Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 21 Marzo 2020 – Lc 18, 9-14

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Il tempo di quaresima ci spinge a verificare il nostro modo di credere. Il grossolano errore che compie il fariseo della parabola รจ quello di confrontarsi con chi รจ palesemente peggiore di lui, il pubblicano, scordandosi che lโ€™unico paragone che possiamo fare รจ col capolavoro che siamo e che stentiamo a realizzare.

Ognuno di noi รจ un pezzo unico, assolutamente originale: credere di essere migliori perchรฉ piรน devoti ci fa prendere dei clamorosi abbagli.

Gesรน non dice che il pubblicano รจ migliore, perchรฉ oggettivamente sta sbagliando, ma dice che รจ autentico, sa che ha peccato, conosce la distanza fra la sua vita e ciรฒ che potrebbe diventare.

E Dio vede questo desiderio e lo colma con la sua presenza, con la speranza della conversione. Non cosรฌ il fariseo, che pensa di non avere bisogno di conversione, che รจ cosรฌ colmo del suo โ€œegoโ€ spirituale da non lasciare spazio per Dio.

Viviamo con serietร  il vangelo, la legge nuova di Dio, ma non paragoniamoci mai agli altri per sentirci umilmente migliori: Dio solo conosce il cuore e la fede di ogni persona e saremo giudicati severamente se non avremo usato misericordia nel giudicare gli altri.

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