotidianamente immerso nelle frenesie del mondo, è un bell’esempio.

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