Vangelo del giorno – 7 Novembre 2018 – don Lucio D’Abbraccio

Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo

L’evangelista Luca nota che «una folla numerosa andava con Gesù». È naturale seguire un predicatore che non solo pronuncia belle parole, ma compie anche prodigi. Per questo il Signore, vedendo la grande folla che lo segue, coglie l’occasione per mettere in guardia chi lo ascolta. Mettersi alla sequela di Cristo non è come seguire, affascinati, un uomo carismatico qualunque, ma comporta una decisione consapevole, che implica delle conseguenze.

I discepoli sono chiamati a portare la propria croce quotidiana per servire il Signore. Gesù infatti dice: «Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo». Con questa espressione non si indica solo la fatica di testimoniare il Vangelo in una società che fa fatica ad accoglierlo e neanche il vivere i tanti eventi, anche dolorosi, che ci accadono.

La croce di cui parla Gesù, è il segno di amore supremo: quel legno portato sulle spalle dell’Uomo sofferente verso il Gòlgota è lo strumento con il quale ci è stato rivelato tutto l’amore che il Padre ha per i suoi figli. Il peso che Gesù pone sulle spalle di ogni discepolo che decide di seguirlo è, quindi, il peso dell’amore.

Un amore esigente, che tutto chiede, che mette gli altri al primo posto e noi all’ultimo, che ci spinge a donarci nella vita quotidiana a coloro che camminano accanto a noi. Non siamo dei super eroi destinati a sopportare la sofferenza, ma uomini capaci di portare il dolce giogo del bene.

Chiediamo al Signore che ci aiuti a portare ogni giorno la nostra croce affinché, per mezzo di essa, che è strumento di salvezza, possiamo annunciare il grande amore e l’infinita misericordia che Dio ha per ciascuno di noi.

don Lucio D’Abbraccio

[amazon_link asins=’8810714237′ template=’ProductAd’ store=’ceriltuovol04-21′ marketplace=’IT’ link_id=’fc35b57b-b541-11e8-9b19-670c93142e84′]

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]

Lc 14, 25-33
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: LaSacraBibbia.net

LEGGI ALTRI COMMENTI AL VANGELO

[/box]

Read more

Local News