Gesù ci introduce a comprendere la persona del Battista. Il più grande profeta di tutti i tempi. Ma nello stesso tempo ci fa comprendere che ciascuno di noi può addirittura essere più grande di lui nella misura in cui vive la propria piccolezza davanti a Dio. Io sono più grande di Giovanni il battista se mi uso violenza.
Detto così potrebbe sembrare masochistico il discorso. Non è questa l’intenzione di Gesù. Egli vuol dirci che per intraprendere un cammino di piccolezza personale bisogna farsi violenza cioè scardinare con forza di volontà le porte del proprio egoismo, vanità , autocelebrazione. Non è un’operazione indolore. Per questo il Regno può avanzare solo grazie a questo tipo di violenza. Guerra a tutto ciò che dentro di noi ci allontana dall’amore. Il battista è stato grande a causa della sua piccolezza, per questo è un altro Elia, il profeta di fuoco che gli somiglia tanto il quale accettò la sua piccolezza, il suo fallimento di profeta, la sua depressione a causa di tutto ciò, e ricominciò ad essere strumento di conversione nelle mani di Dio.
Oggi come il Battista e come Elia siamo capaci di accogliere la nostra piccolezza, di saperla mettere a servizio del Regno, di essere quindi profeti in questo mondo che subisce la violenza del non senso?
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana TiberiadeÂ