don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 16 Maggio 2020

Il fumo di satana tra le volute di incenso (offerto a se stessi)

Sabato della V settimana di Pasqua

At 16,1-10   Sal 99  

L’esperienza dell’amore è confortante, quella dell’odio è destabilizzante. Queste due esperienze sono sempre presenti nella vita dell’uomo e anche in quella del credente. Gesù ha detto che nella comunità dei credenti deve vigere la legge dell’amore reciproco che s’ispira al modello di Gesù che ha amato l’uomo dando la sua vita per la sua salvezza. Ora parla dell’odio, cioè del rifiuto violento, che il mondo oppone ai credenti che rimangono fedeli a Dio. Non dobbiamo pensare che il mondo di cui parla Gesù sia quello che sta fuori o distante dal “nostro mondo”. Il mondo è il modo di pensare e agire tipicamente mondano che confonde la gioia col piacere, la verità con il personale punto di vista, il bene con il proprio benessere che è presente anche tra di noi. Lo spirito mondano è il virus dell’amore malato del possesso che serpeggia anche nelle nostre comunità. È il fumo di satana che si confonde con l’incenso delle chiese. Lo spirito mondano s’infiltra nelle menti e dei cuori di quelle persone che, accecate dalla presunzione, vedono il male dappertutto, soprattutto in chi non la pensa come loro. Un tratto distintivo dello spirito mondano è la faziosità che crea contrasti, che cerca e provoca lo scontro. Quando non si ottiene quello che si vuole si muove guerra contro l’altro. L’odio assume varie forme che vanno dalla calunnia al discredito, dal sarcasmo al biasimo, dall’attacco verbale alla violenza fisica, dall’esclusione all’eliminazione. Chi odia distrugge e basta, senza volontà di ricostruire. 

Gesù rassicura i suoi discepoli che sulla via del dolore lui li precede. La sua guida ci conferma che gli attacchi subiti, e che arrecano tanta sofferenza, sono la dimostrazione che si sta dalla parte della verità, a condizione però di non rispondere al male col male. Non dobbiamo temere o spaventarci di chi grida, minaccia o accusa, ma ricordare che il Padrone, che si è fatto servo per amore, non permetterà che i suoi vadano perduti. Egli ci accompagna nella prova perché possiamo vincere sullo spirito del mondo che usa l’arma della violenza per sottomettere sotto il gogo della paura e innescare meccanismi di ritorsione e vendetta. «Non temiamo se trema la terra» (Sal 46,3). L’accanimento ci fa tremare perché ci sentiamo indifesi. Ma solo un’arma spegne i dardi infuocati dell’odio: la fiducia in Dio. Egli è nostro scudo e difesa potente. Non temiamo il male perché non ha nessun potere su di noi. Infatti, non siamo del mondo, cioè non apparteniamo al potere del male e dell’odio, ma siamo stati scelti ed eletti per essere proprietà particolare di Dio, suoi figli. 

La piaga dell’odio all’interno della Chiesa, che ferisce e lacera la carne di Cristo, si cura con la perseveranza nella sequela di Gesù che continua a chiamare dietro a sé discepoli. Certi della sua presenza e confortati dall’assistenza dello Spirito, abitiamo questo mondo curando la febbre dell’odio col balsamo della mitezza e con serena franchezza nel correggere il fratello che pecca contro l’altro. Sentiamo la necessità di aprire la mente come si fa con le finestre per far cambiare l’aria. Il puzzo del chiuso va via solo spalancando il cuore perché entri la luce della grazia di Dio e l’aria fresca della fraternità.

Auguro a tutti una buona giornata e vi benedico di cuore! 


Commento a cura di don Pasquale Giordano
FonteMater Ecclesiae Bernalda
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