Paolo de Martino – Commento al Vangelo di domenica 15 Agosto 2021

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AUTORE: Paolo di Martino FONTE: Sito web SITO WEB CANALE YOUTUBE PAGINA FACEBOOK


Dio viene, continua a venire nel modo più inatteso

In questa scena (l’unica scena del Vangelo dove protagoniste sono solo donne!), è descritto meravigliosamente come Dio viene nella storia! E’ la fede di due donne a permettere la visita di Dio.
Sono “parenti” perché stanno compiendo un percorso simile.
Hanno gravidanze impossibili, mariti scettici, figli “particolari”. Sono in sintonia perché vivono cose simili.
Nella vita capiamo gli altri per due ragioni: o perché ci capitano le stesse cose o perché riusciamo a entrare nel cuore dell’altro.

Maria, dal nord della Galilea si mette in viaggio, verso il sud della Giudea. Luca ci presenta Maria come una donna decisa, forte, coraggiosa che intraprende un lungo viaggio.
Compie il viaggio «in fretta», perché l’amore ha sempre fretta, non sopporta ritardi.
Lo avete mai notato? Maria non è mai da sola nel Vangelo, non si è mai ritagliata uno spazio per sé. Va continuamente verso altri.
Maria sa bene che ogni chiamata è vera solo quando diventa utile agli altri. Le cose autentiche ci spingono a uscire da noi stessi, a metterci in gioco. Il cammino è la vera dimensione della nostra vita ecco perché personalmente amo augurare “buon cammino”.

Amico lettore, chiedi al Signore di concederti viaggi per cui valga la pena rischiare.
Sarà faticoso ma bello e autentico
Una volta entrata saluta Elisabetta. Avrebbe dovuto salutare prima Zaccaria, perché non lo saluta? Perché Zaccaria, sacerdote e religioso, a differenza delle due donne che avevano accolto lo Spirito, aveva rifiutato l’annuncio di Dio e per questo era diventato sordomuto.
Luca ci sta dicendo che solo chi è innamorato può capire l’amore; solo chi è felice può capire certi gesti. Zaccaria non comprende, non sa stupirsi, non sa meravigliarsi, non ha il cuore di Maria ed Elisabetta.
Tutta la scena è caratterizzata dallo stupore. Lo stupore è un senso di grande meraviglia, d’incredulità, di disorientamento provocato da qualcosa d’inatteso.
Se togliessimo lo stupore, questa pagina, ma forse l’intero Vangelo, non avrebbe alcun senso.
Oggi siamo a corto di stupore. Sappiamo in sostanza tutto, anche su Dio. Abbiamo sempre una risposta immediata. Oggi non ci stupiamo più di nulla. Programmiamo tutto, persino lo stupore. Dio è novità, ecco perché non c’è più posto per Dio nella nostra vita.

«Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò in grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo». Luca, sta facendo teologia non storia.
Per due volte Luca ripete che il bambino salta di gioia nel grembo. Dio dà gioia!
Il Battista, dal grembo di Elisabetta, riconosce fin dall’inizio che è proprio questo bambino Colui che deve venire. Maria trasmette a Elisabetta lo stesso Spirito.
Luca è ironico: Zaccaria, che era sacerdote, non possiede lo Spirito. Zaccaria era troppo preoccupato delle sue devozioni e dei suoi riti. Lo riceve invece sua moglie perché lo Spirito lo possiede chi accoglie Dio. Per Luca i primi profeti del Nuovo testamento sono due donne.

«Benedetta tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo. A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?». Un attimo: come faceva a sapere Elisabetta che Maria era incinta del figlio di Dio? Dietro questa evidente incongruenza c’è un principio teologico bellissimo: lo Spirito, e non il semplice sguardo umano, permette di vedere oltre.
Solo con gli occhi della fede possiamo scrutare i passi di Dio nella storia degli uomini.
Elisabetta intuisce che il dono di Dio per l’uomo… è Dio stesso! La prima parola di Elisabetta è una benedizione. Ogni dialogo dovrebbe iniziare con una benedizione.
Dire a qualcuno “ti benedico!” significa guardarlo con stupore, vedere il bene in lui, un campo seminato a buon grano.
Quello che avviene nell’utero tra queste due donne, è il progetto di Dio su tutta l’umanità: essere riconosciuto finalmente dagli uomini nella sua visita.

E’ la prima beatitudine del vangelo. La beatitudine di Maria, «beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore», è l’abbattimento della separazione tra fede e vita. Fatichiamo a riconoscere i passaggi di Dio nella nostra storia.
La nostra vita sembra divisa da un muro: da una parte il tran tran quotidiano, il mutuo, il lavoro, la famiglia, e dall’altra la fede con i suoi tempi e le sue liturgie.
Due mondi quasi incomunicabili.
Come si fa a capire se il Signore mi visita? Semplice: c’è qualcosa in me che comincia a danzare di gioia. La gioia è la firma che il Signore pone a ogni sua opera.
L’incontro con Dio cambia il mio sguardo sulle persone, sul mondo e sulla mia vita.
Abbiamo bisogno di riannodare i fili della fede e della vita.
L’esperienza di Dio non può essere una parentesi della Domenica in Chiesa.
Lui è dovunque noi siamo, non lo dobbiamo conquistare. E’ solo un dono da accogliere.
Cerchiamolo nella banalità dei nostri giorni e scopriremo che Lui ci ha già trovato.
Al termine Maria esplode con il Magnificat. Un abbraccio produce la preghiera di Maria perché Dio attraverso persone, incontri, abbracci.

E’ il suo Vangelo. In queste parole, che la Chiesa mette sulle labbra del discepolo ogni sera, possiamo intuire la storia di Maria, del suo abbandono.
Per dieci volte Maria ripete: è Lui!
E’ Lui che guarda, che innalza, che riempie.
E’ Lui! E’ Lui, l’Onnipotente che fa grandi cose, che opera meraviglie. Il centro del cristianesimo è ciò che Dio fa per me, non ciò che io faccio per Dio.
Allora ti faccio un invito, amico lettore: scrivi anche tu il tuo Magnificat! Hai capito bene: prendi carta e penna (o il tuo pc) e scrivi il tuo personale cantico di lode!
Per cosa ringrazi il Signore? Quali sono le grandi cose che Lui ha fatto per te e attraverso di te?
La bella notizia che Maria vuole condividere con Elisabetta (e con noi!), è che Dio è accessibile, diverso da come l’avevamo immaginato.

Maria ed Elisabetta rappresentano l’assoluta normalità ed è proprio questa la bella notizia.
Puoi essere felice e benedetto da Dio anche se povero, anche se vivi in un buco di paese, anche se nessuno ha mai sentito il tuo nome oltre i confini del tuo quartiere.
Maria ed Elisabetta, donne dell’impossibile, annunciano che viene al mondo ciò che l’uomo da solo non poteva darsi.
La bella notizia di questa Domenica? Dio viene, continua a venire nel modo più inatteso. Sei pronto a stupirti?

Fonte: il blog di Paolo de Martino