Sr. Palmarita Guida – Commento al Vangelo del 17 Marzo 2022

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La piccolezza del riccone sta principalmente in due cose :la sua indifferenza verso chi soffre e l’esercizio del suo potere di ricco sugli altri dai quali si è sempre fatto servire.

Credo che sono due “peccati” moderni, che ci appartengono. Il riccone non si è mai curato che per molti anni della sua vita  diversi poveri consumavano la soglia della sua casa per nutrirsi dei suoi rifiuti alimentari destinati ai  cani. Lazzaro è il prototipo di tutti i poveri che dipendono dagli altri. E il riccone, sapendo che fuori alla sua porta di casa c’erano sempre dei poveri, non se ne curava affatto. Lo sapeva , ma rimaveva indifferente.

Quando muore invece si rende conto che c’è anche Lazzaro ma lo vede lontano da lui…. e crede che il criterio usato per tutta la vita, cioè di farsi servire, sia sempre valido. Comanda persino Abramo di intimare Lazzaro a porgergli dell’acqua perché brucia la sua lingua, proprio quella che lo ha reso un mangione. Uno che pensava solo alla pancia.

Abramo gli spiega come stanno le cose… E il riccone capisce solo allora del fallimento della sua vita e freme perché i suoi fratelli che fanno la sua stessa vita, non facciano la sua fine. Non ha capito che la responsabilità è personale e ognuno ha a disposizione la Parola per convertirsi all’amore, per passare dal suo egoismo all’accoglienza dell’altro. Abramo glielo spiega.

Lazzaro non parla. Perché i poveri di tutti i tempi non hanno voce. Ma sono l’emblema di coloro a cui Dio ribalta la sorte. Perché solo in Lui hanno sperato.

In piena quaresima questa pagina ci invita a riflettere sulla nostra indifferenza verso chi soffre o si trova in situazioni di marginalità e sul “vizio” che abbiamo di voler dominare, manipolare, usare gli altri per i nostri fini.

Un buon esame di coscienza che ci può far capire se stiamo percorrendo una via fallimentare per la nostra esistenza oppure no. Alla fine della vita saremo giudicati sull’amore. Solo su quello.


A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade