Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 21 Aprile 2025

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Vangelo di Matteo – Mt 28,8-15

Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: lร  mi vedranno.

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesรน venne loro incontro e disse: ยซSalute a voi!ยป. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesรน disse loro: ยซNon temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: lร  mi vedrannoยป.
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in cittร  e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: ยซDite cosรฌ: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazioneยป. Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Cosรฌ questo racconto si รจ divulgato fra i Giudei fino a oggi.

Parola del Signore.

Abbandoniamo in fretta il sepolcro, come hanno saputo fare le donne. Fuggiamo lontano dalla morte, smettiamola di omaggiare un cadavere, pensando di fargli un piacere.

รˆ risorto, il Signore, non รจ piรน fra i morti, non va imbalsamato, nemmeno per devozione, nemmeno per zelo.

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Noi, invece, purtroppo, troppo spesso, pensiamo di onorare il Signore con una fede da cimitero, tutti presi e compunti, ma col desiderio di uscire quanto prima da quel luogoโ€ฆ

Abbandoniamo in fretta il sepolcro e i pensieri negativi, la sfiducia verso il mondo e verso noi stessi, la disistima e la violenza.

Abbandoniamo tutto ciรฒ che ancora odora di morte, che ci impedisce di convertirci alla gioia.

Troppe volte noi cristiani portiamo stampata in faccia lโ€™espressione di chi si รจ molto emozionato davanti alla croce, senza accorgersi che quella รจ storia vecchia!

Noi crediamo in un vivente, non in un cadavere spirato eroicamente.

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E se anche viviamo una Pasqua dolente e solitaria abbiamo davanti a noi cinquanta giorni per superare la tristezza.

E pazienza se, intorno a noi, qualcuno si premura di dirci che stiamo parlando di una pia leggenda, di un inganno: davanti alla resurrezione lโ€™uomo รจ costretto ancora una volta a schierarsiโ€ฆ

Andate in Galilea, lร  mi vedranno. Cosรฌ dice il risorto alle donne increduli e colme di stupore dopo averlo visto risorto e sorridente.

Sono andate al sepolcro col cuore pesante, travolto dal dolore e dalla tenebra e ora lo vedono.

E il Maestro affida loro una missione: chiedere agli altri di tornare in Galilea, dove tutto รจ iniziato, tornare alle radici, riprendere dallโ€™inizio, senza paura, senza inciampare.

รˆ risorto, amici! รˆ risorto, discepoli!

Sta a noi, ora, andare nella nostra Galilea, lร  dove รจ iniziato il nostro personale ed intimo percorso di fede, lร  dove abbiamo scoperto che Dio cโ€™รจ ed รจ bellissimo, per fare ancora esperienza della sua presenza, per riscoprire, ancora e ancora, che egli รจ il nostro Signore.

Abbandoniamo in fretta il sepolcro: Gesรน รจ altrove.

+++Commento di Paolo Curtaz tratto, per gentile concessione, dal libretto Amen, la Parola che salva.+++

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