Robert Cheaib – Commento al Vangelo del 27 Marzo 2020 – Gv 7,1-2.10.25-30

Gesù aveva una certezza intima secondo la quale nulla poteva accadere a lui al di fuori della volontà del Padre. E questa certezza costituiva il fondamento della sua pace più profonda.

Il fatto che la sua vita era nella volontà del Padre non significava affatto una polizza contro gli infortuni. Gesù si presenta nei vangeli come molto cosciente del suo destino crocefisso. La sua fiducia nel Padre non era ingenua, ma fondata sulla verità che Dio è il Signore della storia, anche in questo mondo che sembra andare a rotoli, anche in questo mondo dove il male sembra la voce la più forte.

Gesù sapeva che il Padre scrive dritto su linee storte. E, infine, sapeva che sebbene la sua ora implicava la sua morte, sapeva anche che la sua morte non è un semplice morire, ma è fare la vita e diventare sorgente di vita eterna.

Fonte: il sito di Robert Cheaib oppure il suo canale Telegram

Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.


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