HomeVangelo del GiornoPaolo Curtaz - Commento al Vangelo del 23 Dicembre 2023

Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 23 Dicembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: Lc 1, 57-66

Il più grande uomo mai esistito, lo definisce Gesù (Lc 7,28). E così doveva apparire Giovanni il battezzatore alle folle che scendevano da Gerusalemme per ascoltarlo. Un uomo consumato dalla penitenza, un asceta coerente ed intransigente, un profeta pieno di fascino, simile ai (pochi) uomini spirituali che ancora troviamo in giro per il mondo.

Un uomo dedito alla preghiera e alla meditazione, ascoltato per la sua riconosciuta autorevolezza. Un uomo che fuggiva gli onori riservati (da sempre!) agli uomini di religione, che abitava nel deserto presumibilmente in polemica con la rinata classe sacerdotale che a Gerusalemme ostentava potere e ricchezza.

In molti lo raggiungono, nei pressi del Giordano, per ascoltare la sua parola urticante, sferzante e vera, carica della rabbia dei santi. Molti, ancora oggi, cercano persone capaci di indicare una strada, di condurre gli uomini alla verità.

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Da sempre è di Dio, scelto e voluto, da subito è segno di contraddizione, punto di rottura. Nel racconto di oggi, capiamo che il destino del bambino è segnato; dagli uomini, non da Dio.

Il clan vuole riprendere in mano la situazione bizzarra in cui Elisabetta e Zaccaria si sono venuti a trovare. Una nascita miracolosa, certo, ma in realtà non si sa bene come siano andate le cose, visto che Zaccaria è rimasto muto dallo spavento…

Allora è il momento giusto: si tratta di circoncidere il bambino, di inserirlo nella storia della sua famiglia, nel clan, di riappropriarsene. Dare un nome, per un ebreo, significa tracciare una rotta. Ed Elisabetta si rifiuta di dargli il nome di un antenato.

Il suo nome sarà quello datogli da Dio, durante la visione dell’angelo: Giovanni. Sono restii, i maschi di casa, offesi. Le donne dovrebbero tacere ed adeguarsi. E Zaccaria fa capire che va bene così. Ha dubitato, Zaccaria, piegato dal dolore e dall’attesa.

Ora, invece, la sua lingua si scioglie. È Dio che stabilisce la nostra storia, se vogliamo. Quando lo capiremo?

FONTE: Amen – La Parola che salvaIl blog di Paolo

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