Vangelo del giorno di Mt 11,25-30
Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore.
Coloro che avrebbe potuto e dovuto non accolgono il messaggio del Maestro. Non i dotti, i sapienti, gli scribi, i farisei, i devoti. Ma la povera gente, i semplici, i disarmati, coloro che ancora desiderano e che si sanno stupire dell’azione di Dio.
Ascolta “Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 4 Ottobre 2025” su Spreaker.Il Vangelo non è riservato ai migliori o a coloro che pensano di esserlo. È proposto a tutti ma, di fatto, solo coloro che hanno il cuore libero (o vuoto) lo sanno accogliere. E Gesù gioisce nel Padre per quanto lo stupisce perché ribalta le logiche di questo mondo, ancora oggi.
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Chi è più ai margini, più povero, più in difficoltà riceve maggiori attenzioni. Così è stato Francesco d’Assisi, uno dei figli più conosciuti di questa nostra Italia. La sua santità cristallina ed entusiasta continua ad affascinare le generazioni.
Il rischio di considerare Francesco una sorta di matto evangelico, di ridurlo ad una macchietta simpatica ed innocua, è sempre in agguato. Complice un approccio semplicista e consolatorio, la figura di Francesco viene ridotta ad un ecologista e un pacifista ante-litteram.
In realtà senza la sua esperienza profonda di fede non si riesce a capire in alcun modo la vita del poverello di Assisi. Era un credente battezzato, come quasi tutti, in quell’epoca, eppure si convertì ad una visione di Dio radicale e gioiosa.
Non la cavalleria, non le armi e le fanciulle gli riempirono il cuore, ma la follia di una vita evangelica sine glossa, senza interpretazioni. Da quella scoperta la sua vita si fece Vangelo radicale, obbedienza ad una Chiesa che, specie all’inizio, non lo accolse e lo guardò con sospetto.
Probabilmente solo lui avrebbe potuto vivere la sua regola fatta di pochi versetti evangelici e, in effetti, dovette assistere alla “normalizzazione” del suo ideale di vita. Quelle furono le vere stigmate, il dolore di vedere stravolgere il suo ideale.
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Affascina, Francesco d’Assisi, per la sua radicalità gioiosa, per la sua infanzia perenne, per il suo evidente innamoramento di Cristo.
A lui affidiamo questa nostra inquieta e irrisolta Nazione.
+++Commento di Paolo Curtaz tratto, per gentile concessione, dal libretto Amen, la Parola che salva.+++
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