Paolo Curtaz – Commento al Vangelo di domenica 10 Settembre 2023

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Guadagni

Mi fa tenerezza leggere questo brano.

Mi intenerisco pensando a Gesรน che parla ai suoi discepoli, a quei discepoli, a noi discepoli, fragili, scostanti, colmi di contraddizioni, rissosi; discepoli raccogliticci, cosรฌ diversi fra loro, che Gesรน porta con sรฉ per educarli, per farli diventare profezia di un mondo diverso in cui si vive senza sbranarsi vicendevolmente. Un mondo riconciliato, infine.

Mi intenerisco pensando a Matteo che quelle parole ricorda e scrive, indirizzandole ad una comunitร  frastornata dagli eventi storici, dalla distruzione del tempio, dal sentirsi fragile vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro.

Lo leggo e lo rileggo. Ma sul serio? Davvero Gesรน crede a questa roba? Davvero รจ possibile realizzare quanto dice?

Mi guardo attorno. Mi guardo dentro. Luce e tenebre ci abitano, mi abitano, inestricabili, fanno parte della stessa tavolozza, necessaria alla libertร , essenziale allโ€™amore. Vedo in me e attorno a me tanta pace, bellezza, amore e passione. Ma anche tanta rabbia e violenza, vittimismo e scoraggiamento. Luce e tenebra essenziali lโ€™una allโ€™altra, due facce della stessa medaglia.

Vedo gente aggressiva, scontenta, pettegola, sempre pronta ad accusare, a giudicare, a denigrare, a giustificarsi. Anche nella Chiesa.

Vedo cristiani inutilmente moralisti, intransigenti con gli altri e accondiscendenti con se stessi, arroccati, che si sentono gli avvocati di Dio, che si pensano, se non migliori, almeno non peggiori degli altri.

Ed รจ normale che sia cosรฌ. Istintivo. Veniamo dal fango.

E pensiamo che, alla fine, non ci siano altri modi di essere, di vivere, di relazionarsi.

Gesรน, al solito, fa nuove tutte le cose. Spariglia le carte.

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Se uno

Se tuo fratello commette una colpa contro di te.

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Quindi รจ previsto che un fratello possa sbagliare. รˆ previsto che, nonostante la fede, la conversione, la vita interiore, si possa ancora peccare. Non รจ un incidente, non รจ uno scandalo. Restiamo peccatori. Cioรจ in divenire. Cioรจ in crescita. Chi crede che il cristiano non commetta colpe, sbaglia.

Il discepolo sa riconoscere le proprie colpe. Le conosce, non se ne fa schiacciare ma nemmeno le ignora o le giustifica. Le affida alla tenerezza di Dio. E la Chiesa, allora, non diventa assemblea di giusti ma di peccatori riconciliati.

Ma ciรฒ che fa la differenza รจ quel titolo: fratello.

Uno che pecca contro di te, sรฌ. Ma un fratello.

Non un avversario, non un nemico, non uno da cancellare sulla faccia della terra.

Colui che sta sbagliando ha dei legami con te. Ti รจ prezioso perchรฉ in Cristo siete fratelli. Ti sta a cuore perchรฉ portate in voi la stessa sete di Assoluto, la stessa nostalgia infinita di Dio.

Vaโ€™!

Muoviti, spicciati, agisci. 

Non stare inchiodato al tuo orgoglio ferito. Non rimuginare. Non meditare (santa) vendetta. Non pensare ai tanti difetti che il tuo fratello ha e che tu, benevolmente, hai tenuto nascosto agli altri, nascondendo i suoi (evidenti) limiti.

Vai e parlagli, chiarisciti, chiedigli, trova un punto di incontro. Senza aggredirlo, senza giudicarlo, ammoniscilo. Perchรฉ lo vuoi guadagnare.

Se ti ascolta, se capisce, se si ravvede, se vede nel tuo gesto non unโ€™accusa ma un desiderio di bene, allora avrai guadagnato. Diventerai ricco,  un milionario, incasserai non monete sonanti, ma cuori danzanti di tenerezza. Il tuo e il suo.

Invece

Invece, spesso, se uno pecca contro di me รจ una carogna. Da lui proprio non me lโ€™aspettavo perchรฉ, si sa, il peccato originale รจ roba per i pagani. Poi sono deluso (bene, de-ludere viene dal latino e significa smettere di giocare) e pieno di santa rabbia. Allora non mi capacito, cerco sponda, compassione, qualcuno che la pensi come me.

E agisco, magari subdolamente. Remo contro, spargo qualche diceria, vado a controllare cosa scrive sui social. Non ho interesse a guadagnarlo, ma a dimostrare che ho ragione. Santamente.

Se ascolto una predica sul perdono penso che lโ€™altro dovrebbe ascoltare e ravvedersi.

Non che io debba ascoltare e ravvedermi.

Poi

Se non ti ascolta vaโ€™.

Due testimoni, poi la comunitร .

Si allarga il cerchio, ma non per spettegolare, bensรฌ per coinvolgere. Per superare i personalismi, per guadagnare. Una rete di sostegno, il prendere a cuore, il voler guadagnare a tutti i costi.

Senza gettare la spugna. Senza ipocrisia.

Esiste il peccato e fa male al mondo, alla comunitร , allโ€™umanitร . E voler guadagnare, voler trovare, voler sostenere non รจ lโ€™azione saccente e arrogante di chi si sente migliore.

Ma lโ€™agire del fratello che dice anche cose scomode, se necessario. Che corre il rischio di apparire maldestro e inopportuno per richiamarti alla veritร  del Vangelo.

Equilibrio difficile da ottenere eppure, sembra dire Gesรน, possibile.

Nella logica del legare a Lui.

Nella logica dello sciogliere ogni schiavitรน, ogni ostacolo che ci impedisce di essere felice.

E se non ascolta nessuno, sia per te come il pagano, cioรจ qualcuno a cui annunciare il Vangelo.

Nuovamente. Qualcuno a cui raccontare ancora e ancora che รจ amato da Dio, a prescindere.

Dove due o tre

Gesรน insegna a farlo, Matteo lo raccomanda alla sua comunitร .

รˆ possibile riconciliarsi perchรฉ siamo chiamati a custodire Dio, a contenere lโ€™infinito amore, lโ€™infinita compassione che converte noi e il mondo.

Eccola la logica del Vangelo.

Fratelli che si fanno carico (non che si fanno gli affari degli altri) gli uni degli altri.

Senza correre dietro ai precetti e alle regole come ammonisce Paolo, ma amando intensamente.

Fratelli che ammettono che ci siano ombre nella propria vita e in quella altrui, ma che non lasciano che le ombre oscurino la luce del sole.

Fratelli che non giudicano da fuori ma si mettono in gioco, vanno, osano, cercano di guadagnare una vita alla pienezza. Quella di chi ha sbagliato e la propria.

Ma รจ davvero possibile quanto dice oggi questa Parola tagliente?

Sรฌ, forse, a prenderla sul serio. Ed รจ lโ€™unico modo in cui torneremo ad essere credenti credibili.

Quando nelle comunitร  sarร  nuovamente evidente che siamo amati e che vogliamo amare, osando il perdono.

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