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Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 3 Febbraio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 6, 30-34

Sono tornati dalla loro missione, i discepoli. Contenti, entusiasti, pieni di gioia per l’efficacia dell’annuncio. E Gesù gioisce con loro, per loro, non è invidioso, non si irrita santamente per il successo dei suoi discepoli.

Quanto vorrei imparare da Gesù a gioire delle gioie degli altri! Quanto vorrei non vedere sempre le altre persone come degli avversari! Capire che facciamo parte, tutti, di un unico, gigantesco progetto d’amore e che questo progetto attraversa i cuori e spinge verso la realizzazione del Regno!

È il momento del riposo, ora, di appartarsi, di lasciare la folla che sfinisce, per dedicarsi del tempo, per lasciar decantare, per dimorare (la dimora che ha a che fare col seme che muore ma, anche, con la casa da abitare). È proprio l’andare in disparte il nucleo della parola di oggi.

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Senza un tempo di deserto, di silenzio, di intimità col Signore non è possibile restare cristiani, conservare la fede, crescere nel discepolato. E più il caos e la fibrillazione quotidiana ci prendono e più diventa urgente e necessario ritagliarsi del tempo. La preghiera quotidiana ci aiuta a galleggiare durante la settimana.

Così una bella celebrazione festiva, ci permette di incontrare il risorto e di ricaricare le batterie. Ma, lo sappiamo bene, la fatica della vita contemporanea ci spegne la voglia di vivere. Sarebbe bello accogliere l’invito che il Signore ci fa per ritirarci con lui una mezza giornata, in un monastero, in un luogo bello della natura.

In silenzio, per lasciare la Parola sostituire le nostre piccole parole. E se abbiamo responsabilità nella comunità, ci è ancora più urgente trovare dei tempi di deserto. Il mio cuore si rattrista nel vedere tanti preti diventati piccoli manager del sacro che non riescono più a vivere ciò che proclamano.

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Le comunità hanno gravi responsabilità nei confronti dei propri pastori. È segno di attenzione evangelica accorgersi delle fatiche dei propri pastori che hanno dedicato la vita al gregge ma che, spesso, sono considerati e trattati da mercenari.

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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