don Cristiano Mauri – Commento al Vangelo del 6 Luglio 2020

Ascolto E Sguardo

Il commento al Vangelo del giorno di don Cristiano Mauri.

È ancora in corso un pasto con i pubblicani, quando si presenta un notabile (diversamente da Marco, non si tratta del capo della sinagoga) ad interrompere il banchetto.

La figlia è appena morta e l’uomo chiede a Gesù di riportarla in vita. Un’altra diversità rispetto a Marco in cui la bambina era solo morente; in questo modo l’incontro con l’emorroissa non è qui causa di un ritardo fatale.

Si getta ai piedi di Gesù e dichiara la propria fiducia nella sua forza, suggerendo perfino la modalità di esecuzione del miracolo con l’invito a stendere la mano che, dai racconti precedenti, è diventata in Matteo simbolo del potere salvifico del Cristo.

Il racconto è estremamente stringato e tutto concentrato attorno alla potenza di Gesù e alla sua volontà/capacità di salvezza. Anche l’incontro con la donna che pativa emorragie è ridotto all’essenziale.

Alla descrizione della donna, infatti, Matteo non concede nulla se non l’indicazione della patologia e la sua durata. D’altra parte, non manca invece di sottolineare che Gesù portava un vestito con le frange, come un pio ebreo.

La fede illimitata della donna è ben descritta dalla sua convinzione che toccare le sole frange del vestito basterà a sanarla. Per Matteo, in quel gesto c’è un affidamento totale e convinto alla forza sanante di Gesù.

L’evangelista continua in una narrazione estremamente stringata, limitandosi a dire che il Maestro, voltandosi, si accorge della donna, senza far cenno ad altro e senza avviare un dialogo coi discepoli come avviene in Marco.

Leggendo nel suo cuore, Gesù riconosce l’illimitata fiducia che la muoveva e la dichiara salva. La salvezza donatale è molto di più dell’elemento materiale della guarigione, ma questo secondo aspetto permette di comprendere e di avvertire che la salvezza data dal Signore è qualcosa di concreto e di tangibile, anche per i sani.

Arrivato nella casa del notabile il Maestro fa tacere il lamento funebre dei suonatori e della gente presente dichiarando la bambina non morta ma dormiente.

Gesù, ovviamente, non pensa a una morte apparente e nemmeno si riferisce alla speranza nella resurrezione futura. Piuttosto intende spiazzare i presenti e manifestare le proprie capacità di salvezza.

Perciò si sta riferendo a quella morta che grazie a Lui e al suo potere sulla morte può essere considerata solo come addormentata.

La conclusione dell’episodio è, a questo punto, rapidissima e ancora una volta estremamente concisa: gli increduli vengono scacciati e la bambina resuscitata prendendola per mano, come il padre aveva chiesto avvenisse.

Il lettore viene messo di fronte a un racconto senza fronzoli della capacità di Gesù di salvare dal male e dalla morte, provocandolo con forza circa la propria fede e la propria speranza di salvezza piena.

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Fonte: il sito di don Cristiano

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