
e tentรฒ di violentarla. Alle sue resistenze la uccise accoltellandola. Maria morรฌ dopo un’operazione, il giorno successivo, e prima di spirare perdonรฒ Serenelli. L’assassino fu condannato a 30 anni di prigione. Si pentรฌ e si convertรฌ solo dopo aver sognato Maria che gli diceva avrebbe raggiunto il Paradiso. Quando fu scarcerato dopo 27 anni chiese perdono alla madre di Maria. Maria Goretti fu proclamata santa nel 1950 da Pio XII.
Etimologia: Maria = amata da Dio, dall’egiziano; signora, dall’ebraico
Emblema: Palma
Martirologio Romano: Santa Maria Goretti, vergine e martire, che trascorse una difficile fanciullezza, aiutando la madre nelle faccende domestiche; assidua nella preghiera, a dodici anni, per difendere la sua castitร da un aggressore, fu uccisa a colpi di pugnale vicino a Nettuno nel Lazio.
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Dopo il gran numero di vergini martiri, del lontano tempo delle persecuzioni contro i cristiani, che oltre a rifiutare lโadorazione degli idoli, rifiutavano soprattutto le offerte ed i desideri sessuali dei loro carnefici, come ad esempio s. Lucia, s. Agata, s. Cecilia, s. Agnese, ecc. ci fu un lungo tempo in cui nella Chiesa non comparvero figure eclatanti di martiri per la purezza.
Ma nel nostro tempo la Chiesa ha posto sugli altari figure esemplari di giovani donne e adolescenti, che nella difesa della virtรน della purezza, oggi tanto ignorata, persero la loro vita in modo violento, diventando cosรฌ delle martiri.
ร il caso della beata Pierina Morosini (โ 1957) di Fiobbio (Bergamo); della beata Carolina Kozka (โ 1914) della Polonia; della beata Antonia Mesina (โ 1935) di Orgosolo (Nuoro); della Serva di Dio Concetta Lombardo (โ 1948) di Staletti (Catanzaro), ecc., prima di loro ci fu la dodicenne Maria Goretti, oggetto di questa scheda, beatificata nel 1947 e proclamata santa nel 1950 da papa Pio XII durante quellโAnno Santo.
Forse ai nostri giorni parlare della difesa estrema della purezza, fa un poโ sorridere, visto il lassismo imperante, la sfrenatezza dei costumi, il sesso libero fra molti giovani; ma fino a qualche decennio fa la purezza era un bene e una virtรน, a cui specialmente tutte le ragazze tenevano, come dono naturale da difendere e preservare per un amore piรน completo e benedetto dal sacramento del Matrimonio, oppure come dono da offrire a Dio in una vita consacrata.
Con il riconoscimento ufficiale della Chiesa di questa forma di martirio, quello che fino allora poteva considerarsi, secondo il linguaggio di oggi, come uno stupro finito tragicamente per la resistenza della vittima, assunse una luce nuova di martirio, visto la personale spiritualitร della vittima, il concetto di difesa della purezza come dono di Dio, il ribellarsi coscientemente fino alla morte; piace qui ricordare s. Domenico Savio che nella sua pura adolescenza, diceva: โLa morte ma non il peccatoโ.
In questโottica va inquadrata la vicenda terrena di Maria Goretti, nata a Corinaldo (Ancona) il 16 ottobre 1890 e battezzata lo stesso giorno, fu poi cresimata, secondo lโuso dei tempi in piccola etร , il 4 ottobre 1896 quando il vescovo Giulio Boschi, giunse in visita pastorale nel paesino.
Nel 1897, i genitori Luigi Goretti e Assunta Carlini che avevano oltre la primogenita Maria, altri quattro figli, essendo braccianti agricoli e stentando nel vivere quotidiano con la numerosa famiglia, decisero di trovare lavoro altrove; mentre tanti compaesani tentavano lโavventura dellโemigrazione nelle Americhe, essi scelsero di spostarsi nellโAgro Pontino nel Lazio, che essendo infestato dalla malaria, pochissimi sceglievano di trasferirsi lรฌ.
Giunsero dapprima nella tenuta del senatore Scelsi a Paliano, come mezzadri insieme ad unโaltra famiglia giร residente i Serenelli, pure di origine marchigiana, composta solo da padre e figlio, essendo la madre morta da tempo.
Poi i rapporti con il proprietario si guastarono, ed i Serenelli ed i Goretti dovettero lasciare Paliano e fortunatamente trovarono, sempre come mezzadri,
unโaltra sistemazione nella tenuta del conte Lorenzo Mazzoleni a Ferriere di Conca, nelle Paludi Pontine; zona che prima della bonifica, iniziata nel 1925 e completata soltanto nel 1939, fungeva da diga naturale fra la parte settentrionale e lโimmenso acquitrino a sud; non era certamente un luogo salutare, perchรฉ dโestate era invaso dalle zanzare e dalla malaria; il chinino unico farmaco efficace, era soprattutto usato per scopo terapeutico, ma non serviva per lo scopo preventivo.
Mentre i genitori si adoperavano nel lavoro massacrante dei campi, Maria accudiva alle faccende domestiche, tenendo in ordine la casa colonica e badando ai fratellini piรน piccoli. Dopo alcuni anni, il 6 maggio 1900, il padre non ritornรฒ a casa, stroncato dalla malaria ai margini della palude, Maria aveva allora 10 anni; prese a confortare la mamma rimasta sola con la famiglia e con un lavoro da svolgere superiore alle sue forze; nonostante che il raccolto fosse buono quellโanno, la famiglia rimase in debito con il conte Mazzoleni dei diritti di mezzadria, di ben 15 lire dellโepoca.
Il proprietario dopo aver invitato la madre a lasciare quel lavoro e la casa, perchรฉ era impossibile mantenere il rapporto lavorativo legato ad un mercato esigente e ad un raccolto abbondante e sicuro; ma dietro la disperata richiesta di mamma Assunta di restare, perchรฉ con cinque figli non aveva dove andare, il conte acconsentรฌ purchรฉ nel rimanere si associasse ai Serenelli, che abitavano nella stessa cascina e coltivavano altri terreni.
La soluzione sembrรฒ ideale, i Serenelli padre e figlio coltivavano i campi e Assunta accudiva i figli e le due case, oltre ai lavori sullโaia; mentre Maria si dedicava alla vendita delle uova e dei colombi nella lontana Nettuno, al trasporto dellโacqua che non era in casa come oggi, alla preparazione delle colazioni per i lavoratori nei campi, al rammendo del vestiario.
Non aveva piรน potuto andare a scuola, che giร frequentava saltuariamente; era definita dalla gente dei dintorni โun angelo di figliolaโ; recitava il rosario, era molto religiosa come dโaltronde tutta la famiglia.
Aveva insistito di fare la Prima Comunione a meno di undici anni, invece dei dodici come si usava allora; con grandi sacrifici riuscรฌ a frequentare il catechismo, e cosรฌ nel maggio del 1902 potรฉ ricevere la Santa Comunione.
Fino ad allora la sua fu una vita di stenti, duro lavoro, sacrifici, poche Messe alle quali assisteva nella chiesa della vicina Conca, oggi Borgo Montello, ma che da giugno a settembre chiudeva, quando i conti Mazzoleni partivano per sfuggire alla malaria e alle zanzare che proliferavano con il caldo. Allora sacrificando ore al sonno, si recava a Messa a Campomorto distante parecchi km.
Intanto i rapporti fra il Serenelli padre e Assunta Goretti si incrinarono, in quanto egli essendo vedovo fece ben presto capirle che se voleva mangiare lei e la sua famiglia, doveva sottomettersi alle sue richieste non proprio oneste.
Siccome Assunta non era disposta a cedere, il Serenelli cominciรฒ a controllare tutto, persino le uova nel pollaio e a passarle gli alimenti con il contagocce. Maria intanto giunta ai dodici anni, cominciava a svilupparsi nel fisico, diventando di bellโaspetto, ma il suo animo era semplice e puro e non aveva avuto tempo di sognare per il suo futuro, tutta presa ad aiutare nel lavoro, sostenere e incoraggiare la mamma, accudire i fratelli piccoli.
Il figlio del Serenelli, Alessandro, aveva intanto raggiunto i 18 anni, di fisico robusto era lโorgoglio del padre, non solo perchรฉ sapeva lavorare sodo nei campi, ma cosa rara in quei tempi fra i contadini, sapeva leggere e scrivere; quando si recava in paese, ritornava sempre con qualche rivista poco raccomandabile, che portata in casa, suscitava le proteste di Assunta, ma il padre lo giustificava dicendo che doveva esercitarsi nella lettura.
Alessandro ormai guardava Maria con occhi diversi da qualche anno prima e cominciava a cercare di avere degli approcci non buoni, insidiandola varie volte, sempre respinto dalla ragazza; un giorno fece apertamente delle proposte peccaminose e al rifiuto di Maria, temendo che ne parlasse in famiglia, la minacciรฒ di morte se lo avesse fatto.
Maria per non aggravare i giร tesi rapporti fra le due famiglie, stette zitta, rimanendo meravigliata dalla situazione che non capiva, perchรฉ aveva sempre considerato Alessandro come un fratello. Il 5 luglio 1902 i Serenelli ed i Goretti erano intenti alla sbaccellatura delle fave secche e Maria seduta sul pianerottolo che guardava lโaia, rammendava una camicia del giovane Alessandro.
Ad un certo punto questi lasciรฒ il lavoro e con un pretesto si avviรฒ alla casa; giunto sul pianerottolo invitรฒ Maria ad entrare dentro, ma lei non si mosse, allora la prese per un braccio e con una certa forza la trascinรฒ dentro la cucina che era la prima stanza dove sโentrava.
Il racconto รจ dello stesso Alessandro Serenelli, fatto al Tribunale Ecclesiastico; Maria Goretti capรฌ le sue intenzioni e prese a dirgli: โNo, no, Dio non vuole, se fai questo vai allโinfernoโ. Ancora una volta respinto, il giovane
andรฒ su tutte le furie e preso un punteruolo che aveva con sรฉ, cominciรฒ a colpirla; Maria lo rimproverava e si divincolava e lui ormai cieco nel suo furore, prese a colpirla con violenza sulla pancia e lei ancora diceva: โChe fai Alessandro? Tu cosรฌ vai allโinfernoโฆโ, quando vide le chiazze di sangue sulle sue vesti, la lasciรฒ, ma capรฌ di averla ferita mortalmente.
Le grida della ragazza a malapena sentite dagli altri, fecero accorrere la madre, che la trovรฒ in una pozza di sangue, fu trasportata nellโospedale di Orsenico di Nettuno, dove a seguito della copiosa perdita di sangue e della sopravvenuta peritonite provocata dalle 14 ferite del punteruolo, i medici non riuscirono a salvarla.
Ancora viva e cosciente, perdonรฒ al suo assassino, dicendo allโaffranta madre che lโassisteva: โPer amore di Gesรน gli perdono; voglio che venga con me in Paradisoโ; fu iscritta sul letto di morte tra le Figlie di Maria, ricevรฉ gli ultimi Sacramenti e spirรฒ placidamente il giorno dopo, 6 luglio 1902.
Alessandro arrestato e condannato al carcere, giร nel 1910 si era pentito e aveva sognato โMariettaโ, come veniva chiamata, in Paradiso che raccoglieva fiori e glieli donava con il suo inconfondibile sorriso. Quando uscรฌ dal carcere nel 1928, andรฒ da mamma Assunta a chiederle perdono e in segno di riconciliazione
si accostarono entrambi alla Comunione, nella notte di Natale di quellโanno.
Il 31 maggio 1935 nella Diocesi di Albano si apriva il primo processo per la sua beatificazione, che avvenne come giร detto, il 27 aprile 1947 con Pio XII, lo stesso papa la canonizzรฒ il 24 giugno 1950, di fronte ad una folla immensa, dopo essersi congratulato con la madre, che ammalata e seduta su una sedia a rotelle, assistรฉ al rito da una finestra del Vaticano.
Il suo corpo di novella martire moderna, riposa nella cappella a lei dedicata, nel santuario della Madonna delle Grazie a Nettuno, custodito dai Padre Passionisti e meta di innumerevoli pellegrinaggi da tutto il mondo cattolico; la sua festa si celebra il 6 luglio.
