Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 28 Agosto 2023

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Ci sono e ci sono sempre stati quelli che, dopo avere iniziato un cammino di fede, per qualche ragione si sentono investiti di una missione dall’alto, pensano di avere percorso grandi distanze nella vita interiore, e di potere, in tutta umiltà, diventare di esempio per gli altri. Solo che, alla fine, come ammonisce Gesù, allontanano invece di avvicinare, fanno la conta per vedere quante persone sono riusciti a coinvolgere, fanno proseliti… dentro le parrocchie.

Che cuore piccino è il cuore che sostituisce il proprio metro alla mancanza di misura del Vangelo! Che grave responsabilità è quella di proclamarsi paladini di Dio senza che nessuno, in verità, gliel’abbi mai chiesto! E quanto dobbiamo vigilare per non incorrere nell’errore dei “distinguo” delle argomentazioni teologiche, dei bizantinismi della ragione che finiscono con lo storpiare la semplice verità evangelica che rende liberi! Vegliamo su noi stessi per essere delle porte aperte, per essere testimoni credibili se non proprio coerenti, per avere una vita attenta a indicare più che a correggere.

La Chiesa è chiamata ad essere trasparenza non muro, l’albero su cui i curiosi come Zaccheo si arrampicano per vedere passare Gesù. Fuggiamo la tentazione di pensarci sapienti nella conoscenza del Vangelo mentre rischiamo di essere solo dei furbetti che hanno imparato a districarsi nei sottili ragionamenti teologici.

È bello che la storia ci consegni grandi approfondimenti e tradizioni, sensibilità e devozioni diverse, che mai, però, devono sostituirsi all’acqua pura del Vangelo da accogliere sine glossa, senza troppe interpretazioni per non offuscarne la destabilizzante bellezza. Come ci ricorda splendidamente Gesù siamo chiamati a superare la giustizia dei Farisei cioè a superare una visione piccina della fede, che misura con il bilancino le nostre azioni cercando di piegare Dio ai nostri ragionamenti.

FONTE: Amen – La Parola che salva

✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 23,13-22

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