HomeVangelo del GiornoPaolo Curtaz - Commento al Vangelo del 30 Gennaio 2024

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 30 Gennaio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 5, 21-43

La Parola, oggi, si concentra sul dolore. Al centro pone due dolori assoluti: quello della morte di una bambina e quello di un’ infermità invalidante e vissuta con vergogna. Una donna che soffre di perdite da dodici anni. Una ragazza di dodici anni che sta morendo.

Dodici, in Israele, è il numero della pienezza. Un dolore compiuto, traboccante: una donna che, a causa delle leggi sulla purezza che vietano di toccare una donna mestruata non riceve un abbraccio da dodici anni, una adolescente che non vedrà mai lo sbocciare della vita.

Perde sangue, la donna, perde vita: le sue relazioni la dissanguano, la svuotano, la annientano, come spesso succede anche a noi con le nostre relazioni malate… Convinta di essere punita da Dio, perché così l’hanno convinta i devoti, trasgredisce la norma e tocca Gesù.

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Ma quel gesto ingenuo non lo rende impura: è purificata, non è lei a contagiare col suo peccato il Maestro, è lui che la purifica nel profondo. Gesù non rifiuta nessuna persona, neppure coloro che la Legge giudica indegni di Dio, anzi: solo la donna riceve la guarigione attraverso la potenza che esce da Gesù: molti lo stavano toccando, ma lei sola lo tocca con fede.

Possiamo avvicinarci al Signore senza mai essere guariti nel profondo, possiamo fare i cristiani tutta la vita senza sperimentare la potenza dello Spirito che esce dal cuore di Cristo. La figlia di Giàrio resuscita, con semplicità. Non temiamo, abbiamo fede come Giàiro.

La morte è un sonno, non è la fine di tutto, è un passaggio, ma è ancora troppo presto per questa ragazza che tutti considerano ancora una bambina. Il dolore di Gesù è autentico, non come quello finto dei vicini che si prendono la briga di deriderlo, dopo la sua affermazione.

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E il miracolo avviene: l’emorroissa guarisce, la figlia di Giàiro, nel pieno della sua adolescenza, torna in vita. Il Signore ci guarisce nel profondo: le ferite che ci dissanguano guariscono, il fanciullo che abbiamo spento in noi torna a vivere.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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