Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 9 Settembre 2022

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In realtà non ci vogliamo molto bene, ci disprezziamo, non accettiamo i nostri difetti, le nostre ombre, rimuginiamo sui nostri errori, spesso ci nutriamo di (inutili e dannosi) sensi di colpa. Eppure, nonostante questo, siamo anche capaci di ergerci a maestri, a profeti, pensiamo di poter dire, insegnare, giudicare, correggere.

Magari ripetendo slogan che non siamo capaci di vivere ma che condividiamo. Scoprirsi amati, scegliere di amare (anche se stessi, correttamente) significa smettere di ergersi a giudici degli altri, spietati censori degli errori degli altri mentre siamo estremamente comprensivi verso noi stessi.

Usciamo da questa logica del confronto, di difesa dei nostri pregi, smettiamola di guardare con ossessivo compiacimento i difetti degli altri sperando che mettano in secondo piano i nostri! Impariamo a guardare a noi stessi e agli altri come ci vede Dio: come pezzi unici, capolavori, esseri-in-divenire.

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