Silenzio e Parola: 46ยช GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI

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“Ci vedo molta della sensibilitร  musicale di Papa Ratzinger in questo testo. Nella musica, si sa, proprio i vuoti e i pieni creano l’armonia”. Cosรฌ il parrocoย don Paolo Padrini, coordinatore del progettoย Pope to You, commenta ilย Messaggio di Benedetto XVI per la 46ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, presentato oggi in Vaticano. “Nei social network – sottolinea il sacerdote – c’รจ spesso il rischio che le parole perdano paradossalmente la loro valenza relazionale, il silenzio รจ fondamentale per recuperarla”. Come ci si educa al silenzio?ย Suor Anna Maria Canopi, badessa del monastero benedettino Mater Ecclesiae di Isola S. Giulio (Orta): “Bisogna mettersi umilmente dinanzi a Dio, stare lรฌ, prendersi spazi di tempo ogni giorno e mettere il silenziatore al proprio io in tumulto. Il resto verrร  da sรฉ”.ย (di Antonella Palermo per Radio Vaticana)

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46ยช GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI

Cari fratelli e sorelle,

allโ€™avvicinarsi della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2012, desidero condividere con voi alcune riflessioni su un aspetto del processo umano della comunicazione che a volte รจ dimenticato, pur essendo molto importante, e che oggi appare particolarmente necessario richiamare. Si tratta del rapporto tra silenzio e parola: due momenti della comunicazione che devono equilibrarsi, succedersi e integrarsi per ottenere un autentico dialogo e una profonda vicinanza tra le persone. Quando parola e silenzio si escludono a vicenda, la comunicazione si deteriora, o perchรฉ provoca un certo stordimento, o perchรฉ, al contrario, crea un clima di freddezza; quando, invece, si integrano reciprocamente, la comunicazione acquista valore e significato.

Il silenzio รจ parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto. Nel silenzio ascoltiamo e conosciamo meglio noi stessi, nasce e si approfondisce il pensiero, comprendiamo con maggiore chiarezza ciรฒ che desideriamo dire o ciรฒ che ci attendiamo dallโ€™altro, scegliamo come esprimerci. Tacendo si permette allโ€™altra persona di parlare, di esprimere se stessa, e a noi di non rimanere legati, senza un opportuno confronto, soltanto alle nostre parole o alle nostre idee. Si apre cosรฌ uno spazio di ascolto reciproco e diventa possibile una relazione umana piรน piena. Nel silenzio, ad esempio, si colgono i momenti piรน autentici della comunicazione tra coloro che si amano: il gesto, lโ€™espressione del volto, il corpo come segni che manifestano la persona. Nel silenzio parlano la gioia, le preoccupazioni, la sofferenza, che proprio in esso trovano una forma di espressione particolarmente intensa. Dal silenzio, dunque, deriva una comunicazione ancora piรน esigente, che chiama in causa la sensibilitร  e quella capacitร  di ascolto che spesso rivela la misura e la natura dei legami. Lร  dove i messaggi e lโ€™informazione sono abbondanti, il silenzio diventa essenziale per discernere ciรฒ che รจ importante da ciรฒ che รจ inutile o accessorio. Una profonda riflessione ci aiuta a scoprire la relazione esistente tra avvenimenti che a prima vista sembrano slegati tra loro, a valutare, ad analizzare i messaggi; e ciรฒ fa sรฌ che si possano condividere opinioni ponderate e pertinenti, dando vita ad unโ€™autentica conoscenza condivisa. Per questo รจ necessario creare un ambiente propizio, quasi una sorta di “ecosistema” che sappia equilibrare silenzio, parola, immagini e suoni.

Gran parte della dinamica attuale della comunicazione รจ orientata da domande alla ricerca di risposte. I motori di ricerca e le reti sociali sono il punto di partenza della comunicazione per molte persone che cercano consigli, suggerimenti, informazioni, risposte. Ai nostri giorni, la Rete sta diventando sempre di piรน il luogo delle domande e delle risposte; anzi, spesso lโ€™uomo contemporaneo รจ bombardato da risposte a quesiti che egli non si รจ mai posto e a bisogni che non avverte. Il silenzio รจ prezioso per favorire il necessario discernimento tra i tanti stimoli e le tante risposte che riceviamo, proprio per riconoscere e focalizzare le domande veramente importanti. Nel complesso e variegato mondo della comunicazione emerge, comunque, lโ€™attenzione di molti verso le domande ultime dellโ€™esistenza umana: chi sono? che cosa posso sapere? che cosa devo fare? che cosa posso sperare? Eโ€™ importante accogliere le persone che formulano questi interrogativi, aprendo la possibilitร  di un dialogo profondo, fatto di parola, di confronto, ma anche di invito alla riflessione e al silenzio, che, a volte, puรฒ essere piรน eloquente di una risposta affrettata e permette a chi si interroga di scendere nel piรน profondo di se stesso e aprirsi a quel cammino di risposta che Dio ha iscritto nel cuore dellโ€™uomo.

Questo incessante flusso di domande manifesta, in fondo, lโ€™inquietudine dellโ€™essere umano sempre alla ricerca di veritร , piccole o grandi, che diano senso e speranza allโ€™esistenza. Lโ€™uomo non puรฒ accontentarsi di un semplice e tollerante scambio di scettiche opinioni ed esperienze di vita: tutti siamo cercatori di veritร  e condividiamo questo profondo anelito, tanto piรน nel nostro tempo in cui “quando le persone si scambiano informazioni, stanno giร  condividendo se stesse, la loro visione del mondo, le loro speranze, i loro ideali” (Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2011).

Sono da considerare con interesse le varie forme di siti, applicazioni e reti sociali che possono aiutare lโ€™uomo di oggi a vivere momenti di riflessione e di autentica domanda, ma anche a trovare spazi di silenzio, occasioni di preghiera, meditazione o condivisione della Parola di Dio. Nella essenzialitร  di brevi messaggi, spesso non piรน lunghi di un versetto biblico, si possono esprimere pensieri profondi se ciascuno non trascura di coltivare la propria interioritร . Non cโ€™รจ da stupirsi se, nelle diverse tradizioni religiose, la solitudine e il silenzio siano spazi privilegiati per aiutare le persone a ritrovare se stesse e quella Veritร  che dร  senso a tutte le cose. Il Dio della rivelazione biblica parla anche senza parole: “Come mostra la croce di Cristo, Dio parla anche per mezzo del suo silenzio. Il silenzio di Dio, lโ€™esperienza della lontananza dellโ€™Onnipotente e Padre รจ tappa decisiva nel cammino terreno del Figlio di Dio, Parola incarnata. (…) Il silenzio di Dio prolunga le sue precedenti parole. In questi momenti oscuri Egli parla nel mistero del suo silenzio” (Esort.ย  ap. postsin. Verbum Domini, 30 settembre 2010, 21). Nel silenzio della Croce parla lโ€™eloquenza dellโ€™amore di Dio vissuto sino al dono supremo. Dopo la morte di Cristo, la terra rimane in silenzio e nel Sabato Santo, quando “il Re dorme e il Dio fatto carne sveglia coloro che dormono da secoli” (cfr Ufficio delle Letture del Sabato Santo), risuona la voce di Dio piena di amore per lโ€™umanitร .

Se Dio parla allโ€™uomo anche nel silenzio, pure lโ€™uomo scopre nel silenzio la possibilitร  di parlare con Dio e di Dio. “Abbiamo bisogno di quel silenzio che diventa contemplazione, che ci fa entrare nel silenzio di Dio e cosรฌ arrivare al punto dove nasce la Parola, la Parola redentrice” (Omelia, S. Messa con i membri della Commissione Teologica Internazionale, 6 ottobre 2006). Nel parlare della grandezza di Dio, il nostro linguaggio risulta sempre inadeguato e si apre cosรฌ lo spazio della contemplazione silenziosa. Da questa contemplazione nasce in tutta la sua forza interiore lโ€™urgenza della missione, la necessitร  imperiosa di “comunicare ciรฒ che abbiamo visto e udito”, affinchรฉ tutti siano in comunione con Dio (cfr 1 Gv 1,3). La contemplazione silenziosa ci fa immergere nella sorgente dellโ€™Amore, che ci conduce verso il nostro prossimo, per sentire il suo dolore e offrire la luce di Cristo, il suo Messaggio di vita, il suo dono di amore totale che salva.

Nella contemplazione silenziosa emerge poi, ancora piรน forte, quella Parola eterna per mezzo della quale fu fatto il mondo, e si coglie quel disegno di salvezza che Dio realizza attraverso parole e gesti in tutta la storia dellโ€™umanitร . Come ricorda il Concilio Vaticano II, la Rivelazione divina si realizza con “eventi e parole intimamente connessi, in modo che le opere, compiute da Dio nella storia della salvezza, manifestano e rafforzano la dottrina e le realtร  significate dalle parole, mentre le parole proclamano le opere e illustrano il mistero in esse contenuto” (Dei Verbum, 2). E questo disegno di salvezza culmina nella persona di Gesรน di Nazaret, mediatore e pienezza di tutta la Rivelazione. Egli ci ha fatto conoscere il vero Volto di Dio Padre e con la sua Croce e Risurrezione ci ha fatti passare dalla schiavitรน del peccato e della morte alla libertร  dei figli di Dio. La domanda fondamentale sul senso dellโ€™uomo trova nel Mistero di Cristo la risposta capace di dare pace allโ€™inquietudine del cuore umano. Eโ€™ da questo Mistero che nasce la missione della Chiesa, ed รจ questo Mistero che spinge i cristiani a farsi annunciatori di speranza e di salvezza, testimoni di quellโ€™amore che promuove la dignitร  dellโ€™uomo e che costruisce giustizia e pace.

Parola e silenzio. Educarsi alla comunicazione vuol dire imparare ad ascoltare, a contemplare, oltre che a parlare, e questo รจ particolarmente importante per gli agenti dellโ€™evangelizzazione: silenzio e parola sono entrambi elementi essenziali e integranti dellโ€™agire comunicativo della Chiesa, per un rinnovato annuncio di Cristo nel mondo contemporaneo. A Maria, il cui silenzio “ascolta e fa fiorire la Parola” (Preghiera per lโ€™Agorร  dei Giovani a Loreto, 1-2 settembre 2007), affido tutta lโ€™opera di evangelizzazione che la Chiesa compie tramite i mezzi di comunicazione sociale.

Dal Vaticano, 24 gennaio 2012,ย Festa di San Francesco di Sales.

BENEDICTUS XVI