Chiedono un segno i Farisei, pur di non accogliere le provocazioni del rabbino di Nazareth. Non vogliono ascoltare le sue parole, non vogliono riflettere, non vogliono meditare, non capiscono che ciรฒ che egli dice li porta verso la veritร tutta intera, li porta ad accogliere la profonditร e la bellezza della Legge… allora chiedono un segno, un prodigio, qualcosa di straordinario.
Ascolta “Paolo Curtaz – Commento al Vangelo del 17 Febbraio 2025” su Spreaker.Sospira, il Signore. Sospira davanti allโincredulitร loro e della folla che, davanti ai segni straordinari che egli compie, ancora chiede segni, mai sazia, mai convinta, mai definitivamente convertita. Non sono bastate le guarigioni, la condivisione del pane, i miracoli. Servono altri segni, sempre. Si alza il tiro, si alza la posta. Dio deve stare al gioco.
Sospira, il Signore, davanti alle nostre piccinerie, davanti alle nostre chiusure. Anche noi sempre alla ricerca di ulteriori conferme, di gesti eclatanti. Invece di ascoltare il segno della Parola, il segno della comunitร , il segno della profezia, il segno dei Sacramenti, corriamo dietro a presunti miracoli e apparizioni, invitiamo Dio a rendersi presente accontentando qualche nostra richiesta.
Diciamo: “Dio, se esisti, fa’ che accada questo o quello”, come se fosse Dio a doversi piegare alla nostra volontร e non noi alla volontร di Dio, volontร che รจ sempre benevola, sempre compassionevole, sempre misericordiosa.
Davanti a questa provocazione, davanti a questa arroganza, Dio si fa da parte: non soltanto non dona nessun segno, ma si allontana da noi. Perchรฉ anche Dio fa quel che puรฒ: non forza la nostra conversione, non minaccia; ma nemmeno sta al nostro gioco, se vede che non cโรจ reale desiderio di cambiamento. Se ne va, semplicemente, lasciandoci soli nella nostra superbia.
Stiamo attenti oggi a non commettere lo stesso errore dei Farisei. Guardiamo i tanti segni che, sparsi lungo la giornata, il Signore ci dona per accorgerci della sua presenza, di quanto siamo amati, di quanto possiamo amare.
+++Commento di Paolo Curtaz tratto, per gentile concessione, dal libretto Amen, la Parola che salva.+++
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